La Tatocrazia

By LordCousland

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Dopo la terribile pandemia Covid, durante la quale l'umanità ha dato il peggio di sé, il mondo sta marciando... More

PERSONAGGI
PROLOGO
CAPITOLO 1: L'ARRIVO DI TATA SONIA
CAPITOLO 2: LA PRIMA PUNIZIONE
CAPITOLO 3: IL CAMBIO DEL PANNOLINO
CAPITOLO 4: PAPPA
CAPITOLO 5: LEZIONI DI IGIENE
CAPITOLO 6: INCONTRO AL PARCO
CAPITOLO 7: LA RAGAZZA
CAPITOLO 8: DALLA PARRUCCHIERA
CAPITOLO 9: CAPRICCI ED INCIDENTI
CAPITOLO 10: RITORNO A CASA
CAPITOLO 11: CAMBIAMENTI
COMUNICAZIONE AI LETTORI
CAPITOLO 12: TEMPO DI RELAX
CAPITOLO 13: POMERIGGIO CON LA TATA
CAPITOLO 14: BAGNETTO
CAPITOLO 15: LA MESSA A LETTO
CAPITOLO 16: RICCARDO VA ALL'ASILO
CAPITOLO 17: LE MAESTRE
CAPITOLO 18: IL PIANO DI ALICE
CAPITOLO 19: ALICE LE PAGA TUTTE
CAPITOLO 20: TUTTI IN MENSA
CAPITOLO 21: LA MESSAGGERA DEL SOGNO
COMUNICAZIONE AI LETTORI 2
CAPITOLO 22: QUALCHE RISPOSTA
CAPITOLO 23: COLLOQUIO GENITORI-INSEGNANTI
CAPITOLO 24: INCIDENTI DI VARIO TIPO
CAPITOLO 25: VIDEOCHIAMATA
CAPITOLO 26: INIZIA IL PIGIAMA PARTY
CAPITOLO 27: IL CUORE DI RICCARDO
CAPITOLO 28: EDUCAZIONE SPECIFICA
COMUNICAZIONE AI LETTORI 3
CAPITOLO 29: DURO LAVORO E MERITATO RELAX
CAPITOLO 30: L'EPOPEA DEL PARCO GIOCHI
CAPITOLO 31: NAUGHTY DREAMER
CAPITOLO 32: SI TORNA ALL'ASILO
CAPITOLO 33: LA LEZIONE SPECIALE
CAPITOLO 34: LA PUNIZIONE DELLA MAESTRA
CAPITOLO 35: RIVELAZIONI
CAPITOLO 36: ELEONORA HA UN PROBLEMINO
COMUNICAZIONE AI LETTORI 4
CAPITOLO 37: VISITA A SOPRESA
CAPITOLO 38: RICCARDO & FRANCESCA
COMUNICAZIONI AI LETTORI 5
CAPITOLO 40: AL SUPERMERCATO

CAPITOLO 39: REGOLE STRADALI

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By LordCousland

Dopo il cambio del pannolino, Riccardo e Francesca furono fatti riunire al resto delle loro compagne.

Eleonora guardò Riccardo, squadrandolo da capo a piedi. Era incuriosita dal perché il suo ragazzo si fosse voluto appartare con la riccia, glielo si leggeva negli occhi, eppure non disse nulla: aveva verso di lui una totale fiducia ed era certa qualsiasi fosse la questione di cui aveva dovuto parlare in privato con Francesca non fosse niente di legato alla loro relazione.

"Possiamo andare avanti con la prossima lezione o c'è qualcun altro che ha bisogno di qualche sculaccione di incoraggiamento?" domandò Milena, interrompendo il filo dei pensieri della castana e attirando l'attenzione di tutti su di sé.

Tutti quanti scossero la testa freneticamente, ottenendo in risposta il sorriso di tata Rossella.

"Molto bene." disse proprio quest'ultima, battendo le mani "Forza, tutti in fila per due. Abbiamo perso fin troppo tempo."

I ragazzi ubbidirono senza fare storie, formando una fila ordinata nel solito modo in cui erano ormai abituati.

Riccardo strinse forte la mano di Francesca, come a cercare il suo supporto. Li aspettava un compito difficile, eppure sentiva di poter fare affidamento su di lei.

La riccia gli rivolse un sorriso, rincuorandolo. Anche lei sentiva di potersi fidare completamente di lui.

Al cenno della maestra, tutta la colonna cominciò a muoversi, seguendo la Tata. Uscirono dalla sala ricreazione e, senza fare deviazioni strane, tornarono alla loro aula. Entrando in essa, saltò subito all'occhio di tutti loro una figura che si ergeva davanti alla cattedra.

La figura in questione era una donna piuttosto alta, sui 35 anni, con capelli nerissimi raccolti in una coda di cavallo, magra ma robusta, vestita con un paio scarpe nere, pantaloni neri anch'essi tenuti fermi in vita da una cintura bianca. Indossava una camicetta azzurra con colletto alto a maniche corte con finiture bianche, sulla quale svettava la targhetta con scritto "polizia municipale" con al di sotto il simbolo proprio di quel corpo di sicurezza. Sul capo portava un cappello bianco dalla base nera, sul quale era impresso lo stesso simbolo della camicetta. Aveva due oggetti in cintura: un walkie talkie e una grossa paletta rotonda bianca con interno rosso. I suoi occhi verde chiaro trasmettevano una grande severità.

"Buongiorno, signora Tata." disse non appena ebbe tata Rossella in visuale "Quando vuole sono pronta a cominciare."

Rossella le rivolse un sorriso, rispondendole "Sempre solerte. Ottimo. Faccio mettere i bimbi ai rispettivi posti e potrai cominciare."

La donna annuì e non disse nulla, limitandosi a guardare mentre tata Rossella faceva accomodare i ragazzi ai rispettivi posti.

Riccardo si sedette al proprio banco, accanto a Francesca, ma aveva continuato a tenere d'occhio la donna. Questo perché la conosceva fin troppo bene: si trattava di Ilaria, la vigile urbana del paese. Con il suo vizio di parcheggiare dove non si sarebbe potuto e l'abitudine di andare oltre il limite, quella donna gli aveva già dato diverse multe e diverse volte ci aveva litigato anche veementemente.

Il ragazzo ricordò una delle più recenti, in cui era andato a fare acquisti al supermercato: aveva parcheggiato in un posto auto riservato ai disabili, e quando era tornato alla macchina aveva trovato Ilaria che stava mettendo una multa nei tergicristalli. Era andato verso di lei intimandole di toglierla, e tutta la piazza aveva sentito la sfuriata di entrambi. Fu solo perché non voleva finire troppo nei guai che non le aveva messo le mani addosso, anche se ne ebbe la tentazione. Alla fine, comunque, dovette pagarsi la multa e se ne era andato facendole il dito medio. Deglutì pesantemente a quel ricordo, sperando che la donna non lo notasse.

Una volta che tutti si furono accomodati, tata Rossella si mise seduta dietro alla cattedra, mentre Milena stette in piedi di fianco a lei.

A quel punto, la donna prese parola "Molto bene, bimbi. Io mi chiamo Ilaria, e mi occupo della sicurezza stradale in questo comune. In quanto vigile urbano, il mio compito è intervenire per regolare il flusso del traffico, aiutare gli studenti che escono da scuola su strade molto trafficate, svolgere attività di controllo e tutela dell'ambiente, del territorio e della qualità della vita, garantire il rispetto delle ordinanze comunali e applicare sanzioni ai trasgressori... in particolare a certi automobilisti della domenica."

Disse l'ultima frase guardando intensamente Riccardo. Le sue speranze che non lo notasse erano appena colate a picco.

"Dato che i piccoli di casa non guidano, però, oggi vi parlerò dei vostri diritti e obblighi come passeggeri e soprattutto come pedoni."

Dopo aver così parlato, prese dei gessetti colorati e cominciò a scrivere sulla lavagna. Fece tre simboli: un cerchio interamente blu, un triangolo rosso con interno bianco e un cerchio rosso con interno bianco.

