"Perché mi hanno detto che pensarti uccide più del fumo."
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«Non possiamo mettere a rischio tutto...Per colpa di quella ragazzina!»
Kylie guardò incredulo il suo amico, davvero non si aspettava da lui una cosa simile; sapeva che prima o poi sarebbe successo qualcosa a causa di quella stupida e viziata ragazzina, come lui definiva.
Cameron buttò a terra la sigaretta, annoiato di sentire sempre le solite stronzate che diceva l'amico.
«Vedrai che ci metterà in guai seri quella puttana...»
«Smettila di essere così paranoico amico.» Lo interruppe Amias, il più piccolo e sfacciato del gruppo.
Adorava le ragazze più della sua vita, quindi non gli sarebbe dispiaciuto avere quel bocconcino a casa sua.
«Senti Kylie.» Si intromise Cameron guardandolo. «Voglio che Blake la paghi per quello che mi ha fatto.»
«E cosa c'è di meglio se non prendere la ragazzina che gli piace?»
Fece una risata, ma tornò subito serio.
«Voglio che soffra.»
Strinse la mascella incazzato più che mai e chiuse per un secondo gli occhi; più andava avanti e più voleva fargliela pagare. Non doveva mettersi in mezzo nei suoi affari e nella sua vita privata.
«Qualsiasi sia il tuo piano, spero solo sia buono.»
Quella volta parlò Den, quel ragazzo era così muto che nessuno si accorgeva della sua presenza; ma a Cameron non dispiaceva.
Era un tipo abbastanza furbo ed intelligente, portava sempre a termine quello che gli chiedeva.
«Den, portala qui.»
Gli chiese autoritario, poggiando il bicchiere pieno di vodka sulle piccole labbra che si ritrovava.
Quelle labbra che non avevano toccato nessuna ragazza, eccetto una: Camille, la sua musa, il suo tutto.
La amava, la contemplava, non poteva stare senza di lei, finché un giorno non la trovò nel letto intenta a scoparsi suo fratello.
Portò tutto dentro di se, il suo cuore oramai era spezzato e nessuno poteva ricucirlo.
Cameron quello stesso giorno non riuscì a controllarsi, prese con forza la ragazza ed iniziò a colpirla più forte che potè, sebbene non era quello che voleva. Ma doveva farlo.
E quel cazzone di Blake si era messo in mezzo, cosa che non doveva fare, soprattutto a lui; non sapeva a chi era andato contro.
«Adesso inizia il divertimento.»
Affermò sorridendo a Den, il quale ricambiò il sorriso andando velocemente di sopra.
Alexander's POV
No. Non era possibile. Non era successo davvero.
Andavo avanti ed indietro senza sapere cosa fare, mi grattavo la nuca ininterrottamente e davo calci ad un piccolo albero che si trovava lì vicino; quest'ultimo si ruppe, cadendo poi a terra.
«Cazzo!»
Urlai, continuando a ripetere quella parola da mezz'ora.
«Alexander.»
Una figura si avvicinò a me, portò la sua mano sulla mia spalla poggiandola lentamente; girai di scatto la testa dall'altro lato e mi calmai subito non appena vidi Gabe, accompagnato dall'amica di Madelyn.
«Alexander, che succede?»
Il mio sguardo era perso, non riuscivo a dire qualcosa con un senso logico.
«I-io...Mi dispiace.» Mormorai. «Non volevo che accadesse tutto ciò.»
«Cosa stai dicendo?»
L'amica si guardò intorno preoccupata, per poi girare lo sguardo verso di me.
«Dov'è Madelyn?»
Mi chiedevo anch'io dove Moore l'avesse portata e cose ne avrebbe fatto di lei; al solo pensiero morivo dentro.
Ero un fottuto disastro. In tutto. Ho sempre fatto star male qualcuno, ho sempre detto qualche parola che non andava detta, ho sempre sbagliato a comportarmi, ho sempre sbagliato tutto. Alla fine, lo sbaglio ero diventato io.
Era così strano dirlo, ma in quel momento avevo solo voglia di piangere.
«Cosa è successo alla mia amica, brutto stronzo?»
Si avvicinò a me tirandomi violentemente la maglietta.
«L'hanno presa...» Dissi con occhi pieni di rammarico. «Per colpa mia.»
«Tu cosa?» Urlò tirandomi un ceffone.
Il mio viso si girò dall'altra parte tanto che era forte, mi toccai la guancia con la mano e la
guardai.
«Allison!»
Gabe la spostò velocemente, ma lei continuava ad urlare di lasciarla andare.
«Alexander, devi spiegare tutto quello che è successo.»
Affermò duramente, cercando ancora di far calmare l'amica.
***
«E tu l'hai lasciata andare?»
«Oddio Alexander, chi cazzo è questo?»
Continuò Gabe portando le mani nei capelli esausto.
«Sai cosa? Mi fai schifo!» L'amica mi puntò il dito contro. «Avevo puntato tutto su di te. Credevo fossi una brava persona...Mi sbagliavo completamente.»
Bene. Mi sentivo ancora più stronzo.
«Non può aiutarci Kole?»
«Chi?»
Inarcò le sopracciglia, guardandolo interrogativa.
«Credo... di poter rimediare.» I miei occhi si illuminarono. «Venite con me.»
«Merda Kole, portami subito quella cazzo di sigaretta!»
«Dammi il tempo idiota!»
Le voci iniziavano a farsi sempre più vicine man mano che camminavamo. Allison o come si chiamava, si nascondeva dietro Gabe allarmata; lui invece, aveva le mani in tasca e di tanto in tanto, si girava per farla calmare.
Il giardino di quella casa era così mal ridotto, che per poco non vomitavo proprio lì.
«Alex!»
Esclamò Kole sorridendo e venendo verso di noi, con in mano una birra.
«Che ti porta da queste parti?»
Chiese, scrutando i ragazzi dietro di me.
«C'è un problema...»
«Un problema?»
Mi interruppe quel pallone gonfiato di Merl, il quale si alzò dalla sedia su cui sedeva incuriosito dalla conversazione.
Kole roteò gli occhi. «Che tipo di problema?»
«Moore è ritornato.»
Kole e Merl si guardarono sorpresi.
«È ritornato per vendicarsi...» Sospirai. «Ed ha preso Madelyn.»
«Quella...Madelyn?»
Alzò un sopracciglio ed io annuii.
«Porca puttana!» Si aggiustò i capelli meravigliato. «Io te l'avevo detto, stupido!»
«E cosa dovremmo fare noi?»
«Ci dovete aiutare!»
Si intromise Allison urlando, ma indietreggiò imbarazzata subito dopo.
«No.» Rispose Merl con tono pacato.
«Merl, tu mi devi un favore.»
Affermai incazzato, stringendo con forza i denti fra loro.
All'inizio parve ancora titubante, ma poi sospirò.
«Lo faccio solo perché sono indebitato con te.»
«Okay, bene...» Ci guardò Kole. «Entrate dentro.»
Madelyn's POV
Erano passate più di tre ore ed ero ancora soggiogata dentro questa stanza senza acqua, ma soprattutto, senza cibo.
Scocciata, poggiai le mani sulla guancia facendo una piccola faccia imbronciata e disegnai sulla gamba dei cerchi con le mani.
Ho cercato di aprire quella dannata finestra, ma è bloccata e ci vorrebbe qualcosa di duro per romperla.
Cazzo, la sfiga.
«Vedo che ti diverti con poco.»
Scattai in piedi portandomi una mano sul petto spaventata.
Den, invece, ero poggiato sulla porta intento a ridere di me.
«Cosa vuoi?»
Gli chiesi frustrata.
«Devi venire di sotto.»
Rispose avvicinandosi a me, per poi prendermi il braccio.
«Non toccarmi.»
«Sennò che fai?» Si avvicinò.
Respirava profondamente vicino al mio viso, continuava a scrutarmi e mi sentii nuda, sebbene non lo fossi.
Ingoiai la saliva agitata.
«Hai perso la lingua?»
Ghignò, iniziando a trascinarmi fuori la camera.
Oh, fanculo i maschi!
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Hey ragazze, dovete davvero scusarmi per la mia assenza! Comunque spero che il capitolo vi piaccia.
Se ho tempo, inizio a scrivere il capitolo anche domani...Btw vi amo troppo.❤️
Un bacio,
-Ire.❤️