Kirishima's pov
3:04
Kirishima spense lo schermo del cellulare, quasi scarico, e si appoggiò con la schiena ai braccioli del divano, seduto per terra. Qualche minuto prima Todoroki e Midoriya, anche grazie al suo contributo, erano filati via dalla festa, inosservati e mezzi brilli.
Forse Kaminari non avrebbe dovuto far girare tutti quegli alcolici, anche perché pochi sapevano che effettivamente lo fossero, e tra quei pochi lui era fortunatamente presente.
No, decisamente non era stata una grande idea, pensò vedendo i suoi compagni ballare nella penombra creata dalle luci abbassate.
L'aria era pesante e calda, e non potevano aprire le finestre rischiando di far lamentare i vicini del troppo chiasso, così il ragazzo si alzò e si diresse fuori dalla porta. Il cielo era scuro e buio, intermezzato dal giallo intenso delle luci artificiali; Kirishima portò le mani dietro la testa, stiracchiandosi, sentiva la carezza leggera dell'aria sulla pelle, tiepida ma decisamente più fresca di quella dell' interno della casa, e i suoni gli arrivavano attutiti, ovattati, quasi fosse racchiuse da una bolla di sonnolenza adrenalinica come quando si esce da una discoteca e sembra tutto più silenzioso. Ovviamente.
E fu per questo che non sentì di non essere da solo.
"Tsk. Che fai qui, capelli di merda?"
Kirishima si girò, spostando il suo sguardo su Bakugou, che era appoggiato sul muro con atteggiamento annoiato.
Ma chi glielo fa fare a comportarsi così alle tre di notte?
"Niente, avevo caldo. Tu?"
"Mi ero rotto le palle di quella rana spelacchiata che continuava a chiamarmi Kacchan, mi dà troppo sui nervi." Sbuffó pesantemente, gli dava fastidio qualsiasi cosa potesse ricondurre a Deku.
"L'avrà sentito da Deku,no? Dopotutto è amico quasi di tutti."
Il biondo lo fulminò: "Non nominare Merdeku ancora in mia presenza."
Kirishima si appoggiò al muro accanto a lui, era improvvisamente sveglio, il divertimento gli aveva scrollato di dosso tutta la sonnolenza.
"Ah, si? Sei forse geloso della nostra amicizia?"
"Tch, hai bevuto pure tu?" ringhio Bakugou.
"No, sto solo nominando Deku per stuzzicarti."
Kacchan si girò velocemente, rimanendo con un braccio alla sinistra del rosso e mettendosi davanti a lui, che era ancora appoggiato al muro dell'edificio, a bloccargli ogni tentativo di fuga.
Avvicinò il suo viso a quello del rosso fino a sfiorargli le labbra e assottigliando gli occhi cremisi, minaccioso, disse: "Nomina un'altra volta quella merda e ti faccio saltare in aria."
Kirishima poteva sentire il fiato caldo dell'altro sulla sua pelle; osservò il viso contratto in una smorfia di rabbia dell'altro, così vicino da poter distinguere le sue ciglia bionde e sottili, che deliniavano una sottilissima ombra sui suoi occhi.
Arrossí impercettibilmente e Bakugou si allontanò dal rosso, che era rimasto fermo immobile contro il muro freddo; poteva sentire le sue guance accaldate: "Dopotutto è estate." pensó mentre Bakugou rientrava nella casa.
Il rosso rimase da solo, ancora scosso per le emozioni contrastanti provate dopo quel contatto così intimo, se così si poteva definire.
Avvertì un forte rumore provenire dalla traversa lì vicino e decise di avventurarsi, muovendosi attraverso i cumuli di immondizia e spazzatura da buttare ammucchiati ai margini delle abitazioni, cercando di raggiungere il luogo da cui era partito il tonfo, da cui ora riusciva a percepire solo un mugulio continuo insistente.
"Se non state zitti vi spedisco all'altro mondo!" disse una voce ringhiando sommessamente.
