30 - La bacchetta di sambuco

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Un ultimo lampo illuminò la Sala, e Harry cadde in ginocchio sul pavimento polveroso. Tutti i Mangiamorte erano stati sconfitti, e la luce tremolante delle torce bagnava i loro volti di una luce giallognola.
«Harry...»
La voce spezzata di Ginny lo sorprese alle spalle. Sentì i suoi capelli solleticargli il collo e rimase lì, inerme, mentre lei lo abbracciava. Sapeva che se si fosse girato avrebbe visto il corpo senza vita di Draco, quindi rimase a guardare un punto indefinito davanti a lui mentre le prime lacrime bollenti gli bruciavano gli occhi.
«Professoressa McGranitt,» disse con una voce stranamente acuta «l'ha fatto?»
I passi lenti dell'insegnante lo raggiunsero. Harry sentiva qualcuno singhiozzare dietro di lui, ma deciso a non girarsi fece segno alla professoressa di mettersi davanti a lui.
«Sì, Potter. Ce l'ho io.»
La McGranitt, con gli occhi rossi velati dal pianto, gli porse l'oggetto attorno a cui avevano basato il loro piano.
Era la bacchetta di sambuco.
Harry la prese con una mano tremante e se la rigirò tra le dita, poi guardò verso l'alto. La preside gli fece un cenno con la testa, come per incoraggiarlo.
«Andiamo.»
Harry si mise in piedi con grande fatica. Riuscì a sentire gli occhi dei presenti perforargli la nuca, ma cercò di ignorarli. Ciascuno di loro sapeva che la morte di Draco e di Foxx era esattamente ciò che lui aveva cercato di evitare.
«Dove hanno messo il baule?» domandò Harry, felice di lasciarsi alle spalle il campo di battaglia. La McGranitt non rispose; salirono insieme diverse rampe di scale, si incamminarono lungo un corridoio e all'improvviso si bloccarono.
«Kreacher è riuscito a portarlo in salvo prima che cominciassimo a combattere» spiegò finalmente.
Harry si guardò intorno e capì: erano nel corridoio del settimo piano, e la porta che si stava delineando sul muro davanti ai loro occhi apparteneva alla Stanza delle Necessità.
Non era la stessa porta delle lezioni dell'ES; Harry però la riconobbe lo stesso.
«È la stanza che appare quando si ha bisogno di nascondere qualcosa» mormorò. Lui stesso aveva nascosto lì il libro di Pozioni del Principe Mezzosangue e Voldemort, decenni addietro, ci aveva nascosto uno dei suoi Horcrux. Il diadema di Corvonero.
«Non deve averlo portato troppo in profondità» osservò la McGranitt, sgranando gli occhi davanti alle montagne di cianfrusaglie accumulate negli anni.
Harry schioccò le dita. Non era mai stato così contento di vedere Kreacher.
«Padrone ha chiamato Kreacher» gracchiò il vecchio elfo, inchinandosi goffamente davanti ai due.
«Ciao, Kreacher» lo salutò Harry con gentilezza. «Abbiamo bisogno del baule che hai nascosto qui.»
Kreacher si illuminò.
«Kreacher vi mostra subito dove ha nascosto baule» disse, e cominciò a camminare velocemente girando da una parte all'altra del labirinto.
Harry e la McGranitt lo seguirono affrettando il passo. Alla fine, dopo diversi minuti, Kreacher si bloccò davanti a una pila di libri consunti e indicò un armadietto posato in cima.
«È lì dentro.»
La McGranitt mosse la bacchetta e l'armadietto si aprì con uno scatto. Al suo interno, muovendosi leggermente, apparve il baule. Harry e la McGranitt si guardarono.
«Spero che funzioni» disse Harry, e afferrò una delle maniglie per tirarlo fuori. Era un baule pesante, di legno massiccio e con dei ganci di ferro scuro come rifiniture. Harry sapeva che tentare di aprirlo sarebbe stato molto rischioso, perché conteneva l'ultima vita di Voldemort. Il mago oscuro doveva averlo protetto con strati di magia oscura troppo avanzato anche per la professoressa McGranitt; per questo motivo, sperando con tutto il suo cuore che il loro piano funzionasse, sfoderò l'oggetto che avrebbe permesso loro di mettere fine a quella situazione una volta per tutte.
La bacchetta di sambuco, che dopo la Battaglia di Hogwarts era tornata nella tomba di Silente, gli faceva uno strano effetto. Harry sapeva che, in quando suo legittimo possessore, avrebbe perso tutto il suo potere dopo la sua morte; e averla lì, tra le dita, pregna di una magia talmente forte che nemmeno riusciva a immaginarsela, gli fece venire voglia di spezzarla in due e lasciarla giacere per il resto dei suoi giorni nella Stanza delle Necessità. Dovette invece maneggiarla con estrema delicatezza, rigirandosela tra le dita come se fosse stata di cristallo, e infine puntandola verso la serratura che chiudeva il baule.
«Alohomora.»
Il lucchetto fece uno scatto. Harry mosse la bacchetta verso il coperchio, sollevandolo con facilità senza nemmeno pronunciare un incantesimo. Sembrava che la bacchetta di sambuco agisse da sola, leggendogli nel pensiero e realizzando ogni suo desiderio. Sopraffatto dal suo potere Harry si voltò verso la McGranitt, che osservava la scena con gli occhi sgranati e si torceva le mani per l'agitazione.
«Ora cerca di arrivare ai gatti» gli disse. «Fai attenzione.»
Dentro il baule che aveva appena aperto ce n'era un altro, e dentro il secondo ce n'era un terzo. Harry dovette aprire altri cinque bauli prima di arrivare al più piccolo, che si apriva su una stanza buia.
Dei miagolii arrivarono alle loro orecchie; Harry e la professoressa si guardarono vittoriosi. In fondo al baule, stipati come valigie in una stiva, giacevano diversi gatti. Tra loro, più grasso e curato degli altri, c'era Grattastinchi; sembrava indisturbato dalla situazione in cui si trovava e si leccava con noncuranza una zampa.
«Potter» mormorò lei, «credo sia meglio spiegare alla signorina Granger cosa stiamo per fare.»
Harry convenne, e richiamò Kreacher con un gesto della mano.
«Kreacher, potresti portare qui Hermione?»
Kreacher annuì e sparì nel nulla.
«Potrebbe non funzionare» sussurrò Harry.
«Lo so. Ma vale la pena tentare.»

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Eccomi tornata!! Spero che questo capitolo (un po' corto, I know) vi sia piaciuto. Ci tengo a ringraziare emiixx_ che con i suoi bellissimi commenti mi ha motivata a pubblicare questo capitolo che avevo pronto da diverso tempo e che non avevo il coraggio di mettere alla luce <3

Harry Potter e il Mistero di Godric's Hollow - Ottavo Libro (non ufficiale)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora