Dimmi che dobbiamo stare insi...

By ArcticBlast

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Amelia e Giulio sono finalmente riuniti. Sono una famiglia adesso. Si amano. Tutto sembra aver trovato un equ... More

Capitolo I
Capitolo II
Capitolo III
Capitolo IV
Capitolo V
Capitolo VI
Capitolo VII
Capitolo VIII
Capitolo IX
Capitolo XI
Capitolo XII
Capitolo XIII
Capitolo XIV
Capitolo XV
Capitolo XVI
Capitolo XVII
Capitolo XVIII
Capitolo XIX
Capitolo XX
Capitolo XXI
Capitolo XXII
Capitolo XXIII
Capitolo XXIV
Capitolo XXV
Capitolo XXVI
Capitolo XXVII
Capitolo XXVIII
Capitolo XXIX
Capitolo XXX
Capitolo XXXI
Capitolo XXXII
Capitolo XXXIII
Capitolo XXXIV
Capitolo XXXV
Capitolo XXXVI
Capitolo XXXVII
Capitolo XXXVIII
Capitolo XXXIX
Capitolo XL
Capitolo XLI
Capitolo XLII
Capitolo XLIII
Capitolo XLIV
Capitolo XLV
Ringraziamenti

Capitolo X

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By ArcticBlast

"Senti, qui di donna incinta basto io perciò vedi di non rubarmi la scena!".

"Giorgia!" la riprendo.

Ci siamo riunite nella sua camera da letto.

È talmente vicino al parto che i dottori le hanno consigliato riposo assoluto.

Elisa passa quasi ogni sera a trovarla.

Così ci riuniamo nel lettone e parliamo.

Ho raccontato loro della serata passata con Giulio.

"Quante volte lo avete fatto prima di tornare a casa vostra?".

"...due".

"Direi che il rischio c'è" mi prende in giro mia cugina.

"No, non sono incinta...siamo stati attenti".

"L'ultima cosa che vi serve in questo momento è stravolgere ulteriormente le vostre vite, no?".

"Sì, per ora stiamo bene così in tre poi in futuro chi lo sa" mi ritrovo a sognare.

Vorrei avere altri figli.

Non importa il sesso.

Maschio o Femmina.

È uguale.

Sarà comunque il frutto del nostro amore.

"Quindi com'è stato ritrovarti con il tuo principe?" riprende parola la rossa.

"Bello, non mi sentivo così felice e libera da tempo".

"Sono contenta per voi, non vi si può proprio vedere distanti...siete stati la nostra telenovela preferita" le due ragazze ridono insieme.

"Che stupide".

"Mamma?" il viso di Filippo compare sulla soglia.

"Vieni, piccolo" lo invito a raggiungerci sul lettone.

Il bambino sale facendo attenzione a non urtare la zia in dolce attesa.

Filippo da quando Giorgia è incinta è sempre molto attento a non darle noie.

Si comporta già come un perfetto zio.

È così dolce.

"Ragazzi, fermi, la bambina sta scalciando..." la rossa porta le mani a massaggiarsi il pancione.

"Posso sentire?".

"Certo, Fili, dammi la mano".

Io ed Elisa osserviamo la scena.

Filippo si illumina.

Sgrana gli occhioni verdi.

"...sarà una calciatrice come me, ne sono sicuro" sentenzia.

"Così potrai insegnarle tutto, no?" gli accarezzo i capelli.

Lui annuisce.

Dopo una mezz'oretta ci separiamo.

Ognuno verso la propria casa.

Giulio nel frattempo si è già messo ai fornelli.

Pronto a deliziarci con le sue capacità culinarie.

Filippo corre di sopra a pulirsi le mani.

"Ehi, ci avrei pensato io alla cena" lo abbraccio da dietro.

"Mi andava di farlo" sorride rigirandosi per baciarmi a fior di labbra.

"Sbaglio o sei più felice del solito?".

"Non sbagli, oggi ho ricevuto la proposta di un finanziatore per condurre una ricerca a proposito di pubblicità".

"Vedi? Il treno riprende a corre".

"Per me è linfa nuova, finalmente le cose tornano a girare".

Sono felice per lui.

Al di là del lavoro in casa-famiglia.

Giulio è un professionista.

Merita di lavorare.

Non riesco a staccarmi da lui.

Gli rimango appiccicata.

L'uomo non si ribella.

Si gode il mio calore addosso.

Mi fa assaggiare il sughetto che sta preparando.

Dio.

È l'uomo perfetto.

Veniamo distratti dal campanello.

Lascio la cucina per aprire il portone.

"Pier" non mi aspettavo di vedere proprio lui.

Ha una faccia scura.

"Stai bene?" il suo sguardo tremolante mi preoccupa.

"Ti disturbo?".

"No, entra, stiamo preparando la cena".

Giulio mi raggiunge in salotto.

Stranito osserva il vicino.

"...mi sono licenziato" ammette tutto d'un fiato.

"Mi dispiace...vuoi parlarne?".

"...perché non resti a cena con noi?" la proposta del mio fidanzato mi spiazza.

Rivolsi un sorriso all'uomo.

Pierpaolo si sedette al tavolo.

Appena Filippo ci raggiunse cambiò espressione.

Non voleva far preoccupare il bambino.

Ma non stava bene.

Torniamo in cucina per finire di preparare.

In silenzio.

Mentre il bambino intrattiene il nostro vicino.

Io e Giulio mormoriamo.

"Che ha?".

"Non lo so, ma è a pezzi".

"...ha bisogno di te".

"Grazie Giu".

"Figurati, nel tempo ho capito che le persone non vanno legate ossessivamente a noi altrimenti poi se ne vanno".

La sua riflessione è molto intelligente.

Ha ragione.

Io odio sentirmi in catene.

E Giulio mi ha compresa.

Ceniamo in tranquillità.

Filippo è super eccitato di averci tutti a tavolo insieme.

Senza drammi.

Pierpaolo però ha lo sguardo vuoto.

Ha la testa da un'altra parte.

Chissà cosa gli sarà capitato.

Non può essere soltanto il lavoro.

Dai suoi discorsi meditava di licenziarsi da un po'.

No.

Deve essere successo qualcos'altro.

Verso le dieci Giulio porta a letto Filippo.

Ci vogliono tutte le energie per affrontare gli ultimissimi giorni di scuola.

Per questo non gli facciamo mai fare tardi.

Tanto poi avrà tutta l'estate per stare alzato fino a tardi insieme a noi.

Nel frattempo Pierpaolo mi aiuta a sparecchiare.

La sua figura in cucina è così sbagliata.

La mia mente ha registrato l'immagine di Giulio in quello spazio.

"Mi dici cos'hai? Sei stato assente per tutta la cena, potrai ingannare Fili, ma non me" accesso un sorriso nella sua direzione.

"Scusami, non volevo piombarti tra i piedi così ma...non volevo restare solo" sospira.

"Tu puoi venire qui quando vuoi, lo sai, siamo tutti una grande famiglia" lo rassicuro.

"Voi lo siete...io sono un pesce fuor d'acqua".

"Non dire così".

"Siete famiglie con figli, siete coppie consolidate, ed io cosa sono? Un povero idiota che non riesce a costruire niente nella sua vita...per questo dico che qui non mi sento a mio agio".

"Invece no, sei fondamentale per noi...".

"Per chi? Per te che ora hai ritrovato l'amore della tua vita? Per Filippo che ha finalmente un padre o per Giorgia e Alberto che stanno costruendo la loro famiglia?" alza leggermente il tono della voce.

Giulio come una furia scende le scale.

Non ama chi alza la voce in casa sua.

"Datti una calmata" ringhia non appena ci raggiunge.

Pierpaolo regge per un secondo il suo sguardo.

Che incontro di colori.

Il freddo azzurro ghiaccio contro il possente nero pece.

"...non volevo alzare la voce, perdonami Amy" il nostro vicino è a pezzi.

"Andiamo in salotto, ci sediamo al tavolo e ne parliamo, che ne dici? Giulio è un ottimo psicologo, potrebbe darti qualche dritta per uscire da questo momento nero...vero?" cerco aiuto nel mio compagno che subito annuisce.

Mi dispiace vedere il mio migliore amica in queste condizioni.

l'ultima volta che abbiamo passato del tempo insieme avevo intuito il suo malessere.

Ma non pensavo fosse così accentuato.

Pierpaolo si sente inutile.

Vuoto.

Ed io so come ci si sente.

"Partiamo dal principio, okay? Cos'è successo oggi?" prende parola Giulio.

"...mi sono licenziato dopo mesi di torture varie, mi sono ritrovato a fare il lavoro di un intero team da solo e a livello mentale ero distrutto".

"Quindi questo cambiamento ti ha aiutato a liberarti di una forte pressione, ma cos'è che ti fa vedere tutto nero?".

"Non mi sono licenziato soltanto per questo motivo, diciamo che oggi c'è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso...la mia titolare mi ha ricattato" ammette.

"Cosa?!" m'intrometto.

"Mi sono lamentato degli orari assurdi che stavo facendo e lei in tutta risposta mi ha ricattato...voleva qualcosa da me che non potevo darle".

Fermi tutti.

Non starà dicendo quello che penso.

"Spiegati meglio, non vergognarti, siamo qui per te" gli lascio una carezza sull'avanbraccio destro.

"Mi avrebbe offerto orari migliori e uno stipendio più ingente...a patto che fossi andato a letto con lei almeno tre volte a settimana, con almeno tre orgasmi a seduta" Pierpaolo si porta le mani a coprirsi il viso in pieno imbarazzo.

Io e Giulio ci scambiamo un'occhiata carica di disagio per la situazione.

Okay.

Respiriamo.

Affrontiamo il problema.

"...e tu?".

"Ho rifiutato, ovviamente, ma ora mi ha fatto terra bruciata intorno e non sarà facile trovare un nuovo lavoro".

"Per cui stasera questo fatto si è aggiunto ai pensieri che già ti tormentavano".

"Sì, come ho detto prima ad Amelia...io mi sento inutile, non ho creato nulla nella mia vita né a livello relazionale e, a questo punto, neanche a livello lavorativo".

"Trovare la persona giusta richiede tempo, magari non ti interesserà ma per trovare Amelia ci ho messo moltissimi anni e anch'io come te mi sono sentito incapace di costruire un legame...Pierpaolo, non sto dicendo che sei tu che sbagli, sto dicendo che prima o poi ritornerai sulla strada giusta e ti innamorerai della donna perfetta per te".

Mai avrei pensato di assistere ad una scena del genere.

Giulio che prova a far ragionare il suo acerrimo nemico.

Pierpaolo che si fa consolare dal suo più grande rivale.

Questo è il concetto di famiglia allargata che tutti dovrebbero comprendere.

Guardateci.

Chi lo avrebbe mai detto?

Ma siamo qui l'uno per gli altri.

E spero che questo non cambi mai.

"Apprezzo quello che stai facendo per me, Giulio, davvero...ma io non ci credo molto, questa sera mi sono giocato l'unica certezza che mi era rimasta. Non mi piace scendere a patti, o cadere nei ricatti, ma per un attimo ho pensato di accettare la sua proposta...soltanto per non sentirmi più solo".

"Accettando ti saresti soltanto incastrato in un rapporto che, invece di riempirti, ti avrebbe svuotato ulteriormente perché non sarebbe stato un rapporto romantico, vero, sincero, ma piuttosto un tentativo disperato di chiudere un buco".

"...e cosa dovrei fare?".

"Innanzitutto, riposati, questo periodo è stato parecchio pesante per te" dico sorridendo.

"Dopodiché ritrova te stesso, riprendi quelle attività che ti fanno stare bene e magari l'anima gemella la troverai proprio così" aggiunse il professore.

Pierpaolo riflette sulle nostre parole.

In silenzio.

Con lo sguardo a fissare la tovaglia a fiori poggiata sul tavolo.

Deve capire che non è inutile.

Che non è solo.

"Grazie ragazzi, scusatemi se vi sono piombato in casa senza preavviso...avevo bisogno di sfogarmi e se fossi stato a casa da solo non l'avrei fatto con le parole".

"Hai fatto bene, mai cedere ai demoni che danzano dentro di noi e che vogliono mangiare ogni singolo pezzetto della nostra lucidità".

"Pier, siamo qui, quando vuoi".

Salutiamo il nostro vicino di casa.

Appena esce dal portone riprendiamo a respirare.

Poverino.

Non è mai stato così giù.

"Sei l'uomo migliore del mondo, lo sai?" mi avvicino per abbracciarlo.

"Dici?" sorride a pochi centimetri dal mio viso.

"Sì, non eri tenuto ad aiutare il mio ex".

"Non me lo far ricordare...no, sto scherzando, se mi fossi sottratto a questo non sarei mai stato un buon professionista".

"Grazie Giulio, grazie per essere come sei" mi avvicino alle sue labbra fino a sfiorarle.

"Sono felice di aver riconquistato la tua fiducia".

"Io di averti ritrovato".

Restiamo legati per qualche manciata di minuti.

Non abbiamo voglia di lasciare l'uno la pelle dell'altra.

Il suo calore è come una droga per me.

Ammetto di essere quasi andata in astinenza nell'ultimo periodo.

Ma ci siamo.

Siamo tornati più forti di prima.

"Andiamo a letto?" propone sbadigliando leggermente.

Annuisco.

"Dove ho messo il telefono?" Giulio gira per il salotto.

"Credo sia di sopra con il mio in carica".

"Hai ragione, che testa" sorride.

Saliamo le scale facendo attenzione a non fare rumore.

Filippo dorme ormai da circa un'oretta.

Non vogliamo rovinargli il riposo.

Ci affacciamo qualche secondo ad osservarlo.

È così tenero stretto nel suo pigiamino con i dinosauri.

E il peluche di un pokemon tra le mani.

Giulio mi precede.

Finalmente la giornata è finita.

Possiamo andare a dormire.

Non vedo l'ora di posare la testa sul suo petto.

Mi piace addormentarmi ascoltando il battito del suo cuore.

È così incalzante.

Avvolgente.

"Tieni, ecco il tuo cellulare" glielo passo senza badare troppo allo schermo che si illumina.

Finisco di infilare la t-shirt che mi fa da pigiama.

"Amelia".

"Sì?".

Il professore mi mostra il telefono.

C'è un'email non letta.

Cazzo.

Non ho il coraggio di prendere in mano il mio di cellulare.

"A te è arrivato nulla?" mormora.

Raccolgo le forze.

Allungo il braccio sul comodino.

Digito il pin.

Sì.

Eccola qui.

Una email.

"...sì".

"L'apriamo insieme?" sussurra prendendomi la mano libera.

Giulio vuole sostenermi.

Ed io voglio sostenere lui.

Sarà comunque una vittoria per entrambi.

Clicco sull'icona a forma di lettera.

"All'attenzione della dott.ssa Amelia Castelli, le comunichiamo che è stata scelta per ricoprire il ruolo di co-direttrice della casa-famiglia Sant'Elena. Domani mattina alle 9.00 è convocata presso la sede principale della comunità per compilare la documentazione relativa al suo impiego, e per ricevere tutte le informazioni che le spettano. Congratulazioni, il comitato Sant'Elena".

Sono stata scelta.

Ce l'ho fatta.

Ma non per il posto che volevo.

Quello per cui ho fatto il colloquio era da direttrice.

Qui si parla di co-direttrice.

Che significa?

Alzo lo sguardo verso Giulio.

Lo trovo stranito.

"...com'è andata?" chiedo.

"Immagino come a te".

"Aspetta un attimo...co-direttrice significa che c'è un'altra persona al mio fianco, sei stato preso?!".

L'uomo annuisce sistemandosi una ciocca ribelle.

Siamo stati presi entrambi.

Lavoreremo insieme.

Ma questo può simbolizzare la mia inesperienza.

La poca fiducia di alcuni membri del consiglio.

Mi dispiace.

Speravo di meritarmi il posto per intero.

"Lavoreremo insieme, ti dispiace?".

"No, sono felice che non abbiamo rifiutato uno di noi ma...allo stesso tempo non posso non convincermi del fatto che per loro non sono ancora abbastanza e che quindi abbia bisogno di supervisione" sbuffo.

"Piccola mia, non è così. Sicuramente hanno capito che le tue qualità si sposano bene con le mie, inoltre sanno che siamo una coppia, per cui avranno pensato che insieme avremmo fatto un ottimo lavoro" mi accarezza il viso.

Magari ha ragione lui.

Io ho cuore.

Lui ha la mente.

Siamo complementari.

In team potremmo essere perfetti.

Spero solo che lavorare insieme non crei attrito tra di noi.

"Mi prometti che...".

"Che?".

"Anzi, no, cambio...dimmi che dobbiamo stare insieme qualsiasi cosa accada" fisso i miei occhi chiari nei suoi più scuri.

"Certo, amore mio, noi dobbiamo stare insieme" sorride accogliendomi tra le sue braccia.

Ed è così che mi addormento.

Con la sua voce in testa.

Con questa promessa.



ANGOLO AUTRICE:

Buonasera lettoriss💖 Spero stiate tutti bene e che il vostro settembre sia iniziato con il piede giusto...anche per voi settembre equivale ad un nuovo inizio? No perché io attribuisco questa sensazione più al mese di settembre che al primo gennaio...vabbé, bando alle ciance😅

Più che un capitolo questo è stato una montagna russa, no? 

Pierpaolo si presenta a casa Conti-Castelli visibilmente scosso, triste, e Amelia corre subito in aiuto del suo migliore amico. Sorprendentemente, anche Giulio si mostra aperto nei confronti del suo vecchio rivale e lo ascolta senza giudicare. Possiamo dire che ormai la loro è una famiglia allargata a tutti gli effetti? 

Lo ammetto, amo Giulio, ma Pierpaolo è forse il personaggio che ha avuto la crescita maggiore in questa serie e mi ispira sempre un po' di tenerezza. Vederlo così triste, abbattuto, pessimista, mi è dispiaciuto...vi anticipo che il suo personaggio avrà un ruolo importante in questo terzo e conclusivo capitolo... 🤫 

Ma questa armonia ritrovata tra Amelia e Giulio? Ne vogliamo parlare? Perché sono così teneri quando non discutono, quando non fanno scontrare il loro orgoglio. In questo capitolo scopriamo che entrambi sono stati scelti per il lavoro, e non sembrano averla presa male ma riusciranno a scindere il contesto privato da quello lavorativo? 

Il finale è una dichiarazione d'amore, una di quelle che suona come una promessa che non può essere infranta da niente e da nessuno...noi ci crediamo con loro, non è vero?

Grazie mille a tutti per l'affetto, abbiamo raggiunto le 1k views e non posso che esserne stracontenta💜

Come sempre vi invito a lasciare una 🌟 e a scrivermi tutto quello che volete nei commenti👀

A giovedì,

ArcticBlast🌷

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