Kirishima iniziò a correre e si rese conto che anche Mina era accorsa in suo aiuto, doveva aver sentito il rumore. Arrivato alla fine del vicolo, si fermò, allibito, davanti a lui vi erano cinque persone vestite di nero, di cui riusciva a scorgere solo la sagoma dura e austera contro il buio, e due figure di ragazzi che si dimenavano per terra, tentando di gridare. Mina si scagliò prontamente sull'uomo che teneva bloccato un giovane ragazzo per terra, ma le si parò davanti un'altra figura in nero, il cui fisico, scattante e più slanciato delle altre, la classificava sicuramente come una donna. Mina si dibatté ustionando la donna con il suo acido, mentre Kirishima corse in suo aiuto, riuscendo a far cadere a terra svenuti due degli uomini grazie al suo quirk d'indurimento.
"Disgustoso, altri di questi abominii." disse l'uomo guardando attentamente i due compagni; i suoi occhi, grigi e duri come pietre, erano l'unica parte del corpo lasciata libera dalla maschera insieme ad una parte del naso, marcato e sgradevole come il tono di voce dell'uomo.
"Lascia stare queste persone." fece Kirishima minaccioso, caricando le sue parole di veleno come non era da lui fare.
"E perché? Sono la malattia della nostra società, proprio come voi, un tumore che va estirpato fin dalla radice e che non merita di continuare a vivere. Vi definite "speciali" grazie a quei vostri schifosi quirk, ma a cosa servite? A niente. Non siete nemmeno umani."
Il rosso attaccò velocemente, tentando di cogliere in quelle parole una falla di attenzione e riuscire a sconfiggere l'avversario, ma venne prontamente respinto e colpito allo stomaco senza avere neanche il tempo di attivare il quirk; indietreggiò, mugolante.
Dopo qualche attimo si riprese, attivando l'indurimento al suo braccio destro e colpendo con forza la testa dell'uomo, con lo scopo di farlo svenire senza ucciderlo, ma mancò il colpo, sentendo il proprio braccio infrangersi contro null'altro che aria e ricevendo un altro colpo in viso.
"Sei proprio un bambino,- lo provocó il criminale ridacchiando. - e agisci come tale." concluse sferrando un calcio, che venne prontamente schivato da Kirishima che scartò velocemente. Riusciva a sentire il suo respiro farsi affannoso e il tempo dilatarsi, come se si muovesse nell'acqua, venne affiancato da Kaminari, e colpirono insieme gli uomini in nero, ancora, ancora e ancora, finché non furono tutti a terra sfiniti.
Sentí un urlo femminile e vide con la coda dell'occhio la ragazza che prima era a terra liberare l'altro ragazzo, tirando calci, pugni e unghiate all'uomo che lo teneva fermo; una lacrima solitaria si tingeva di cremisi mischiandosi al sangue che aveva sotto l'occhio, per poi cadere a terra.
Pensò di udirne il suono.
Si appoggió ai mattoni del muro, passandosi una mano sulla fronte sudata e cercando di ritrovare il passo del suo respiro, alzò lo sguardo tentando di fare il punto della situazione: tre degli uomini erano privi di sensi, due erano stati immobilizzati e li guardavano con uno sguardo traboccante di odio.
"Hey amico tutto ok?" Denki gli poggiò una mano sul braccio, comprensivo, era visibilmente scosso anche lui, stava quasi tremando.
"Penso... di si. Dove sono gli altri?"
Mina si unì a loro, soffiandosi il naso con un fazzoletto sporco di sangue.
Ma da dove l'ha cacciato?
"Bakugou è arrivato giusto in tempo per sistemare l'ultimo, gli altri sono andati a chiamare la polizia."
"Cos... Bakugou?- si guardó intorno, le figure erano piuttosto sfocate, e la luce era bassa, non si vedeva niente -Sta bene?"
"Tsk, stai sanguinando e ti preoccupi per me, idiota?"
Kirishima lo guardò confuso.
"Ti sta sanguinando il naso, e suppongo non sia per causa mia." disse Bakugou sghignazzante.
Kirishima arrossí, pensando a tutte le volte in cui si ritrovava il biondo come punto fisso, e accettò un fazzoletto da Ashido. La vista si appannò e le gambe gli cedettero, crollò contro il muro.
E fu il buio.
Spazio Autrice
Heylaa pimpi belli! Come va?
A me male, ho un po' di febbre, raffreddore, mi fa male tutto e devo studiare. Sad story.
Questo capitolo era di 1202 parole, ops. Spero vi sia piaciuto!💙😊
Domanda domandosa:
Genere preferito di libri?
Il mio fantasy, obv.😂
Al prossimo capitolo!!!💕
- Lully