Non eri nei miei piani.

By oltreillimite

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COMPLETATA. [LA STORIA È IN REVISIONE, COME HO GIÀ SPIEGATO NELLA PREMESSA HO SCRITTO QUESTA STORIA TANTISSIM... More

Premessa
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Cast
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*capitolo speciale*
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avviso importante
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*55* ᴠᴇʀsᴏ ʟᴀ ғɪɴᴇ
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*epilogo*
*ringraziamenti*

*54*

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By oltreillimite

DAL CAPITOLO PRECEDENTE..
...Rimane in silenzio guardando il cielo e prendendo dalla tasca un biglietto, non riesco a capire di cosa però, dato che lo mette subito via.
"Intanto da domani non mi vedrai mai più."
Dice con voce rauca, capisco che sta per mettersi a piangere, mi fa star male vederla così, per colpa mia, anche se adesso questa sua frase mi sta mettendo un po' in subbuglio.
"Perché?" Chiedo.
"Domani parto per New Orleans."

CAMERON POV'S
il cuore mi batte all'impazzata non è possibile, in che senso se ne va a New Orleans? E me lo dice così come se nulla fosse?
In fondo che senso avrebbe ormai tutto ciò, non dovrebbe nemmeno importarmene nulla, ma non riesco a farne a meno. A fare a meno di pensare a lei, al fatto che probabilmente non la vedrò più.
"In che senso?! Jennifer, dimmi cosa sta succedendo." La blocco.

"Non sono affatto dovuta a darti spiegazioni." Urla in preda alla rabbia.

Annuisco, le lacrime stanno cominciando a scendere, non posso credere di averla ferita così tanto da spingerla ad andarsene così.

"Come puoi lasciare tutto? I tuoi amici la tua casa e la scuola?!" ribatto, tenendola stretta per un braccio, sentendo il suo calore, provando una sensazione di sicurezza, quella che sempre mi dava.
"Non che degli amici mi importi molto..ne tanto meno della scuola: studierò li, e farò l'università, addio Cameron." Si divincola dalla presa, senza il minimo sforzo, dato che dopo aver sentito l'ultima frase, mi si annebbia la vista, e perdo le forze.

Addio Cameron.. questa frase mi rimbomba nella testa come un martello, come un fortissimo eco in mezzo alle montagne.
"Sai ringrazia tuo pad... nostro padre da parte mia, perché è stato lui ad offrirmi di andare lì." Dice.

Mi si gela il sangue. Cosa cazzo significa?
"Jennifer! Jennifer!!" Urlo con quanta forza ho in gola. Ma lei è già andata via.
Senza darmi alcuna spiegazione, senza nemmeno dirmi quando parte e se ne è veramente così convinta.

Vado a casa, ormai rimasto solo per strada.Sono stanchissimo, le lacrime continuano a scendere senza fermarsi.
Le asciugo prima di entrare a casa, e senza nemmeno passare a salutare mio padre faccio una doccia calda, per scacciare i cattivi pensieri. Non posso perdonarlo per il torto che mi ha fatto, come ha potuto offrirle questa proposta? Con quale coraggio senza nemmeno avermi interpellato? Forse Jennifer gli avrà detto qualcosa, avrà parlato con sua madre per impedire che io lo sappia, ma perché lui mi ha tradito così?
Mi sento come se un enorme masso di pietra mi fosse caduto in testa.

Non riesco nemmeno a pensare qualcosa di logico, sto letteralmente impazzendo... cosa dovrei fare? Devo fermarla? Devo impedirle di fare questa sciocchezza? O forse è meglio tagliare corto e andare ognuno per la sua strada?

Non so più pensare a nient'altro che a lei.
Mi vengono in mente i ricordi passati insieme, il primo giorno in cui ci siamo baciati, in quel locale, al compleanno di Taylor, non sapevo esattamente se era la cosa giusta stare con lei, infatti molte volte la respingevo, ma qualcosa dopo un po' mi ha fatto perdere la ragione,ho dimenticato quel dannato giorno in cui sono stato a casa sua e ho visto quella partecipazione nel cestino.

Un brivido mi percorre lungo il corpo.
Flashback.
"Camii guarda nella sua scrivania, se vogliamo disgruggerla abbiamo bisogno di qualcosa di prezioso, che si tiene in un posto altrettanto prezioso." Dice Charlotte continuando a frugare nelle scatole sotto il suo letto.
"Cosa cazzo vuoi? Cerca." Dico trascinando le parole. Forse ho esagerato con i drink stasera, e credo tutti e due, infatti non riesco a capire nemmeno se c'è qualcuno in casa.
Continuiamo a cercare in libreria, la sua scrivania è talmente in disordine che non viene per niente voglia di perlustrarla. Fogli sopra il computer, blocchi di carta colorati e appunti messi a caso, ci vorrà un lavoro di squadra per trovare qualcosa.
"Cameron, nella finestra forza! sta entrando qualcuno!" Mi avverte Charlotte.
Immediatamente ci precipitiamo dietro la finestra, e la mia ragazza si nasconde dietro la tenda.La mamma di Jennifer entra in camera sua, mettendo apposto degli scatoloni, quando si accorge che in una scatola semichiusa c'è un foglio che esce da qualche libro.
Lei, subito dopo averlo esaminato,scoppia in lacrime e lo butta nel cestino facendolo in mille pezzi.
Charlotte e io, andiamo a controllare curiosi, e vediamo qualcosa che non ci saremmo mai aspettati.
Tom Dallas and Sandra Miller, si sono sposati.
Mio padre con la mamma di Jennifer? Davvero? Ci sarà sicuramente un malinteso...Faccio cadere i  piccoli pezzettini per terra, mentre Charlotte fa foto ridendo come una matta. Non ci trovo nulla da ridere. Un nodo alla gola non mi permette di aprire bocca, di dire neanche una vocale...indietreggio come se avessi preso al scossa elettrica.

Do un pugno al muro della doccia con forza, ricordando quel momento.Dalle nocche esce leggermente sangue, adesso. Esco dalla doccia e mi vesto il più velocemente possibile, devo chiamare Nate, devo fermare Jennifer prima che sia troppo tardi.

                                            L'indomani.
JENNIFER POV'S
"Comunichiamo ai gentili signori che l'aereo diretto per New Orleans partirà fra cinque minuti."

Manca pochissimo per il grande momento. Dopo aver visto Cameron ieri,  è successo come un qualcosa che mi avesse fatto uscire quella parola di bocca. So di averlo in qualche modo ferito, ma non quanto lui ha ferito me. Credo che quella fase azzardata in un momento sbagliato, fosse la cosa giusta.

Ho mandato un piccolo messaggio a Madison e a Grace dicendole che starò bene, soltanto dopo 20 minuti di chiamata le ho spiegato la situazione, sono state comprensive e mi hanno ascoltata senza farmi pressioni. Ho chiamato Nate per avvisarlo della partenza. Anche se mi è sembrato molto freddo, come se mi nascondesse qualcosa, insisteva per venire a salutarmi ma gli ho detto che non era il caso, non voglio che Nate mi veda in uno stato quasi pietoso. E se lui potesse in qualche modo trattenermi gli risponderei bruscamente, e non voglio ferire nessuno.

Anche Daisy è d'accordo con me, anche dopo che le ho raccontato tutto, ha avuto molta pazienza e mi ha detto che è stata la decisione giusta da prendere.
Avevo bisogno di evadere da tutto quello che mi circonda, so benissimo che scappare ai problemi non è una buona cosa, ma ho dovuto farlo. Per il mio bene.
"Tesoro, adesso vado, ci sentiamo, chiamami appena arrivi!"Mia madre, mi lascia un grosso bacio con le lacrime agli occhi.
"Mi mancherai mamma." Mi limito a dire abbracciandola, anche se c'è l'ho un po' con lei, non mi importa, so che mi mancheranno le sue lasagne, i suoi abbracci e i suoi consigli.
"Tieni questa scatola, sarà un piccolo portafortuna, quando avrai nostalgia aprila."

"Mamma..." dico sorridendo.
Sarà qualche letterina?
"Mi raccomando sei grande, camera sempre in ordine, a letto non dopo le nove e mezza..."
"Non sono più una bambina..." la interrompo.
"E sopratutto non dimenticarti che io ci sono sempre, per qualsiasi cosa chiama, avrai anche un coinquilino a quanto so, perciò fai la brava.."

Le sorrido.
Adesso che so che dovrò vivere con qualcuno nel mio appartamento, mi mette un po' di ansia, so che sarà un ragazzo, ma cerco comunque di guardare positivo e ringraziare il fatto che ho trovato un appartamento in un bel quartiere a poco prezzo.

Ho messo nella mia adorata valigia verde acqua, tutto il necessario per la mia sopravvivenza, anche le medicine e un kit per il primo soccorso per ogni evenienza. Ieri è stata una serata lunghissima, mia madre era tutta eccitata all'idea che partissi, anche Tom non era da meno.
Mi hanno messo davanti tutte le cose belle, per convincermi ancora di più, infatti quando gli ho detto di voler andare sono saltati in aria, esultando come matti.

L'aereo sta per partire do un ultimo abbraccio a mia madre e mi dirigo per la mia strada.
"Jennifer! Aspetta!" Sento urlare alle mie spalle.
Mi blocco e spalanco gli occhi sorpresa. Non può essere...
"Cameron? Nate?"mi giro lentamente.

"Mi scusi signore, non può passare di qui senza biglietto." Dice un signore in modo brusco.
"Mi lasci, devo andare da quella ragazza li in fondo!" Mi indica.

Stringo i denti e guardo da un altra parte, andando sempre dritto. Non ci posso credere, ma come gli è venuto i mente di seguirmi?? Anche in aereo porto? Non vedo l'ora  di andare via e non vederlo più.

"Jennifer aspetta. Cameron vuole chiederti scusa,ha cercato su internet i voli per New Orleans tutta la notte sperando di vederti. Ha quasi rischiato di prendersi una multa per arrivare fin qui,  almeno ti prego accetta le sue scuse!" Urla Nate facendomi girare.
Cameron non ha sentito nulla di tutto ciò, e continua ancora ad insultare l'hostess e il capo cercando di passare in qualche modo.

Cameron è con le lacrime agli occhi, irritato e questa cosa mi fa venire un forte senso di colpa, anche se non dovrei.
"Signorina la prego, di venire con me, l'aereo sta per partire." Mi dice una hostess facendomi cenno di seguirla.

"Non farlo Jen...mi dispiace." Urla Cameron in modo disperato.
Nate mi guarda intensamente sperando un mio passo indietro, ma purtroppo riesco a dire con un leggerlo filo di voce, soltanto:
"È troppo tardi, Cameron."

Guardo un ultima volta loro due, che stavolta litigano, come facevano sempre. Credo avrò un po' di nostalgia, ma cerco di non pensarci. Vedo mio fratello prendere il controllore per il collo della maglietta, dopo che lo aveva spinto via dalla riga e urlargli contro.

*A mio fratello.. *quasi rido per come l'ho etichettato.
Salgo le scale pronta a salire,non ho detto nè a Nate nè a mio padre, la data esatta di quanto sarei rimasta,non lo sapevo neanche io, ma sono sicura che non avrei rivisto Cam per un bel po'.

Lui mi rivolge uno sguardo, ma non ricambio perché mi giro all'istante.

"Arrivederci, Los Angeles." Mormoro guardando il finestrino. Ormai Cameron fa parte di una vecchia vita. La scatola che avevo in mano si rovescia dopo che una signora mi spinge, da lì cade un album.
Mi siedo, e lo sfoglio lentamente, in una di queste foto, con la famiglia, con gli amici; c'è Cameron. presuppongo che mia madre abbia fatto questo album molto prima, quando ancora non sapesse della mia lite con lui.

Gli occhi si fanno lucidi in un attimo, non riuscendo a sopportare il dolore. Rimango a fissare il contenuto immobile, mentre vago con i ricordi sperduti della mia memoria. Con le mani tremanti attraverso ogni pagina che sembra toccare il mio cuore. Il mio primo giorno i scuola, la prima partita, la mia camera, tutto quello che adesso sembra soltanto un ricordo.
Non sto partendo per sempre, questo lo so, ma non penso di ritornarci presto.