Si voltò poi verso la classe, dicendo "Dunque, bimbi, questi sono i tre principali cartelli segnaletici. Chi di voi sa dirmi cosa significano?"

Appoggiò il gessetto sul cerchio blu e aggiunse "Partiamo da questo. Chi di voi sa cosa significa? Su, non siate timidi, non vi mangio mica."

Alessandra alzò la mano, pronta a rispondere.

"Dimmi pure, cara." la esortò Ilaria.

"Dovrebbe essere un segnale di obbligo." disse.

La vigilessa annuì, rispondendo "Bravissima, è un segnale di obbligo. Quando trovate questo segnale, significa che siete obbligati a seguirlo. Chi vuole farmi un esempio?"

Eleonora alzò la mano, e una volta autorizzata a parlare disse "Se c'è il simbolo di un omino indica il percorso pedonale, per cui i pedoni devono passare lì."

Ilaria annuì, soddisfatta.

"Esattamente, è un buon esempio. Il segnale blu, o segnale di prescrizione, indica una cosa che siete tutti obbligati a fare quando li vedete. Non fare quanto indicato dal cartello può prevedere una sanzione. Quindi tornando all'esempio della vostra compagna, se vi becco a camminare in mezzo alla strada in una zona dove c'è il cartello che indica il percorso pedonale vi do una bella sanzione."

Ciò detto, toccò con il gessetto il secondo simbolo che aveva disegnato, ovvero il triangolo rosso.

"Questo, invece? Chi vuole dirmi cosa significa?"

Ad alzare la mano fu Miriam, che su esortazione di Ilaria rispose "Non è un segnale di pericolo?"

"Esattamente, piccolina, segnale di pericolo. Quando lo vedete, significa che dovete stare attenti ad un potenziale pericolo. C'è qualcuno che vuole farmi un esempio?"

Gabriella alzò la mano, chiaramente eccitata all'idea di rispondere.

Ilaria fece un leggero sorriso alla scena, per poi dire "Dimmi pure, prima di fartela addosso."

Gabriella annuì convinta, rispondendo "Questa la so! Lo si vede fuori dalle scuole, con il simbolo di un bambino e di una bambina. Indica agli automobilisti di andare piano perché c'è il pericolo di attraversamenti improvvisi."

"Complimenti. Sì, esatto. Il segnale a triangolo indica pericolo, quindi è un invito a tenere gli occhi aperti e a prestare attenzione. Quindi, con questo esempio, se dovessi beccare un automobilista che sfreccia a tutta velocità vicino a questo cartello gli do una bella sanzione."

Ilaria indicò il terzo segno, quello rosso tondo, e guardò dritta in direzione di Riccardo facendogli correre un brivido lungo la spina dorsale.

"E questo? Chi vuole provare a dirmi il suo significato?" chiese, spostando lo sguardo sulle ragazze che non avevano ancora parlato.

Francesca alzò timidamente la mano, e una volta che la vigilessa le ebbe dato l'autorizzazione per parlare disse "Dovrebbe... dovrebbe essere un... cartello di divieto."

"Certo, è un segnale di divieto." confermò Ilaria "Quando vedete questo cartello, vuol dire che ciò che è segnato non va assolutamente fatto. Facciamo un esempio."

Guardò di nuovo Riccardo, con ancora più fermezza, e aggiunse "Magari vuoi farcelo tu?"

Riccardo deglutì, per poi dire "Ecco, io..."

"Oh, lascia che ti dia una mano." lo interruppe "Immagina che sia con fondo blu e percorso da una linea rossa diagonale. Sono certa che è un segnale che hai già visto."

Il ragazzo arrossì come un pomodoro. Certo che l'aveva già visto, e l'aveva sempre ignorato.

"Divieto di sosta..." mormorò.

"Non ho sentito. Puoi alzare la voce?"

"È un segnale di divieto di sosta." ripeté "Indica una zona in cui c'è divieto di sostare con l'auto."

"Ah, allora lo sai." disse, con un tono a metà tra lo stizzito e il soddisfatto "Questo cartello indica un divieto, quando lo vedete non dovete per nessuna ragione fare quanto indicato. Per il divieto di sosta, ad esempio, se becco un automobilista parcheggiare in una zona contrassegnata da questo cartello gli do una bella sanzione."

Continuando a guardare Riccardo, aggiunse "Ce ne sono parecchi di furbastri che ignorano questo cartello, sapete? In caso di recidività, la sanzione deve essere particolarmente memorabile."

Riccardo abbassò lo sguardo, sentendosi particolarmente colpevole. Non era passato così tanto tempo dalla sua ultima discussione con lei, ma ormai non era più così sicuro di sé, si sentiva come un bambino di fronte ad un'adulta.

Dopo essersi assicurata che tutti avessero assimilato i concetti, Ilaria decise di continuare la propria lezione.

"Ora che abbiamo visto i segnali base, passiamo ai doveri dei pedoni." disse "Quelli che io chiamo gli otto precetti del buon pedone."

Aprì la mano, mostrando il palmo alla classe.

"Sentiamo, qualcuno vuole provare ad indovinarli?"

Alice scrollò le spalle, e dopo aver alzato la mano disse "Immagino uno sia non attraversare fuori dalle strisce pedonali."

"Esatto, il primo punto è proprio questo. Poi?"

"Non sostare sulle strisce?" fece Fabrizia.

"Non ho visto la mano alzata..."

Fabrizia sbuffò e alzò la mano, per poi ripetere quanto detto una volta chiamata.

"Ecco, meglio." fece Ilaria "Anche il secondo punto è corretto: non sostare, specialmente in gruppo, sulle strisce pedonali. Altro?"

Dato che nessuno disse più nulla, la vigilessa trasse un profondo sospiro.

"Certo che voi bimbi ne sapete poco di codice della strada. Beh, per fortuna ci sono io." disse.

Cancellò la lavagna e fece un elenco puntato di otto punti. Ai primi due, scrisse quanto già detto dalle ragazze.

Scrisse quindi gli altri punti: camminare contromano se manca il marciapiede; dare la precedenza alle macchine in assenza di strisce pedonali; non attraversare davanti agli autobus e ai tram in sosta alle fermate; non attraversare diagonalmente incroci o slarghi; non usare skateboard, pattini o monopattini sulla carreggiata; con la bicicletta circolare solo sulla pista ciclabile o in assenza di essa sulla strada, mentre i bimbi sul marciapiede.

Per assicurarsi che tutti memorizzassero quelle importanti regole, fece alzare i ragazzi uno ad uno e gliele fece ripetere ad alta voce due volte. Fu alquanto imbarazzante, ma meno rispetto ad altro che avevano sopportato in quei giorni.

"Ottimo. Ora veniamo ad un'altra regola assolutamente fondamentale."

Con quelle parole, Ilaria disegnò sulla lavagna un'automobile.

"Quando siete come passeggeri in una macchina... cosa dovete indossare?" chiese.

"Io lo so!" fece Miriam "È la cintura di sicurezza!"

"Esatto." annuì la vigilessa "È una delle cose più importanti in assoluto da tenere a mente. La cintura di sicurezza va sempre indossata, perché può salvarvi la vita."

Ilaria sottolineò per bene la cosa, spiegando per filo e per segno tutti i rischi legati ad un uso non corretto della cintura di sicurezza. Una volta terminato, continuò la lezione con altre questioni come il funzionamento dei semafori, il significato dei segni fatti dai vigili, una serie di norme di buon senso da seguire in strada e così via.

"Sono molto soddisfatta della vostra attenzione." disse, una volta concluse tutte le spiegazioni "Ora sapete cosa dovete fare e cosa no in strada, in modo da essere sicuri ed evitare sanzioni."

Fece un sorrisetto, poi aggiunse "Quasi dimenticavo. Le sanzioni. Dobbiamo parlarne."

"Cosa c'è di cui parlare?" sbuffò Alice "Sono multe."

"Non proprio. O almeno, non più."

Quella frase ebbe il potere di far drizzare le orecchie a tutti quanti. Cosa intendeva dire?

La spiegazione non tardò ad arrivare. Infatti, Ilaria fece di nuovo un sorrisetto e spiegò "Prima della Tatocrazia, chi non rispettava il codice della strada prendeva una multa, ovvero una sanzione monetaria, talvolta accompagnata dalla decurtazione di punti dalla patente. Tuttavia, questo sistema era profondamente ingiusto."

"Ingiusto?" chiese Eleonora, perplessa.

"Esattamente. Provate a pensarci. Su chi pesavano le multe?"

"Umh... sui poveri?" ragionò Gabriella.

"Giusto. I poveri dovevano pensare alle multe, mentre i ricchi potevano semplicemente infrangere le regole e ciò non avrebbe minimamente pesato sulla loro situazione. Come se ciò non fosse bastato, era possibile evitare di perdere punti sulla patente semplicemente pagando di più." spiegò la vigilessa "Ma ora, grazie alla Tatocrazia, è in vigore un sistema più equo e giusto."

"Posso immaginare quale..." mormorò Francesca.

Ilaria continuò: "Ora, quando qualcuno commette una violazione, riceve una bella sanzione. E la bella sanzione in questione è una serie di sculacciate con la paletta d'ordinanza."

Con quelle parole, prese la paletta segnaletica dalla cintura e se la batté sulla mano libera, emettendo un rumore sordo che come reazione fece stringere le natiche a tutti i terrestri presenti, perfino a Milena.

"Una decina di colpi di questa fanno rigare dritto qualsiasi automobilista indisciplinato, ricco o povero che sia." disse "A quanto pare questo sistema ha ridotto quasi a zero gli incidenti su Myn, e sono certa che anche qui avrà grandi risultati."

Non appena la vigilessa ebbe finito di parlare, Rossella sorrise e si alzò dalla sedia, guardando i ragazzi della classe.

"La lezione è finita, e anche la giornata all'asilo. Le vostre Tate stanno venendo a prendervi... ma prima la signora Ilaria ha una discussioncina da fare con uno di voi."

Le ragazze si guardarono tra loro perplesse, ma Riccardo era perfettamente conscio di chi fosse la persona a cui si riferiva.

Tata Rossella, infatti, diede disposizione alle ragazze di mettersi in fila e seguire Milena, dicendo che lei e Riccardo le avrebbero raggiunte presto.

Le fanciulle non protestarono, ma mentre ubbidivano e uscivano dall'aula tutte rivolsero a Riccardo un rapido sguardo. Eleonora, Gabriella e Francesca, in particolare, sembravano preoccupate per lui.

"Buona fortuna." le sussurrò infatti la sua fidanzata, passandogli accanto.

La ringraziò con un movimento del capo. Apprezzava veramente tanto il suo sostegno e gli era particolarmente riconoscente per essere al suo fianco. Amava davvero tanto quella fanciulla.

Una volta che Milena ebbe condotto fuori le ragazze, il giovane si ritrovò così nell'aula da solo con tata Rossella e la vigilessa Ilaria, entrambe intente a guardarlo. Si sentiva come un pezzo di carne particolarmente gustoso ad un ritrovo di amanti del barbecue.

A interrompere il silenzio fu la voce di Ilaria, che parlò con un sorrisetto stampato in faccia.

"Riccardo, Riccardo, Riccardo." disse "Chi l'avrebbe mai detto che uno dei più scapestrati autisti della zona finisse qui all'asilo."

Dovette sforzarsi parecchio per non risponderle male come faceva di solito, con frasi decisamente poco carine sia sulle forze dell'ordine che sulle donne in generale e lei nello specifico.

"Senta, mi dispiace." disse invece, ricordandosi anche di usare il lei "Possiamo dimenticare il passato?"

"Assolutamente no." rispose però la donna "Dal passato dobbiamo imparare, se lo dimentichiamo non impareremo mai nulla."

Il ragazzo non poté che darle ragione: dal passato bisogna sempre imparare, altrimenti si rischiano di ripercorrere gli stessi sbagli come, ad esempio, votare per partiti che usano simboli di regimi passati.

