Suona per me

By Ale_es_sia

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"Vuoi un amaro?" "Non bevo alcolici, mi spiace" "Ma da quale pianeta arrivi tu?" Viola e Mirko, due personali... More

Cannella, musica e libri
Suoni per me?
Funzioniamo alla grande
Vuoi un amaro?
Posso spiegare
Ho paura di te
Io che perdo la pazienza all'Esselunga
Panico
Immagina cosa ti perdi

Ti fidi di me?

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By Ale_es_sia



Presi di corsa la borsa con il necessario e mi precipitai in studio. Quella mattina avrei avuto le prove per un po' di ore, diversamente dal solito. Un producer era curioso di sentire qualche mio pezzo inedito e, conoscendo Mirko, gli aveva chiesto in prestito lo studio per quella mattinata.
Simone mi aveva assicurato che non sarebbero stati presenti e mi avrebbero lasciato tutto il tempo di cui necessitavo. Vedere Mirko dopo l'accaduto mi avrebbe solo fatto sprofondare nello sconforto più assoluto e non ne avevo bisogno.
In strada la mia mente vagava e ripensava in modo ossessivo a quella maledetta sera, alle sue parole, alle mie parole e a quel silenzio assordante che ne seguì per le due settimane successive.
Arrivata in studio mi liberai di ogni peso attraverso le mie canzoni e credo che la grinta messa in quelle ore fosse arrivata pienamente al produttore.
Firmai un sacco di carte, mi presi del tempo per realizzare cosa sarebbe successo da questo punto in avanti: avrei prodotto un disco tutto mio, avrei imparato a suonare gli strumenti giusti per garantire il sound perfetto ai miei testi.
Ce l'avevo fatta.

Concluso il tutto, mi sdraiai stesa a faccia in giù stravolta su uno dei divanetti.
"Sei stata meravigliosa", sentii dire improvvisamente.
Alzai la testa velocemente e mi ritrovai Mirko in piedi sulla porta del suo studio
"Cosa ci fai qui tu?", domanda tanto idiota quanto strana.
Non mi sarei mai aspettata di rivederlo in questa situazione.
"Non volevo dirti che sarei venuto per non metterti ansia. Non volevo perdermi l'inizio della tua carriera", rispose.
Lo guardai un po' e mi soffermai su tutti i suoi particolari.
Le braccia conserte e la spalla appoggiata allo stipite della porta, la giacca scura di pelle che avvolgeva il suo corpo, gli occhi verdi brillanti che illuminavano il suo viso e i capelli ormai lunghi e spettinati che ricadevano sulla fronte: mi era mancato, come l'aria.
"Ti ringrazio", riuscii a dire sottovoce.
"Possiamo parlare di quello che è successo quella sera? Te lo chiedo per favore", disse.
"Non penso ci sia nulla da dire", risposi con un velo di tristezza nella voce.
"E invece si", sentenziò facendosi avanti e incamminandosi verso di me.
"Ho avuto paura e io la paura non la riesco a gestire. Quando mi hai detto di andarci piano, ho pensato che te ne saresti andata definitivamente da me. Io non avevo problemi a lasciarti il tuo tempo e i tuoi spazi, ma il pensiero di averti spaventata e di non essere alla tua altezza mi ha spezzato. Non sapevo cosa fare, non volevo farti male e non volevo che pensassi fossi un pazzo furioso. Poi ho perso ogni briciolo di speranza e quella sera ho bevuto ed è successo quello che hai visto, o meglio, ci ha provato a baciarmi...ma io ho sempre e solo avuto in testa te", disse quasi d'un fiato.
"E per non farmi male hai pensato di buttarti sull'alcool e farti un'altra?", chiesi
"Ognuno ha il suo modo di reagire ai propri vissuti emotivi. Sbagliato o giusto che sia, adesso giudichi la vita degli altri?", mi disse con tono più scocciato.
"Non mi permetterei mai, ho solo detto che il tuo intento di non farmi stare male è andato completamente a puttane dopo quello che hai fatto."
"Lo so", disse lui
"E mi dispiace che sia andata così. Non posso tornare indietro nel tempo, potessi lo farei e ti darei quel maledetto bacio molto prima e ti direi che mi hai fatto perdere la testa moooolto prima. Ma non posso e mi tocca sistemare le cazzate fatte rimediando nel presente. Quindi te lo dico ora, mi piaci da morire, mi sono innamorato come un ragazzino e ti vorrei baciare fino a toglierti il respiro". Il suo tono era quasi disperato, ma avevo capito che si era pentito per quello che era successo.
La vecchia Viola avrebbe fatto l'indifferente per mascherare il suo dolore, ma quella nuova era pronta a giocarsi le sue carte.
"Ti perdono, ma non significa che inizierei qualcosa di serio con te. Ora che condividiamo lo studio e le lezioni dobbiamo imparare a lavorare insieme e per farlo dobbiamo collaborare. Niente distrazioni, niente sentimenti."
Mi sentivo uno schifo a dirgli ciò, la verità è che avevo paura di affezionarmi troppo a lui e l'unico modo per evitarlo era inevitabilmente mettere dei paletti.
Mi guardò un po', sorrise e poi disse: "Va bene Viola, come vuoi. Voglio vedere quanto resistiamo insieme nella stessa stanza quasi tutto il giorno tutti i giorni."
Allungò la mano in attesa della mia stretta per sancire l'accordo.
La sua presa però si fece più salda e le sue dita si intrecciarono con le mie.
"Io penso proprio di non farcela", disse poi.
"Devo tornare a casa a studiare", dissi staccandomi.
"Ti accompagno", propose.
Tentai di rifiutare, ma ovviamente ebbe lui la meglio.
Arrivati a destinazione mi aprì la portiera e mi aiutò a scendere.
Per un attimo fui rapita dal suo sguardo, era incantevole. Lui se ne accorse e anche molto bene.
"Mi sa che anche tu farai fatica a rispettare il patto", scherzò
Gli diedi un piccolo colpo sulla nuca
"Stai zitto", risposi
"Ma Vì, perché dobbiamo fare questa stronzata? Ci mangiamo con gli occhi, facciamola finita"
"Non è giusto", dissi fermandolo.
"Ma per chi? Di cosa hai paura esattamente? Che non vada bene tra noi? Io sono qui e sono pronto, lasciati prendere per mano", disse.
"È una distrazione", risposi
"Ma come puoi credere che una cosa così bella come l'amore possa distrarci? Tu sei la più bella distrazione che mi sia mai capitata"

A quella frase lo baciai.
Impulsivamente, senza riflettere sulle conseguenze, senza farmi assorbire e annullare dai miei mille pensieri inutili.
Mi avvolsi tra le sue braccia, approfondendo quel bacio che desideravo dare da troppo tempo.
"Mh, bhe abbiamo rispettato bene il patto dai" disse lui staccandosi appena
"Sei un deficiente", dissi guardandolo mentre arrossiva un poco.
"Ti fidi di me?", disse lui gettando la testa leggermente indietro
"Si, mi fido di te"
Spostò lo sguardo su di me, allungò la mano sul mio viso e mi diede un veloce bacio a stampo.
"Allora tieniti pronta perché saremo la coppia più bella e forte di sempre"


ALLORAAA ECCOMI NON ODIATEMI 🥺
Non avrei mai abbandonato Viola e Mirko, ma i mille impegni mi hanno distratta da questa storia. Come ben sapete io mi innamoro dei miei personaggi, lasciarli a metà senza alcun sviluppo mi lacera ❤️‍🩹
Prometto che mi impegnerò ad essere più costante, voi ditemi cosa ne pensate e suggeritemi pure cosa vorreste vedere nella storia di questi due eheh.
Vi voglio bene, come sempre vi ringrazio di cuore❤️
A. xx

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