120. Il bacio del vero amore

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Claudio faceva paura.

Non era lui.

Sembrava posseduto.

«Claudio, smettila!» Tiziano stava cercando di liberarsi dalla sua stretta.

«Claudio! Che ti prende?» disse la madre, avvicinandosi titubante ai due ragazzi avvinghiati a terra.

«Tiziano...» Claudio si soffermò su ogni consonante e vocale del nome.

Poi si staccò, e tenendo Tiziano premuto a terra per le spalle, lo guardò negli occhi. E le sue parole furono violente, impetuose. «Sei l'acqua fresca su un bucio de culo in fiamme. Sei la lingua che scorre su un cazzo duro da un mese, una carezza morbida sul coglione gonfio de sborra...»

«Che schifo! Ma che cazzo sta a dì?» esclamò Lorenzo in tono spaventato.

«È l'amore. L'amore di Claudio espresso senza freni inibitori» rispose Artemide.

«Claudio... mi fai paura...» Tiziano cercò di spingerlo via da sé. 

Ma Claudio si gettò di nuovo su di lui. Gli rovinò addosso e lo schiacciò a terra. «Voglio entrare in te, col mio corpo e la mia anima e diventare una cosa sola» disse. Parlava con la gola, toccava note talmente basse da sembrare il verso di un animale.

«Merda...» disse Artemide.

«Merda...» le fece eco Margherita.

«Merda cosa?» chiese Simone.

«Che cazzo è successo?! È un incantesimo?! Come cazzo è possibile?!» Lorenzo, intanto, gridava e sputava, infuriato come Simone non l'aveva mai visto.

«Claudio! Torna in te!» implorò Laura, le mani che le graffiavano il viso. «Cosa gli avete fatto?! Chi è stato!?»

«Claudio doveva essere al sicuro!» sbraitò Lorenzo.

«Staccateli subito!» ordinò Margherita.

«Aiuto...» Tiziano sembrava sul punto di soffocare, schiacciato da Claudio.

Artemide afferrò Claudio da dietro. «Aiutatemi! Stacchiamoli prima che sia troppo tardi!»

Laura, Lorenzo e Margherita si unirono a lei.

Simone e Marco, invece, aiutarono Tiziano ad alzarsi e lo trascinarono via. «Cosa succede? Che gli hanno fatto?» Tiziano chiese loro, la voce rotta dal pianto.

«Un casino» disse Simone. «Pozioni d'amore e incantesimi di psicomanzia. Ares... cioè, Serafin Konjuh ha provato a rubargli l'anima.» Indicò Ares steso a terra privo di coscienza.

«Eh?!» Tiziano ansimava, il respiro gli usciva a tentoni, aveva gli occhi sbarrati, non sbatteva nemmeno le palpebre.

Intanto la lotta di Claudio contro Artemide, Margherita e i suoi genitori, continuava, ferale. Scalciava, si dimenava, come fosse un condannato a morte trascinato al patibolo.

«Tiziano, vai via!» gridò Artemide. «Vattene e mettiti al sicuro! Più resti qui peggio è per Claudio!»

«Non posso lasciarlo così!» protestò Tiziano.

«Se ci tieni alla sua vita esci da questa stanza!» gli ordinò Margherita. «Stai esasperando tutte le sue emozioni, la sua anima vuole unirsi alla tua, rischi di ucciderlo!»

Tiziano rivolse a Claudio un ultimo sguardo angosciato e uscì dalla stanza, chiudendosi la porta alle spalle. Simone lo udì singhiozzare.

«Noooo! Tizianoooo!» Il grido di Claudio fu straziante, disperato, atroce, sembrava lo stessero torturando, marchiando a fuoco.

L'ultimo evocatore - [Desiderio, volume 2]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora