Dal confronto che avevo avuto con Serena, la mia ormai ex ragazza, erano passate diverse settimane, durante le quali avevo avuto modo di dire ai miei genitori di aver chiuso quella relazione, cercando di rispondere alla loro curiosità in merito con una semplice parola: "Incomprensioni".
Il peso che gravava sulle mie spalle si era andato affievolendo, sentendo comunque di poter vivere la mia vita con un po' più di realismo, aiutato anche da Serena con la quale continuavo a parlare di questioni personali senza il minimo rammarico nel farlo, come spesso in realtà mi capitava quando mi convincevo ad aprirmi con qualcuno.
Sotto il suo consiglio avevo deciso di sbloccare Mattia sui social, cercando insieme qualcosa da potergli scrivere, una scusa per farlo, ma mai qualcosa mi andava bene.
Così, quella notte, mi ritrovai come ormai facevo di solito, a visualizzare per la trentesima volta le sue storie su Instagram, a riguardare i post fino ad arrivare al primo pubblicato, a scorrere tra le storie in evidenza, oppure semplicemente a controllare l'ultimo accesso su WhatsApp per poi chiudere direttamente e immediatamente l'applicazione alla scritta "Online".
Ciò che però non mi aspettavo era, mentre con le cuffiette alle orecchie, intorno alle due di notte, ascoltavo al massimo volume possibile 'Ridere' dei Pinguini Tattici Nucleari, una canzone di parecchi anni prima che avevo riscoperto durante uno dei tanti miei momenti di down, di ricevere una chiamata.
Sdraiato sul letto, scattai subito a sedere, chiudendo Spotify e scollegando immediatamente le cuffie mentre, leggendo nuovamente il nome lampeggiante sul display per essere sicuro che i miei occhi non si stessero prendendo gioco di me, facendo scorrere infine il dito per poter rispondere.
«Pronto?» Mormorai con il cuore in gola, avvertendo l'aria iniziare a mancare per via dell'ansia
«Ei...»
«Matti...?»
«Perspicace come sempre, i miei complimenti»
Deglutii pesantemente, nonostante il tono non fosse severo ma semplicemente derisorio, quasi divertito in realtà, decidendo di provare ad allentare la tensione.
«Come... Come mai mi hai chiamato?»
«Oh sì, sto bene, grazie, tu invece come stai?» Mormoró ironico ma ancora divertito, e mi mordicchiai il labbro mentre un sorriso si apriva sul mio viso
«Va bene, rifaccio... Come stai? Il piede? Le visite come sono andate?»
Lo sentii sospirare prima di rispondermi in un continuo sussurro
«Sto male... Le visite dicono che il piede sta lentamente, ma molto lentamente, progredendo verso una guarigione.»
Alzai un sopracciglio confuso.
«E non sei felice?»
«No.»
«No?»
«No.»
Sempre più confuso cercai di comprendere che cosa gli prendesse quella notte.
«E perché non sei felice se il piede va già meglio?»
«Perché- Perché mi hanno chiamato»
«Ma chi?»
«Quelli di quello stupido casting di Londra, chi altrimenti?»
«Oh scusami, che ne so... E, che ti hanno detto?»
«Che mi volevano con loro, che ero bravo, che avrei potuto fare grandi cose insieme alla loro compagnia e- e io ho dovuto rifiutare Chri, gli ho dovuto dire di no perché mi ero infortunato, ma mentre loro mi dicevano che quando mi sarei ripreso avrei trovato comunque un posto da loro, io sentivo nella mia mente la voce del medico che mi ripeteva che la mia carriera da ballerino fosse finita lì.
Non ce la faccio più Chri, non ci riesco più a fare finta di nulla»
Un singhiozzo spezzò la calma e l'integrità apparente delle sue parole, facendomi sussultare interiormente e fremere dalla voglia di vederlo.
«Non devi fare finta di nulla, è giusto che tu stia male... Non si trattengono le proprie emozioni, poi ti fai male a lungo andare...»
Ma le mie parole caddero nel nulla, non venendo ascoltate.
«E lui... C'è lui che non mi capisce Chri.
È dolce, presente per me, io faccio sempre il forte perché lo sai come sono fatto, ma cazzo... Vorrei che non ci credesse, vorrei che mi abbracciasse e mi dicesse che non devo fingere con lui, vorrei che mi consolasse mentre mi lascio andare e piango tra le sue braccia... E, vorrei anche, che tutte quelle cose non le facesse lui.»
