14. Imprevedibile

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"Ricapitolando, il tizio a cui hai chiesto un bicchiere d'acqua alla festa va in spiaggia, ti trova a lavorare al bar e, dopo tre minuti di conversazione, ti offre di trasferirsi da lui perché non può pagarsi l'affitto da solo?" riassume Honey in un decimo di secondo.

Io annuii piano e Courtney la guardò, cercando di mettere insieme tutte queste informazioni.

"No" disse infine con tono autoritario e riprese a leggere sdraiata sul telo da mare. Avrei preferito parlarne a casa sua di questa storia, ma aveva insistito a incontrarci in spiaggia. Quindi ora eravamo noi tre, sdraiate sotto il sole cocente delle tre, ad aspettare che arrivassero anche i ragazzi.

"Non ti piace stare da Marcus?" chiese Courtney.

Scossi la testa "Non è questo, è solo che ho bisogno dei miei spazi e poi sto da lui senza neanche pagare l'affitto" spiegai.

"Potresti offrirgli una parte" disse Honey, ma Courtney subito la fermò.

"È Marcus, non accetterà mai" affermò, prendendo la crema solare dalla borsa per spalmarsela un po' in viso.

Stavo accumulando informazioni sempre più diverse riguardo a Marcus: a volte era un egoista, a volte sembrava che prendersi cura di me fosse il suo scopo. A volte, invece, risultava irraggiungibile quando non mi parlava, ma poi rimetteva a posto tutto aprendosi sempre di più con me.

"Comunque non ho ancora deciso, se riesco a trovare un appartamento tutto mio sarebbe fantastico" dissi e misi fine alla conversazione.

Le ragazze si guardarono, ma non riuscii a capire cosa si stessero dicendo. Quel loro modo di comunicare con gli occhi a volte risultava davvero fastidioso.

I ragazzi arrivarono poco dopo. Marcus venne vicino a me e si sdraiò anche lui a prendere il sole. Era la prima volta che succedeva, di solito si metteva sotto l'ombrellone e guardava il mare, oggi invece... guardava me.

Deglutii e spostai lo sguardo velocemente quando mi venne in mente la proposta di Nathan, ovviamente avrei dovuto parlarne anche lui.

"Tutto bene?" chiese e io annuii guardando dritta davanti a me.

"Devo dirglielo adesso?" sussurrai a Marcus, sapevo avrebbe capito di cosa stavo parlando.

"Prima lo fai, meglio è" mi rispose.

Annuii e mi alzai per mettermi a gambe incrociate. Deglutii, ero davvero in ansia. Dirlo a Courtney non era stato facile, figuriamoci a Lio che era sempre stato sincero e gentile con me.

Sentii Marcus sollevarsi da terra e sedersi dietro di me, mi mise una mano sulla spalla e iniziò lui al posto mio. Quel minimo contatto con lui era stato sufficiente per calmarmi e allo stesso tempo per far accendere una scintilla di desiderio in tutto il corpo.

"Gwen deve dirvi una cosa" disse e già sentire il nome con cui mi aveva chiamato mi fece capire quanto avessi sbagliato fin da subito.

Honey mi guardò e anche Courtney: avevano capito e mi fecero un sorriso rassicurante.

"NonmichiamoGwen" sputai fuori, guardando Lio. Trattenni il fiato.

"Lo so" disse poi Lio e il mio cuore sprofondò. In che senso lo sapeva?

"C-come?" balbettai.

"Sì be', all'inizio eri un po' strana. In realtà ogni volta che ti si chiama Gwen sei strana" spiegò Lio.

"E ora capisco la collana, pensavo fosse legata a una persona cara, invece è A di..."

"Arthemsis" sussurrai, ancora cercando di elaborare quello che avevano detto.

COME ONDE DEL MAREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora