Scorpius la mattina dopo si svegliò, confuso. Poi, come un lampo, gli avvenimenti della sera precedente gli tornarono in mente. Rose è diventata la campionessa di Hogwarts e ora gareggia per diventare la vincitrice del Torneo Tremaghi.
I pensieri gli si accavallano nella mente finché ipotesi non così assurde emersero dai meandri del suo subconscio. E capì. Lui voleva partecipare al Torneo solo per proteggere in qualche modo Rose e Albus.
Si alzò dal letto più che sveglio, la mente affollata da pensieri e frasi. Era ancora circondato dai suoi compagni di stanza, tutti addormentati. Resistendo all'impulso di lanciare un incantesimo a testa a Rookwood e Zabini, andò vicino al letto di Albus e lo svegliò scuotendolo per una spalla.
«Cosa...c'è?» chiese Albus confuso stropicciandosi gli occhi.
«Ti voglio ricordare che è lunedì mattina e che ci sono le lezioni» disse Scorpius spingendo giù dal letto il suo migliore, che cadde con un tonfo sul pavimento di pietra.
Borbottando insulti rivolti a Scorpius, Albus si vestì e i due uscirono dalla sala comune diretti alla Sala Grande per la colazione.
Non fecero in tempo a sedersi al tavolo di Serpeverde che una figura dai ricci rossi si sedette sulla panca davanti a loro.
«Allora, cosa ne pensate di ieri?» chiese Rose facendo saettare lo sguardo prima su Scorpius e poi su Albus.
«Scorpius, mi potresti ricordare cos'è successo ieri?»
«No Al, non è idea nemmeno io»
Rose sorrise divertita e i suoi occhi blu si illuminarono di una luce che Scorpius trovava fantastica, una luce meravigliosa che non aveva notato in nessun altra ragazza.
«Comunque mi sembrava un po' scontata la scelta del Calice» disse Scorpius spalmando su una fetta di pane del burro. «Insomma, sei fantastica»
«Grazie, Scorp» disse Rose continuando a sorridere divertita.
«Dico sul serio!» scattò Scorpius. «Sei brava in tutto...sei persino una Legiliments e stai studiando per diventare un Animagus!»
«Ho smesso di studiare per diventare un Animagus! E non è vero che sono brava in tutto, ho problemi con l'Occlumanzia»
«E poi fai tanto la predica a zio Harry» disse Hugo cogliendo il trio di sorpresa e sedendosi nella panca, accanto alla sorella.
Rose abbassò lo sguardo.
Scorpius sapeva bene che lei non riusciva a superare il fatto di non saper padroneggiare l'Occlumanzia, l'arte di chiudere la mente a infiltrazioni esterne.
«E poi non ti servirà solo duellare durante il Torneo?» disse Albus, madando giù un grosso boccone di bacon. «Cosa ti aspetti, Lord Voldemort che spunta da dietro un angolo e si impossessa di te?»
Scorpius e Rose lanciarono un'occhiata eloquente ad Albus, che si affrettò a riempirsi di nuovo il piatto per non doverli guardare in faccia.
«Rookwood ha detto qualcosa?» chiese Hugo.
«No, era troppo occupato a dormire» rispose Scorpius. «Questa mattina però mi è salita un gran voglia di Schiantarli»
«Oh, Scorp! Dimmi che non l'hai fatto, ti prego!» esclamò Rose disperata. «Ti potresti cacciare nei guai, sai»
«Parla la stessa persona che due anni fa ha spaccato il naso a Rookwood e ha lanciato una Fattura Orcovolante a Zabini»
«Oh sì, ne vado piuttosto fiera»
Quella mattina, con loro grande fatica, Scorpius e Albus si diressero a Trasfigurazione.
Si stupirono quando non trovarono la professoressa McGonagall in classe ma Lumacorno, che li condusse nei sotterranei insieme alla sua classe di Pozioni avanzate.
«Sev, Scorpius, è sempre bello vedervi!» esclamò James sorridendo appena li vide oltrepassare la porta dell'aula.
«Ti ho già detto che solo io posso chiamarlo Sev!» sibilò Dominique accanto a lui.
Dominique era una ragazza alta, lunghi boccoli biondi, occhi azzurri e una pelle talmente perfetta che Scorpius aveva il sospetto essere fatta di porcellana. Era una delle poche Weasley, se non l'unica oltre a sua sorella Victoire, a non avere le lentiggini.
«In realtà nessuno può chiamarmi Sev» obbiettò Albus.
Le restanti due ore le passarono tutti quanti a fissare il soffitto invece di stare con le teste chine sui libri di Trasfigurazione, ascoltando distrattamente quello che diceva Lumacorno. Stava mostrando dei calderoni contenenti Pozioni alla classe quando Scorpius si sentì investire da un odore buonissimo, il più buono che avesse mai sentito. E l'aveva già percepito da qualche parte, ma non ricordava dove.
Quando la campana dell'intervallo suonò tutti uscirono dall'aula. Scorpius e Albus uscirono nel cortile ai piedi della torre dell'orologio dove trovarono anche Lily e Roxanne giocare a Gobbiglie.
Si erano appena seduti in un angolo poco soleggiato quando videro un gruppo di persone piombare nel cortile. Al capo di questa fila c'era una donna dai ricci bianchi elaborati che curvava le sue labbra colorate di rosso in un sorriso facendo vedere il rossetto sui denti. Seguivano Rose, Claire, Petar, Harry, Ginny, Fleur, Viktor Krum, la McGonagall, Madame Maxime, il professor Ivanov e un uomo basso e tarchiato.
«Qui andrà bene!» esclamò quella che Scorpius riconobbe essere Rita Skeeter.
Rose alzò gli occhi al cielo, disperata. Non sapeva leggere il labiale, ma Scorpius giurò di aver visto la McGonagall borbottare qualcosa di poco carino.
Scorpius e Albus intercettarono lo sguardo di Harry che, insieme a Fleur, stava facendo segno ai due di andare via. Né Scorpius né Albus se lo fecero ripetere due volte e rientrarono subito nel castello, seguiti da una folla esitante.
«Povera Rose. Passare anche solo un minuto con Rita Skeeter dev'essere terribile» disse Scorpius guardandosi alle spalle.
«Puoi dirlo forte» disse Albus. «Alla Coppa del Mondo di Quidditch del 2014 ci è stata addosso tutto il tempo e poi ha scritto un articolo su quanto zio Percy e zio George fossero invecchiati dalla battaglia di Hogwarts e quanto i miei nonni siano dimagriti, forse, per lo stress»
«Cosa può pretendere quella? Avevano perso una persona a loro cara!»
«Considera anche il fatto che zio Percy, quando zio Fred è morto, non parlava più alla nostra famiglia da alcuni anni...»
Scorpius si sentiva avvolgere da una triste morsa ogni volta che un membro della famiglia Weasley parlava della Seconda Guerra Magica dal loro punto di vista, quello di chi non era un Mangiamorte. Si sentiva in colpa ogni volta che sentiva nominare Remus, Tonks, il gemello defunto di George e tutti gli altri. Ma si sentiva in colpa sopratutto quando pensava a Teddy, quando lo vedeva sorridere a Victoire e si ritrovava a pensare che lui i suoi genitori non li aveva mai conosciuti.
Non aveva mai raccontato a nessuno il fatto che lui si sentisse in colpa per fatti che, tecnicamente, non aveva commesso e che non avrebbe potuto commettere perché non era ancora nato.
Per il resto della mattinata tutto procedette per il meglio. Rose si fece viva solo a metà dell'ora di Cura delle Creature Magiche e, quando Scorpius provò a chiederle cosa fosse successo, lei gli mormorò che glielo avrebbe detto più tardi. Dopo pranzo infatti lui, Rose e Liz si stavano dirigendo a Babbanologia e ne approfittarono per parlare.
«Hanno mandato a chiamare noi campioni» raccontò Rose. «Dovevano controllare che le nostre bacchette non fossero danneggiate o maledette. E indovinate chi c'era? Ollivander. Poi è arrivata Rita Skeeter insieme ad un fotografo della Gazzetta del Profeta e ha iniziato a dire che dovevano cercare un posto adatto per le foto, con abbastanza luce...e dopo le foto si è messa a fare le interviste».
«Cosa ti ha chiesto a te?» chiese Liz cauta. Tutti loro conoscevano i poco veritieri articoli che scriveva la Skeeter.
«Niente di spinoso, tranquilli. Non poteva in presenza di zio Harry e della McGonagall»
«Io credevo che Ollivander fosse morto» disse Scorpius.
«Oh no, le notizie della sua morte circolano da due anni. Sì, è invecchiato, ma è ancora in gamba» disse Rose sorridendo. Ma, qualche secondo dopo, il suo sorriso si spense.
Davanti alla porta dell'aula non c'era ancora nessuno o, per meglio dire, non c'era ancora nessuno che frequentasse Babbanologia. Rookwood e Zabini ghignavano mentre, appoggiati alla porta, indicavano dei cartelli appesi per tutto il corridoio.
«Weasley fa schifo! Mai niente di più azzeccato, vero?» ghignò Rookwood e, seguito da Zabini, si avvicinò ai tre.
«Credi davvero di farmi rabbia con alcuni semplici striscioni?» Rose rise, una risata fredda che non le si addiceva per niente.
«Malfoy, seriamente frequenti Babbanologia?» chiese Zabini divertito. «Non potevi cadere più in basso di così»
«A me sembrate voi quelli caduti in basso» disse Scorpius cercando di non assalire i due individui che si trovava davanti. Non aveva bisogno di finire nell'ufficio della McGonagall, non voleva finire inutilmente in punizione.
«Come osi?» scattò subito Zabini.
«Come osate voi?» la voce di Liz risuonò per tutto il corridoio. «Vi credete fighi andando in giro e gridando a tutti quanti quanto è bello avere il sangue puro?»
«Ah, giusto, tua nonna non è una Sanguemarcio?»
«Mia nonna ha fatto grandi cose!»
«E poi è morta, giusto?» chiese Rookwood. Se fosse stato un serpente, Scorpius avrebbe potuto vederlo schizzare veleno in tutte le direzioni.
«Uccisa, sì»
«E nessuno ti vuole credere, vero?»
«A quanto pare solo tre persone, forse un po' di più»
In quel momento Scorpius capì.
Edmund Rookwood, il padre di Marcus, era entrato nel Consiglio di Hogwarts dopo che un'anziana strega era morta. Quella strega era la nonna di Liz.
****
Angolo autrice:
E niente, ecco un nuovo capitolo!
Lo so che l'apparizione di Rita Skeeter è un po' scadente, ma Scorpius non è così stupido da avvicinarsi alla giornalista e poi non è lui il campione di Hogwarts quindi non ne ha motivo.
Comunque, come sempre, vorrei che voi scriveste le teorie sulla storia e le vostre opinioni sui personaggi (il vostro personaggio preferito e quello che proprio non sopportate).
Detto questo io vi saluto, ci vediamo nel prossimo capitolo!