Sospirando, Riccardo chiese quindi "Cosa vuole che faccia?"

Ilaria prese la sedia della maestra e la posizionò davanti alla cattedra, per poi sedersi su di essa.

"Vieni qui." gli ordinò.

Con un pesante sospiro, il ragazzo si alzò e raggiunse la donna, posizionandosi davanti a lei.

"Mi lasci indovinare... devo finire sulle sue ginocchia?"

"Bimbo sveglio." confermò lei "È una richiesta della tua Tata, per correggere tutte le volte che ti sei comportato male con me... ma non nego di averne una gran voglia anch'io. L'ultima volta, quando mi hai fatto il dito medio, ho seriamente avuto la tentazione di dartele."

"Ha ragione. Senta, davvero, mi dispiace per come mi sono comportato."

"E fai bene a dispiacerti, dato che presto avrai il sedere bollente."

Senza dire null'altro, Ilaria afferrò Riccardo per un polso e se lo tirò sulle ginocchia, bloccandolo in posizione premendogli contro la schiena il suo polso destro con la propria mano sinistra. Nell'istante subito successivo gli alzò il grembiulino e gli slacciò la parte posteriore del pannolino, lasciandolo a sedere scoperto.

Riccardo sussultò per la rapidità dell'azione, e avendole prese da poco da Milena non era certo ansioso di una nuova sculacciata. Perlomeno né quella precedente né quella che stava per arrivare erano da parte di una Tata.

"Userà la paletta?" chiese, preoccupandosi all'idea.

"Ovviamente. Così imparerai a..."

"No."

A interrompere la vigilessa fu tata Rossella, che la guardò severamente. Tale intervento fece trarre un sospiro di sollievo a Riccardo, non certo ansioso di prenderle con quell'affare per il traffico.

"Niente paletta." disse infatti la maestra Tata "La situazione non lo richiede."

"Ma Tata..."

"Non voglio sentire ma. È una lezione per gli errori passati, non deve essere eccessiva. Il contesto non richiede troppa severità."

Ilaria annuì, arrossendo lievemente. Evidentemente non si aspettava che la maestra intervenisse per correggerla. Poco male, si sarebbe limitata alla mano.

La donna tornò a guardare il sedere di Riccardo e si preparò, alzando una mano.

Il ragazzo strinse i denti, preparandosi mentalmente. Il primo colpo, parecchio forte, cadde sulla parte alta della natica destra, strappandogli un mugugno.

"Questo è per tutte le volte che hai parcheggiato in divieto di sosta."

Con quelle parole, Ilaria sferrò nove possenti sculaccioni a piena forza che strapparono al ragazzo ben più di qualche gridolino. Per essere una terrestre era parecchio forte, e sembrava determinata a far sì che la lezione fosse memorabile. I colpi, appunto molto forti, erano dati abbastanza lentamente e lasciati cadere casualmente, senza un pattern preciso, ma erano tutti nella parte alta del sedere.

"Questo invece è per tutte le volte che hai superato il limite di velocità."

Altre dieci pacche, sempre a piena forza e con un ritmo moderato, caddero sulle natiche del ragazzo seguendo sempre un pattern casuale. Quei colpi fecero più male, giacché caddero in parte sulla seduta.

Quei venti colpi, seguiti comunque a quelli di Milena con la pagaia meno di un'ora prima, furono sufficienti a far inumidire gli occhi del ragazzo. Al ventesimo, le lacrime cominciarono a rigargli le guance, accompagnate da lievi singhiozzi.

"E infine, questo è per tutte le volte che mi hai mancato di rispetto."

Lasciò cadere altri dieci colpi, con la stessa forza, lo stesso ritmo e la stessa alternanza caotica, ma mirando esclusivamente alla seduta. Quei colpi fecero molto più male e Riccardo non riuscì a non scoppiare a piangere.

"Ilaria, sai come concludere?" domandò Rossella.

Ilaria la guardò perplessa "Umh... no. C'è un modo particolare?"

"Certamente." spiegò la Tata "Alza del tutto il braccio, concentra tutta la tua forza e dai un unico colpo, il più forte di tutti, esattamente al centro del sedere."

"Davvero? Al centro?"

"Sì, in questo modo il cervello del punito lo registrerà meglio. Se l'ultimo colpo cade su una sola delle natiche, la punizione sarà squilibrata."

"Oh, capisco."

Così, Ilaria alzò la mano al limite dell'altezza concessa dal suo braccio e, utilizzando tutta quanta la propria forza, lasciò cadere uno sculaccione fortissimo al centro del sedere del ragazzo, facendogli cacciare un grido.

A quel punto Ilaria lo lasciò andare, gli rimise a posto pannolino e grembiulino e gli permise di alzarsi.

Riccardo si rimise in piedi, asciugandosi gli occhi e strofinandosi il sedere dolorante. Certo che Ilaria ce l'aveva davvero messa tutta.

Mentre lui continuava a massaggiarsi la parte leso, la vigilessa lo guardò severamente e gli disse "So che per i prossimi anni starai sul seggiolino, ma quando riavrai la possibilità di guidare non voglio più situazioni spiacevoli come quelle che ti hanno coinvolto finora. Sono stata chiara, Riccardino?"

Riccardo annuì rapidamente, replicando "Chiarissima, signora. Mai più."

"Lo spero. Altrimenti cosa succederà?"

"Me le dà..."

"Cosa ti do, esattamente?"

Riccardo sospirò, per poi dire "Le sculacciate."

"Sì, le sculacciate. E saranno con la paletta per il traffico."

A quel punto, Ilaria gli rivolse un genuino sorriso e aggiunse "Ma sono certa non servirà, non dopo che avrai completato la tua educazione specifica. Non mi piace punirti, sai? Lo faccio perché le strade devono essere sicure."

Come ebbe finito di parlare, prima che Riccardo potesse replicare, lo strinse forte a sé in un abbraccio. Era la prima volta che il ragazzo vedeva la vigilessa slanciarsi in un gesto di affetto.

"Tutto perdonato, caro." disse "Non farlo più, ok?"

Riccardo annuì, contraccambiando l'abbraccio. Sentì quanto Ilaria in fondo volesse solo il bene dei cittadini del suo comune, di quanto non fosse una fiscalista fissata con il regolamento ma semplicemente una persona che teneva alla sicurezza.

Sicurezza, protezione, amore... era quello che mancava alle Tate Rosse, ed era per quello che avrebbe fatto ogni cosa in suo potere per impedire il loro risveglio.

Dopo qualche secondo, i due si staccarono e Riccardo, calmatosi, contraccambiò il sorriso di Ilaria.

"Signora Ilaria?"

"Sì, caro?"

"Grazie. Ne avevo bisogno."

La vigilessa gli scompigliò delicatamente i capelli e lo salutò. A quel punto, tata Rossella lo prese per mano e dopo avergli sorriso lo accompagnò dalle sue compagne, ove Sonia sarebbe venuta a prenderlo.

Era stata una giornata veramente intesa... chissà cosa lo avrebbe aspettato il giorno dopo.



Spazio autore

Ed ecco il nuovo capitolo, finalmente. Colgo l'occasione per ringraziare tutti voi lettori per la vostra infinita pazienza. 

Dunque, ho un altro paio di comunicazioni da fare. 

Prima di tutto, sto scrivendo una storia in collaborazione con Almy99, una fanfiction a tema Yu-Gi-Oh! chiamata Yu-Gi-Oh Zexal - Legami di Sangue. Se vi va andate a dare un'occhiata, ci stiamo mettendo tutto il nostro cuore, la trovate sul suo profilo.

Secondo, sempre se vi piace Yu-Gi-Oh, mi sento di consigliarvi la fanfiction Yu-Gi-Oh Eclipse di roxen1201, che a mio avviso merita.

Ciò detto, auguro a tutti voi buone feste, e un felice 2024. Che sia un anno pieno di gioia, allegria e sculacciate ;)

A presto,

LordCousland

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