«Va bene, non ho le forze per ribattere... accompagnami a casa!»
«Bene... andiamo!»
Mi sorpassa e io lo seguo fino alla porta d'ingresso, vedendolo prendere il mazzo di chiavi, metterselo nella tasca destra dei suoi pantaloncini neri della Nike, aprire la porta e uscire. Dopo che siamo entrambi fuori chiude la porta alle sue spalle e insieme iniziamo a incamminarci verso casa mia, mentre io faccio strada.
«Ti senti un po' meglio?» domanda dopo poco.
«Sì, camminare con questa leggera brezza mi sta facendo davvero bene... scusami, non volevo rovinarvi la serata» ammetto dispiaciuta mentre dei brividi di freddo mi fanno portare istintivamente le mani nelle braccia e strofinarle per riscaldarle.
«Hai freddo?»
«Siamo entrambi bagnati fracidi e con questa arietta sfido la gente che dice che un minimo di brivido non lo provi!» dico ridacchiando.
«In effetti prima di uscire potevamo cambiarci! Ti potevo prestare una mia maglietta... »
«Tranquillo, appena arrivo a casa mi faccio una doccia e poi sarò come nuova» proferisco ridendo.
«Comunque tornando al discorso di prima... non ci hai rovinato affatto la serata. Come hai ben potuto vedere gli altri due si stanno divertendo come due bambini delle elementari, quindi non sta ad avere in mente.»
«Posso farti una domanda?»
«Certo... dimmi pure!»
«Siete venuti qui, in un posto sperduto, per stare lontani dalla città e dalle persone o è solo una coincidenza?»
«Diciamo che volevamo stare per un po' in un posto dove potevamo fare quello che vogliamo, divertirci, senza essere fotografati e senza essere frenati dal fatto di commettere qualche errore che scatenasse l'inferno nei social.»
«Lo dici per via di un episodio che avete vissuto?»
«Sì, eravamo in una discoteca a Milano e io, Riccardo e Simone diciamo che abbiamo un po' alzato il gomito... due giorni dopo sui social sono uscite una marea di notizie, false, come a esempio che abbiamo provato ad adescare due minorenni nel retro del locale dopo averle offerto dell'acool... tutte assurdità insomma, quindi adesso abbiamo deciso che se vogliamo divertirci lo facciamo in un posto dove nessuno ci può far passare per quelli che non siamo. È stato Simone a trovare quella casa in affitto, così abbiamo preso la palla al balzo e siamo venuti qui anche per rilassarci un po'.»
«È davvero inaccettabile che pur di fare soldi i giornalisti inventano storie false sulle celebrità! Infatti io non credo mai ai pettegolezzi! Se la persona in questione ammette oppure ci sono delle prove schiaccianti sì, altrimenti per me è solo un frutto dell'immaginazione del giornalista che vuole mettere in cattiva luce una persona.»
«La pensassero tutti come te... »
«Dai, non demoralizzarti. Ormai indietro nel tempo non si può andare purtroppo, quindi adesso l'unica cosa che potete fare è dargli del filo da torcere a quelle persone che hanno creduto che tre persone come voi fossero davvero capaci di fare una cosa simile.»
«Scusa se te lo dico ma come fai ad avere tutta questa sicurezza che siamo delle brave persone? Voglio dire, non ci conosciamo tanto... »
«Lo so, ma diciamo che dai vostri occhi ho dedotto sin da subito che non siete delle brutte persone, ovviamente come tutti penso abbiate fatto anche voi delle cazzate, ma da lì a pensare che siete delle persone che adescano le persone per scopi sessuali o altro è proprio impensabile per me, anche perché se lo foste stati a quest'ora mi avreste già aggredita o peggio. Per quel poco che ho potuto intuire su di voi ribadisco il fatto che mi sembrate delle brave persone!»
All'improvviso mi afferra la mano e mi fa fermare dalla camminata, mi guarda dritto negli occhi senza dire nulla e poi mi spinge verso di lui, avvolgendomi tra le sue muscolose braccia.
«Grazie, anche se può sembrare strano, avevo proprio bisogno di sentirmi dire queste parole!»