Mi bloccai, sentendo quasi la terra mancarmi sotto i piedi, non riuscendo a realizzare davvero tutto ciò che stesse dicendo, arrivando così ad un'unica conclusione.
«Matti... Dove sei? Hai bevuto qualcosa?»
«Sono a casa Chri... Ho bevuto un po' sì, pensavo che mi avrebbe aiutato ma non ha fatto altro che inibire il mio filtro cervello-bocca, però almeno ti ho chiamato...
Non ti sono mancato? Tu mi sei mancato subito dopo che sono uscito da quella stanza... Perché non mi hai aperto?
No, hai fatto bene... Avevo voglia di baciarti ancora, ancora, ancora...»
Portai una mano al petto, sul lato sinistro, sentendomi quasi prossimo all'infarto per quanto sentissi il mio cuore andare veloce
«Mi manchi, non "mi sei mancato"... Io stavo piangendo Matti, come avrei potuto aprire quella porta?
Mi stavi per scopare e poi, puff... Hai risposto al tuo ragazzo, hai detto di amarlo... Mi hai fatto male»
«Mi dispiace, non volevo farti male... Io non voglio che tu stia male, mai... Perché so cosa significa avere il cuore spezzato.
E, comunque... Se mi avessi aperto la porta probabilmente ti avrei scopato lì, contro il lavandino, o che ne so, contro la parete... O mi sarei inventato qualcosa, ho molta fantasia io»
Una scarica di brividi mi attraversò letale lungo la spina dorsale, non riuscendo a credere a ciò che stesse dicendo.
«Sei ubriaco perso... Ma quanto cazzo hai bevuto? Lo sai che non reggi l'alcol»
«Sarò anche ubriaco ma la voglia di scoparti ce l'ho ancora... Vorrei sentirti gemere il mio nome per implorarmi di darti di più mentre ti preparo dolcemente per non farti male, mentre sfioro quei punti, che vorrei già conoscere alla perfezione, che sono in grado di farti fremere dal piacere. Vorrei entrarti dentro, lentamente, godermi il tuo calore e quella stretta attorno al cazzo, per poi affondare, sempre più veloce, dentro di te, vedendoti piangere dal piacere e dalla voglia di venire»
Chiusi gli occhi, lasciandomi ricadere sul letto, portando una mano al cavallo teso dei miei pantaloncini, immaginando lui, immaginando noi.
«E mi faresti venire?» Mormorai con tono ansimante, facendo scivolare la mano al di sotto dei pantaloncini e dei boxer, stringendo eccitato la mia erezione bagnata
«Se ti farei venire? Dipende... Se dovessi fare il bravo bimbo, probabilmente sì, ti farei venire anche svariate volte»
Sentii il suo respiro farsi affannato e accelerato, immaginando che in quel momento, a toccarmi, non fossi l'unico
«Mh... Che mi faresti? Voglio saperlo...»
«In questo momento avrei voglia di scoparti facendoti piegare sul letto, con quel culo da Dio che ti ritrovi in mostra.
E- ti bacerei la schiena lentamente, scendendo verso quel culo perfetto, avvicinando le labbra a quel punto tanto nascosto e mai sfiorato da nessuno.
Inizierei a leccarlo lentamente, godendomi i suoi ansimi...»
Un leggero gemito abbandonó le mie labbra, lasciandomi andare a quella fantasia, immaginando le sensazioni che, stranamente, erano più vivide che mai, decidendo di fare qualcosa che non avrei mai pensato di fare.
Lentamente abbandonai la mia erezione tesa e leggermente dolorosa, portando le dita a scorrere verso quel punto di me del quale il ragazzo stava sollecitando le fantasie, violandolo per la prima con un primo dito, sentendo una sensazione strana, in bilico tra il piacere e il fastidio.
«... Mi farei spazio con la lingua, facendoti contorcere lentamente, mettendo poi il primo dito, poi aggiungerei il secondo senza pensarci troppo, lasciandoti scopare un po' da solo mentre ti scopro, mentre sfioro quei punti di te che mai credevi qualcuno potesse sfiorare»
Aggiunsi presto un secondo dito, ansimando così come il ragazzo, prendendo a muovere velocemente alla ricerca di quella sensazione che citava il ragazzo.
