Sono passati alcuni giorni, mio padre mi lascia uscire solo per andare a scuola o se deve uscire lui esco anche io con lui per forza. L'unico posto dove posso vedere i miei amici e Jace è a scuola.
Sto passando l'inferno, io sono la vittima, l'appartamento è l'inferno e mio padre è Lucifero.
Mio padre mi sta accompagnando a scuola.
Ogni volta mi obbliga a non parlare con nessuno. Io lo faccio anche se poi crede che io mento quindi mi picchia comunque.
Ormai sto perdendo un po' i rapporti con gli altri, anche con Jace. Credo mi voglia lasciare, non esco più con lui da una settimana, il telefono mio padre me lo fa usare poco.
In quella casa non ho la libertà la ma dittatura, forse anche peggio.
Tra un po' non ricordo nemmeno come è fatta mia madre. Non posso neanche chiamarla, andare da lei, uscire. Devo stare rinchiusa in quella casa.
Esco dalla macchina e vado sempre nel mio angolino lontano da tutti. Mio padre rimane lì fino a quando la campanella suona. Sono sotto tortura.La campanella suona ed entro.
Vado al mio armadietto.La campanella suona, vado nella mia classe e mi metto da sola, non volevo stare con nessuno in quel momento.
La professoressa incomincia a spiegare e io seguo ben poco. Quando sento chiamarmi.
Prof: "Alessia? Signorina McClain?"
Io: "si prof mi scusi.." mi resi conto che mi scivolò una lacrima.
Prof: "si sente bene?" Non risposi..
Prof: "signorina..? Venga fuori con me a parlarne.." obbedì.
Prof: "perché è così"
Io: "il fatto è che io sono fidanzata, cioè lo spero ancora non so se mi vuole lasciare, e a mio padre non andava bene, ma per niente, andai a casa di Jace che sarebbe lui il mio fidanzato, allora la sera del giorno prima io torno a casa con lui, mio padre si arrabbia tantissimo..la mattina dopo mu chiedesse dove stessi andando ancora arrabbiato e io gli dissi a casa di Jace, poi lo lasciai a mia madre e non so cosa è successo. Dopo un po' di tempo mio padre viene a prendermi con forza a casa di Jace e ora stiamo in un appartamento" mentre dissi questo stavo piangendo.
Io: "mi sta tenendo sotto tortura, non posso più uscire con i miei amici, andare a casa loro, vedere mia madre.." mentre dissi questo sentii urlare il mio nome, mio padre..oh cazzo..
Papà: "CHE CAZZO TI HO DETTO STAMATTINA?"
Io: "ma scusa lei è la mia prof!"
Papà: "QUANDO TI DICO CHE NON PUOI PARLARE PIÙ CON NESSUNO, IO DICO NESSUNO"
Prof: "mi scusi perché lei è qui?"
Papà: "avevi dimenticato la giacca a casa scema"
Me la passò. Mi tirò uno schiaffo.
Prof: "perché sta facendo questo a sua figlia?" Mi guardò con aria omicida.
Papà: "PERCHÉ HAI RACCONTATO LA COSA?" Me ne tirò un altro.
Papà: "oggi te la vedrai con me a casa"
Io: "non ti prego.." me ne tirò un altro.
Prof: "la smetta!" Mi guardò ancora e andò via. Quegli schiaffi mi fecero così male che mi dovetti accovacciare dal dolore.
Prof: "cosa vuole fare?" Alzai le spalle per dire "non lo so"
Prof: "rientriamo in classe e rilassati, se vuoi puoi anche non seguirla.." mi alzai e rientrai in classe. Andai verso il mio banco a testa bassa. Mi sedetti e poggiai la testa sul banco.
Prof: "allora ragazzi, la signorina McClain non sta molto bene..perché.." alzai la testa e feci di no velocemente, per non dirlo..
Prof: "non sta bene..quindi non datele fastidio"
X: "che cos'ha...mal di pancia? Ha urlato prima..?" Disse ridendo, fu seguito da altri.
Prof: "la cosa è più seria di quanto pensi"
Isabela: "perché non lo vuole dire? Ha paura che la mammina la picchi?" Io a lei non l'ho sopportata dalla prima volta che l'ho vista..rise di nuovo.
Prof: "vuole finire dalla preside?" Dopo quella stette zitta.La lezione ricominciò. Io riuscì ad ascoltare qualche parola.
La lezione finì, misi dentro al mio zaino tutte le mie cose e andai al mio armadietto. La prof mi fermò un attimo.
Prof: "ascolti..ora dico alla prof del tuo prossimo corso se può fare così come ho fatto io.." annuii.
Andiamo insieme, prima andai ai miei armadietti e poi andai nella mia classe. La prof parlò con la mia prof di arte.
Prof di Arte: "signorina può venire un attimo?" Obbedì.
Prof di Arte: "ascolti..la mia collega mi ha detto cos'hai.."
Io: "oh no" dissi ricominciando a piangere.
Prof di Arte: "tranquilla..lo so..oggi facciamo solo disegno. So quanto sei brava a disegnare, quindi cerca di disegnare...so che ti fa stare bene" annuii.
Prof di Arte: "di questa cosa ne deve parlare..è molto grave..comunque torni al suo banco che incominciamo" annui e ritornai.
La campanella suonò. Mi misi da sola..
In questo corso con Jace..non mi degnò di uno sguardo.
Prof di Arte: "oggi facciamo solo disegno, quindi ora vi proietto un'immagine e la ricreate. Annuirono tutti.
Prof di Arte: "e..cercate di non dare fastidio alla signorina McClain che non su sente bene" mi sentii osservata.
Prof di Arte: "possiamo incominciare"
Presi il mio figlio F4, una matita 2B e incominciai a disegnare ciò che la prof ha proiettato. Fui tranquilla a disegnare.
Vidi Jace lanciarmi delle occhiate, non so se essere felice o no..da quegli sguardi non sembra affatto felice. Ritornai a disegnare.Le lezioni del mattino sono finite. Mio padre non vuole che io mangi a scuola. Le lezioni al pomeriggio non si fanno..
Ho ansia di tornare a casa con lui. Sicuro mi picchieràHeyy ciaoo!
Scusate se non ho aggiornato!
Povera Alessia, spero che questa situazione non capiti a nessuna di voi.
Ci vediamo al prossimo
Bacioness
~Jes~
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E se non fosse solo amicizia..?|| Jace Norman
FanfictionE se non fosse solo amicizia..? E se fosse anche odio? Violenza? Una semplice ragazza, trasferitosi da poco in America, conobbe questo ragazzo di cui se ne innamorò subito. Essa si scontrò con problemi molto più grossi di quanto pensasse, rincontri...