L'Angelo della Morte

By GinaPitarella

112K 8.1K 695

L'Angelo della Morte è un'assassina che molti considerano immortale, vaga sulla Terra da secoli per mietere l... More

Prologo 01
Prologo 02
Prologo 03
Parte prima: Iside. Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Parte seconda: Paine. Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Terza parte: la verità. Capitolo 1
Capitolo 2: i disegni dimenticati
Capitolo 3: L'incubo del passato ritorna
Capitolo 4: incubi
Capitolo 5: l'incontro con Robert
Capitolo 6: spiegazioni
Capitolo 7: l'Ordine entra in azione
Capitolo 8: un tuffo nel passato, il tradimento di Diana
Capitolo 9: la fine di Diana
Capitolo 10: la decisione di Paine
Capitolo 11: L'infanzia di Robert (prima parte)
Capitolo 12: l'infanzia di Robert (seconda parte)
Capitolo 13: L'infanzia di Robert (parte terza)
Capitolo 14: L'infanzia di Robert (quarta parte)
Capitolo 15: la prima e l'ultima
Capitolo 16: la fine di Frank
Capitolo 17: l'accordo tra Jack e Marco
Capitolo 18: un nuovo inizio
L'Angelo della Morte: Nella coltre oscura
Parte prima: Rivelazioni Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3: Nascosti ai confini del mondo
Capitolo 4: inganni
Capitolo 5: un incontro inaspettato
Capitolo 7: triste verità
Capitolo 8
Capitolo 9: i nodi si sciolgono
Capitolo 10: sviamento
Capitolo 11: I tormenti di Jack
Capitolo 12: La rivalsa di Marco
Capitolo 13: l'abisso
Capitolo 14: decisioni difficili
Capitolo 15: braccati
Capitolo 16: una trappola di ricordi
Capitolo 17: confrontarsi con l'abisso
Capitolo 18: sconfitta
Capitolo 19: una vittoria per Jack
Capitolo 20: <3
Capitolo 21: fuga
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24: pulizia
Capitolo 25
Capitolo 26: vendetta
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
Epilogo

Capitolo 6: omicidio tra i ranghi dell'Ordine

904 81 4
By GinaPitarella

Jack guidava come un forsennato per le strade trafficate di Roma, schivando pedoni e superando ogni ciclomotore che osasse rallentare la sua avanzata. Le gomme stridevano sull'asfalto e il volante compiva numerosi giri prima a destra e poi a sinistra, l'acceleratore era perennemente premuto.

Al suo fianco, Marco si reggeva forte al sedile, con il cuore in gola. Dopo tutti quegli anni non si era ancora abituato alla guida spericolata di Jack e non osava scambiare con lui neppure una parola per evitare di distrarlo.

Quella mattina gli uffici avevano ricevuto notizia di un nuovo omicidio dell'Angelo della Morte e, con grande sorpresa di tutti, era avvenuto a Roma, città che Azrael aveva sempre evitato. E, cosa ancor più grave, era stato un membro dell'Ordine ad essere colpito.

Jack voleva essere il primo a vedere il corpo e ora violava ogni legge del codice della strada per riuscirci. Il suo viso era teso, gli occhi attenti e i riflessi pronti; da quando era giunta la notizia i due non avevano scambiato neppure una parola. Con un guizzo veloce guardò l'ora, erano appena le nove. Finalmente si immise nella stradina che lo avrebbe condotto al complesso di villette in cui era stato ritrovato il cadavere.

Era stata la donna delle pulizie a rinvenire il corpo e aveva chiamato subito la polizia. Nelle forze dell'ordine militavano numerosi agenti di Raguel, che monitoravano i casi sospetti e li sottraevano alla polizia, avvisando immediatamente la sede centrale. Così era stato possibile tenere segrete le morti misteriose che Azrael si lasciava alle spalle.

Jack inchiodò davanti al nastro giallo che la polizia aveva disposto attorno all'abitazione. Vi si era riunito un numero nutrito di curiosi, che gli agenti tenevano in disparte rassicurandoli sull'accaduto, informandoli che la proprietaria di casa aveva subìto un furto, nulla di più.

Jack scese dalla vettura, una Toyota grigia, senza chiudere neppure lo sportello. Superò il nastro e corse dentro. La casa pullulava di agenti che raccoglievano indizi sotto l'occhio vigile e attento dei cavalieri – membri che nutrivano di molto più rispetto nell'Ordine.

Vide un giovane cavaliere scattare sull'attenti e andargli incontro, non dimostrava neppure vent'anni e le sue origini nordiche erano evidenti. Jack pensò che fosse stato messo alla porta elusivamente per accoglierlo e informarlo rapidamente degli eventi. Sorrise al pensiero che i cavalieri nutrissero tanto rispetto nei suoi confronti; non accadeva tanto spesso che un semplice agente facesse breccia nei cuori dei cavalieri. Questi erano allenati sin da piccoli a mantenere integro il corpo e la mente e la disciplina impartitagli era così ferrea da trasformarli in individui arroganti e pieni di sé.

«È stata lei?», gli chiese Jack senza lasciargli il tempo di eseguire il saluto militare.

«Non ci sono dubbi, stiamo aspettando il responso del medico legale.», gli disse il giovane. Si trattava di Giacomo Ferri, un ragazzo di famiglia media che non era entrato nell'Ordine per tradizione nobiliare ma solo per le sue doti fisiche.

Jack annuì e gli diede una pacca sulla spalla. «Rimani di guardia alla porta.»

Giacomo scattò sull'attenti, con il cuore ricolmo d'orgoglio per le attenzioni ricevute da Jack, l'agente migliore di cui l'Ordine di Raguel disponesse.

Marco lo raggiunse dopo poco e si unì a lui nei sopralluoghi. Non vi era stanza che non fosse stata messa a soqquadro alla ricerca di indizi sulla vittima.

«Jack, da questa parte.» Lo chiamò un uomo alto e allampanato, un comune agente di basso rango.

Jack si avvicinò all'uomo controvoglia, voleva vedere il cadavere e odiava le perdite di tempo. «Cosa c'è?»

L'uomo gli mostrò il materiale ritrovato in casa, decine e decine di giornali che riportavano notizie dei bambini che erano spariti negli ultimi dieci anni.

«Abbiamo controllato il computer della vittima, era zeppo di materiale pedopornografico, una cosa raccapricciante.», l'informò l'agente.

«Ciò non implica necessariamente che la vittima si sia macchiata di colpe simili.», rettificò Jack. «Era pur sempre un agente...»

«A quanto pare sì...», intervenne Marco. «... siccome Azrael si è interessato a lei.»

Jack lo guardò in cagnesco, odiava essere rimbeccato e soprattutto interrotto mentre parlava. «Dov'è il corpo, voglio vederlo.»

L'agente gli indicò la stanza e Jack vi si precipitò.

«Si può sapere che ti prende? Sembra che tu dubiti della sua colpevolezza!», strepitò Marco.

Jack superò il terriccio che imbrattava il pavimento e si ritrovò nella stanza della vittima. Le finestre erano state chiuse per evitare che i curiosi scattassero fotografie da vendere a qualche giornale e la scena era illuminata da enormi fari che circondavano la vittima.

Jack si avvicinò con calma al cadavere, memorizzando l'ambiente circostante. Emilia Endo giaceva sul pavimento, in una posizione scomposta, uccisa da una recisione all'aorta.

Sul volto della donna c'erano i chiari segni del passaggio di Azrael. Ma una ferita alla guancia attirò l'attenzione di Jack: la pelle le era stata asportata con cura chirurgica.

Marco gli si affiancò e dopo una rapida scorsa al cadavere gli disse: «Guarda gli occhi, ti basta?»

Jack corrugò la fronte, le orbite delle vittime di Azrael divenivano due pozzi neri, come se occhi e palpebre subissero una veloce decomposizione e quel tratto distintivo era la firma dell'assassina, era impossibile ritenere il contrario. Tuttavia gli occhi di Emilia non lo convincevano.

«Sembra che siano stati corrosi da un agente chimico...», sussurrò fra sé e sé. Alzò lo sguardo e scrutò il resto dell'ambiente; vide subito il tavolo al centro della stanza e le sedie messe alla rinfusa attorno ad esso, come se qualcuno le avesse spostate e poi si fosse accorto di non avere tempo per riordinarle perfettamente. Sul lavello c'erano segni più scuri di acqua evaporata, ma per il resto tutto era assolutamente in ordine. Qualsiasi cosa fosse accaduto, si era svolto attorno a quel tavolo.

Un uomo alto e magro come un chiodo era chino su Emilia e raccoglieva svogliatamente alcuni campioni di sangue. Era il medico legale. Si alzò per andare via e si accorse dei due. «Oh, Jack, vuole vedere il cadavere?», gli chiese, mettendosi in disparte.

Jack prese un tampone dal kit del medico e lo intinse nelle cavità orbitali. «Tracce di sangue.»

Marco si avvicinò con titubanza e prese il tampone, studiandolo con attenzione. «Hai ragione, solitamente la cavità ne è priva.»

«Sembra che siano stati asportati...», disse Jack, poi esaminò la ferita mortale. Il taglio al collo non era netto, la pelle appariva frastagliata e, anche se sul pavimento c'erano i segni di sangue tipici di una recisione aortica, il getto che aveva provocato non era naturale. Sembrava che qualcuno avesse magistralmente riprodotto lo spruzzo. Ma per quanto potesse essere in gamba l'assassino, non lo era abbastanza per ingannare Jack.

«Hai già finito l'autopsia?», chiese al coroner.

«Sì, non mi sembra necessario continuare. I segni di Azrael sono evidenti.»

Jack sbuffò. «Sei pagato profumatamente per il tuo lavoro.», sbraitò, attirando l'attenzione di tutti. «Portalo a termine. Misura la profondità e l'ampiezza della ferita. Voglio il referto dell'autopsia sulla mia scrivania entro due ore. Sono stato chiaro?», tuonò.

Il coroner raggelò e si rimise al lavoro.

«Andiamo via da qui, ho visto abbastanza.», disse a Marco. Si precipitò all'esterno e recuperò un flacone di pillole dalla tasca interna della giacca; ne ingoiò due e montò in macchina.

«Si può sapere cosa t'è preso?», proruppe Marco una volta che l'ebbe raggiunto.

Jack poggiò la testa sul sedile e si abbandonò al sapore amaro del farmaco. Sentì la pressione sanguigna scendere e la furia sbollire. Quando fu assolutamente certo di poter affrontare una conversazione con Marco, riaprì gli occhi. «Non è stata lei.»

Marco annuì. Non si sarebbe mai accorto delle differenze di quel caso con gli omicidi di Azrael se Jack non gli avesse mostrato quel tampone, non poteva far altro che riconoscere la sua superiorità.

«La stanza ha segni evidenti di colluttazione, come se l'assassino avesse una forza appena superiore a quella della donna, che ha saputo tenergli testa. Azrael, invece, non le avrebbe lasciato scampo.»

«Non ci avevo pensato...», ammise Marco.

Jack ghignò, non ne era sorpreso. «La vittima non è deceduta per il taglio alla gola e il corpo è stato certamente spostato. Poi l'asportazione della pelle, l'hai notata?»

«Sì, ma credevo fosse conseguenza di un'estenuante lotta.»

Jack scosse la testa. «Se così fosse, la ferita sarebbe stata imprecisa e forse la pelle sarebbe rimasta attaccata al volto, invece sembra che l'asportazione sia stata eseguita da un chirurgo esperto.»

«Chi pensi sia stato?»

Jack sorrise e mise in moto la macchina. «Un chirurgo che conosce bene la storia dell'Angelo della Morte, uno dei nostri...»

Le sue ultime parole fecero nascere, nella mente di Marco, un terribile sospetto.

Continue Reading

You'll Also Like

1.7M 77.7K 46
Primo libro della trilogia Infiltrata. Secondo libro: Infiltrata nel cuore. Terzo libro: Infiltrata nei ricordi. Alcune informazioni sono state ri...
21.6K 1.9K 65
Sono i discendenti di coloro che hanno distrutto il Milleocchi, salvando i piani e proteggendo la Legge e l'Equilibrio. L'Ordine è stato confinato...
193K 8.3K 51
Amy, una ragazza dal grande cuore con un passato molto complesso alle spalle. Una ragazza ibrido, nata da un Angelo e da un Demone. Una serie di even...
70.8K 1.6K 34
In giro per il web esistono molteplici raccolte di rituali e di storie su fantasmi e demoni, con istruzioni sul come effettuarli e su come evocare le...