E fu da quel momento, quando sfiorai quel punto tanto sensibile, che non riuscii a smettere di gemere sottovoce, facendo ben intendere al ragazzo cosa stessi facendo.
«Ti stai toccando per me Chri?»
«Mmh- ti voglio... Continua» Ansimai, aggiungendo velocemente un terzo dito, mentre i suoi gemiti divenivano più forti
«E poi- ah... - Poi, ti entrei dentro di colpo, lasciandoti qualche sculacciata mentre gemi per il dolore, che poi diventerà il piacere più grande della tua cazzo di vita. Ti scoperei veloce, duro, mentre ti tocchi perché non riesci più a non venire, a sentire l'orgasmo montarti nello stomaco senza mai raggiungerlo...»
Ed ero vicino ormai, sentivo davvero l'orgasmo farsi avanti, sempre di più, mentre ormai le dita erano diventate quattro e la voglia di lui era diventata più che mai.
«E alla fine ti accompagnerei nell'orgasmo più intenso della tua vita, di farei venire rendendoti impossibile non urlare il mio nome, e a quel punto, verrei dentro di te prima di spostarmi e baciarti come se fosse l'unica cosa che conta...»
Con le lacrime agli occhi per il piacere che mi stavo provocando, sentendo dei gemiti decisi abbandonare le sue labbra, intuendo che fosse appena venuto, lo seguii a ruota, abbandonandomi fisicamente a quella sensazione seminuova e intensa, ansimando il suo nome.
«E poi... Poi sai cosa farei?» Chiese palesemente affannato, provocandomi un nuovo brivido
«Cosa?»
«Continuerei a baciarti tutta la notte, ci coprirei con uno stupido lenzuolo lasciando che, le mie mani, sotto di esso, ti accarezzino lente e dolci, sussurrandoti infine quanto ti ho sempre voluto...»
A quel punto mi morsi con forza il labbro inferiore, rendendomi conto, venendo sbalzato con violenza, nella nuova realtà.
«Matti... Io-»
«Lo so Chri, non provi nulla per me, lo so bene...»
«No Matti, fammi parl-»
«Non ha senso che tu mi dica cose che già so, non dopo essere venuto immaginando di scoparti almeno...»
«Cazzo ma mi fai parlare!» Esclamai duro, sentendo un attimo di silenzio intenso dall'altro lato
«Scusa...»
Sorrisi per quella voce dolce e sottile, leccandomi le labbra secche come lo era la mia bocca al pensiero di ciò che stessi per dire
«Io... Ho tante cose da dirti Matti, vorrei vederti, vorrei stringerti, baciarti... Vorrei solo stare con te...
Io ho- ho lasciato Serena, ha capito che non provassi nulla per lei...
Non so se tu voglia provarci ma se vino veritas, allora potresti darmi l'ultima occasione, potresti darci l'ultima occasione...»
Sentii un leggero respiro infrangersi contro il microfono del cellulare, riuscendo ad immaginarlo con uno stupido sorrisino sul viso
«Parliamo Chri... Ne abbiamo bisogno»
E lì, probabilmente, il mio cuore perse il battito definitivo.
«Scendo a Roma? Posso fare il biglietto per oggi stesso»
«Salgo io a Bergamo... Avevo preso già il biglietto prima di chiamarti»
Entrambi ridemmo di quella confessione... Non avrei mai immaginato di poter rivivere momenti così tranquilli con lui, tanto che mi parve quasi un sogno.
«Vengo a prenderti in aeroporto, a che ora atterri?»
«Di notte... E avrò bisogno di trovare un posto dove dormire, magari di un albergo...»
Colsi il tono malizioso nella sua voce, comprendendo dove volesse andare a parare
«Non credo sia un problema... Anche perché non credo che dormirai molto...»
«Mh... Ti mando un messaggio prima di decollare domani...»
«Non ci ripensi, vero?»
«Con tutti i soldi che ho speso per questo cazzo di biglietto credi davvero che potrei ripensarci?»
Ridemmo nuovamente, strofinandomi poi un occhio lucido per la felicità.
«Ti aspetto...»
«Buonanotte Christian... Sogni d'oro»
Scossi leggermente il capo per via di quel continuo tono malizioso, estremamente divertito
«Sogni d'oro Mattia...» Mormorai, riattaccando qualche momento dopo.