Mi svegliai la mattina dopo da sola nel letto. La sera precedente Marcus non era tornato, avevo provato ad aspettarlo fino all'una, ma una volta sdraiata sul divano il sonno aveva avuto la meglio.
A proposito, se mi ero addormentata sul divano, perché ora ero nel letto?
Scesi le scale lentamente, ero ancora molto assonnata. Arrivata in soggiorno vidi Marcus sul divano in una posizione che non poteva che essere scomoda.
Mi inginocchiai e provai a svegliarlo. Feci una smorfia quando sbadigliò. Il suo alito puzzava di alcol.
Mi ritrassi e lo fissai a braccia incrociate mentre si alzava piano.
"A" mi chiamò, stropicciandosi gli occhi. Aveva delle occhiaie enormi e i capelli erano un vero disastro.
"Dove sei stato?" chiesi con tono piatto. Mi veniva da piangere, in realtà. Non volevo crederci. Non volevo considerare Marcus come il gancio che mi teneva legata al mio passato, ma a volte rendeva tutto così... complesso.
"Fuori" rispose senza neanche guardarmi.
"Fuori dove?" chiesi.
"Che ti importa?" disse alzandosi e mettendosi davanti a me. Il mio cuore traballò.
Gli tirai uno schiaffo e gli occhi mi si riempirono di lacrime.
Marcus sembrò riprendersi in un lampo e mi guardò dispiaciuto.
Feci per salire in camera e restarci, ma lui mi afferrò il braccio costringendomi a voltarmi.
"Mi dispiace. Io non..."
"Tu non che cosa? Esci senza dire niente..."
"Lo sapevi" mi interruppe.
"Sì, perché ieri sono venuta a parlarti, sennò non ti saresti neanche posto il problema di dirmelo" dissi esausta e senza fiato. Ci provavo a sopportare la situazione ogni volta che capitava, perché sapevo che in fondo non era del tutto colpa sua.
Marcus mollò la presa.
"Non sapevo dove fossi o a che ora saresti tornato. Ti ho aspettata sveglia fino all'una!" gli lasciai dello spazio per parlare, ma non disse niente.
"Dicevi che sarebbe stata l'ultima volta in cui ti avrei visto così e, invece, eccoti qui, ancora sbronzo da ieri" mi si spezzò la voce e gli occhi mi si appannarono.
"Io ci provo, Marcus. Ci provo ad aiutarti, ma tu molli sempre" dissi, mi asciugai le lacrime dal viso e corsi su per le scale. Chiusi la porta e non vidi Marcus per il resto del pomeriggio.
Quando arrivarono le cinque presi la macchina e uscii in fretta e furia. Andai da Nathan e mi fermai anche a prendere due ciambelle da portare. Arrivai con dieci minuti d'anticipo e vidi Nathan seduto su una delle due poltroncine di vimini che c'erano in veranda.
"Hey" lo salutai salendo i tre gradini prima dell'ingresso.
"Ciao!" esclamò "Sei in anticipo".
"Lo so" risposi porgendogli una ciambella.
"Oh, grazie. Sei da sola?" chiese dando un morso a quel cerchio zuccherato.
"Sì, cambio di programma".
Mi guardò curioso, sicuramente si aspettava venisse anche Marcus con me.
"Ti va di entrare?" mi chiese. Annuii e lui sorrise aprendo la porta d'ingresso.
L'appartamento era molto più grande di quel che pensassi.
C'era il salotto, molto spazioso, occupato da un divano di pelle che avrebbe potuto ospitare una decina di persone. Al muro c'era una televisione appesa, incorniciata da una libreria che proseguiva su tutta la parete fino alla porta di quella che credevo fosse la cucina.
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COME ONDE DEL MARE
Romance{COMPLETA} Accetta. Dimentica. Ricomincia. Ricominciare, ecco cosa voleva Arthemsis. Voleva dare una possibilità a se stessa di essere felice dopo un'infanzia piena di dolori. Santa Cruz è la meta perfetta: non troppo lontana casa, ma abbastanza dis...