CAMERON POV'S
"Cazzo cazzo! Non ci voleva perché non è rimasta?" Urlo chiamando un taxi.

"Avrei delle risposte in merito Cameron." Mi risponde Nate sbuffando.
Sospiro e torno a casa, chissà come si troverà lì da sola, studiando in un luogo dove non conosce nessuno. Davvero mi ha già dimenticato? Davvero non gliene importa più niente di me?

Devo avere delle risposte. Devo convincermi che tutto questo sia stato solo un caso anche se i fatti sono questi.
"Papà! Dove sei? Papà!"Grido entrando, sbattendo la porta alle mie spalle.

"Cos'hai da urlare tanto?" Arriva preoccupato dopo pochi secondi.
"Dimmi la verità, tu e Sandra eravate spostati?"
Ne ho veramente abbastanza.

Lui rimane sorpreso per un po'.
"Perché mi chiedi questo? No affatto." risponde in modo quasi convincente.

"Non mentire papà, cazzo! So tutto ormai non devi più mentire!"
"Stai bene cameron? Credo che tu stia delirando, non ho avuto nessun matrimonio.." mi mette una mano sulla spalla. Mi sta prendendo in giro?
"Togli questa mano!"

"Perché non mi hai mai detto perché ci siamo trasferiti qui?"
"Perché ho conosciuto la madre di Nate."
Sbuffo, ed entro in cucina prendendo un bicchiere d'acqua fredda, per calmarmi. Non posso crederci, perché mentire ancora?

"Perché non hai impedito che Jennifer andasse via?" Domando.
"Ah lo hai saputo allora, beh scelta di Sandra di farle una sorpresa..."
"Si ma tu l'hai incitata a farlo!" Lo interrompo gridando come prima.
"Cameron non vedo quale sia il problema.."
"E me lo chiedi???"

Lui annuisce sorridendo.
"È l'età è normale che tu sia così irritante." dice andando via come se io fossi un pazzo, dove lui non vuole aver nulla a che fare.
"Sei davvero uno schifo come padre, perché mi nascondi delle cose cosi serie? Io e Jennifer siamo frat.."
"Ho una chiamata urgente devo scappare. Ne parliamo appena torno, con la speranza che tu ti sia calmato!" Mi interrompe uscendo di corsa con il telefono e la valigetta in mano.

Che bastardo...
"Ti odio!" Urlo sbattendo la porta della mia camera alle mie spalle.

Mi butto sul letto con le lacrime agli occhi.
Bene non vuole dirmi nulla? Allora mi costringe ad arrivare agli estremi rimedi.
Chiamo Nate, e lo faccio venire per cercar qualcosa che sicuramente mi sarà utile, nel suo studio. Dove appunto li, non mi fa mai entrare.

Mi segue attraverso il corridoio, piagnucolando.
"Dai Cam mi avevi detto che era urgente no? Non avrei mai pensato che saremmo dovuti entrare nell'ufficio di tuo padre. Io non devo nemmeno essere qui. Non voglio cacciarmi nei guai." Sbuffa Nate guardando l'orario.

"Cazzo quanto sei seccante e smettila."
Attraversiamo il corridoio e appoggio la mano sulla maniglia della porta. Quando però mi blocco improvvisamente. Sono sicuro di voler veramente frugare fra le cose di mio padre per scoprire la verità? E se scoprissi qualcosa che mi manderebbe in confusione? Non posso sapere cosa nasconde, la situazione adesso è già fin troppo complicata.

"Allora? Cameron? Apri?" Mi dice dandomi qualche colpetto.

Apro la porta con cautela, come se potesse cadere da un momento all'altro o fare rumore. Eppure mio padre non c'è, non ne avrei motivo.
La chiudo alle mie spalle.
"Trovato qualcosa?"

"Non siamo nemmeno entrati, Cameron, sta calmo." ridacchia Nate, vedendomi così preoccupato, credo di non essere mai stato così in ansia come adesso. Dopo la brutta giornata che ho passato...
"Non so..sono molto agitato." Mi giustifico muovendomi nella stanza.

Lo studio è abbastanza grande, luminoso come sempre e ordinato alla perfezione.

Sento cadere qualcosa alle mie spalle, col timore possa essersi rotto qualcosa di prezioso mi giro di scatto.
"Ma cosa fai?"
Nate porge la cornice che c'era su un mobiletto dietro la porta abbastanza nascosto, dove ritraeva me e Nate ad una partita di Basket.
"Non mi stavano bene i capelli lunghi? Facevo sempre impazzire le ragazze con quel ciuffo."

  "Ma perché ti ho chiesto aiuto?" Domando ironico.
"Perché senza di me sei perso ammettilo."

"Ti sembra il momento?"
Mi volto verso la libreria, e inizio a guardare i vecchi album di famiglia per scoprirne di più. A dire la verità non so dove mettere le mani, i libri sembrano tutti uguali, non vedo nessun album etichettato in modo diverso, oppure uno ben nascosto.
Conosco mio padre come le mie tasche, non butterebbe mai qualcosa di famiglia e tanto meno di tanto tempo fa.

Metto apposto anche la minima cosa, non voglio che si sappia che sono stato li. La cosa che mi fa più arrabbiare, è che non vedo nulla di strano, non vado mai nell'ufficio di mio padre, odia quando gli prendo le cose e sopratutto, quando guardo fra i suoi documenti personali.
"E se invece tuo padre si è trasferito qui per lavoro lasciando il matrimonio a metà?" Ipotizza.

Annuisco, che idea folle.
"Perché avrebbe dovuto?"
"Si dice che tuo padre abbia abbandonato Sandra e Jenny, no? Forse doveva partire per lavoro e ha conosciuto mia madre.."

"Impossibile, perché avrebbe dovuto nascondermelo?"
"Perché forse non è bello da dire?"

Mi cade un libro di mano. Mio padre non farebbe una cosa simile.
"La tua ipotesi non ha senso."

"E se invece si sono conosciuti al liceo? Prima di sposarsi forse sei nato tu e dopo un anno Jen, può darsi sai?" Dice dopo un po' di silenzio.

"Che stupidità, come mai poi tutt'un tratto si sono separati?"
"Ci sono molti motivi. Un litigio banale basta." ribatte.

"Impossibile, perché allora Sandra è venuta qui?"
"Non saprei veramente, ma comunque sia non volava che  Jennifer frequentasse il tuo stesso liceo..."
Annuisco, questo è vero. Ma chissà, ci sono molte ipotesi, chissà quale sarà la verità.

"Prova la." Con un accenno di testa, Nate, mi indica sotto la scrivania.

"Non lo avevo notato." Mormoro.
Con uno sguardo complice io e Nate camminiamo veloci dividendoci i compiti: io il cassetto di sopra, lui il cassetto di sotto.
"Pensi di trovare qualcosa, qui?" mi dice.
"Chi lo sa."

Il cassettone,è occupato da vecchi fogli. Documenti e foto ingiallite con il tempo, riconosco in questa foto mio padre con accanto una ragazza.
Non sembra somigliare a Sandra però.

"Cameron guarda qui!" Mi urla Nate euforico.
Vado per guardare quella foto, quando.......

N/A
Heyy, come va? Spero tutto bene! Scusate gli errori, e il capitolo un po' in ritardo, ieri sono stata piena di impegni, non ho potuto aggiornare.

Grazie tante per le 67k visualizzazioni, siete fantastici🌸

P.S I capitoli d'ora in poi saranno pubblicati ogni 10 giorni, ne un giorno in più ne un giorno in meno. Con la scuola non ho per niente tempo di aggiornare e tanto meno di scrivere i capitoli con lo studio pomeridiano, non mi va di aggiornare in ritardo...
Spero comunque che la storia vi stia incuriosendo, ci sto mettendo davvero tanto impegno💋
Con questo buonanotte mie carissime lettrici, vi voglio bene.👼🏻

Non dimenticatevi di lasciare un commento e una stellina! 💫

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