Quel pomeriggio Harry, Ron, Hermione e Ginny si incamminarono verso il campo vicino alla Tana, ansiosi di provare la nuova Firebolt di Harry.
Anche Hermione, che di solito li osservava giocare seduta sul prato con un libro fra le mani, aveva ceduto con uno sbuffo alle pressioni di Ron, che aveva acconsentito a tornare a Hogwarts in cambio di un suo giro di campo in sella alla scopa.
«Non mi sembra sicuro volare così in alto» osservò nervosamente, guardando gli anelli ai lati opposti del campo. Era stata lei stessa a realizzarli, ingrandendo con l'incantesimo engorgio sei bastoncini di plastica per le bolle di sapone. Non erano alti come quelli di Hogwarts, ma gli amici le avevano assicurato che non avrebbe potuto fare un lavoro migliore. Lei, per tutta risposta, aveva sorriso preoccupata.
«Puoi volare basso, sei vuoi» la rassicurò Ron, cingendole la vita con un braccio «ma se vuoi che io torni a scuola con voi devi superare quell'albero» e indicò uno dei faggi che circondavano il campo e lo nascondevano agli occhi dei Babbani.
«Stai scherzando, spero» protestò lei, guardando il faggio come mesi prima avrebbe guardato Lord Voldemort.
«Decidi tu, 'Mione. I miei studi sono nelle tue mani.»
Ginny soffocò una risata.
«Lascialo stare» le sussurrò all'orecchio. «La prima volta che ha provato non è andato più in alto di quel capanno per le scope.»
Hermione, rincuorata, prese la Firebolt con mani tremanti e si diede la spinta con i piedi. Harry la osservò divertito mentre sbandava da una parte all'altra, tenendo le mani strette al manico con così tanta forza che sembrava che la sua vita dipendesse da quello. Le nocche, per lo sforzo, erano diventate bianche quasi come la sua faccia, e la sua espressione era indecifrabile.
«Non capisco se stia per svenire o per vomitare» commentò Ron, con le braccia incrociate e il naso all'insù.
«Credo entrambe» replicò Ginny.
«Mi sto divertendo un mondo. Sarei tornato a scuola anche se si fosse rifiutata, ma lei questo non poteva saperlo.»
Ginny scosse la testa.
Hermione fece un atterraggio malfermo e si lasciò cadere a terra con un tonfo.
«Mai più» sibilò con un filo di voce.
Sollevò un braccio e porse la Firebolt a Harry, che la prese con delicatezza e la guardò come se fosse la cosa più bella del mondo.
«Non guarda neanche me, in quel modo» affermò Ginny.
Harry fissò i piedi a terra e si diede la spinta.
Non avrebbe potuto sperare in condizioni di volo migliori: il vento soffiava dietro di lui, sospingendolo con grazia in avanti, e una leggera brezza gli scompigliava amichevolmente i capelli come per dargli il bentornato. La scopa virava a ogni minimo movimento, come se leggesse nella mente di Harry e sapesse dove lui voleva che andasse; Ron, Hermione e Ginny erano diventati tre minuscoli puntini che lo guardavano dal basso, mentre lui desiderava solo di potersi spingere un po' più in alto, ben oltre il faggio che Ron aveva indicato poco prima...
Si trovava in una stanza buia. Il vago chiarore che penetrava dalle pesanti tende di velluto illuminava un pezzo di pavimento in pietra, sul quale giaceva un grosso baule a più scomparti. Sembrava che qualcosa si muovesse al suo interno: tremava debolmente ed emetteva dei leggeri mugolii, lamenti acuti che non avevano nulla di umano.
Una figura posò una mano pallida sul baule, e quello rimase immobile.
«Shh, shh» sussurrò. Nonostante non avesse pronunciato nessuna parola, Harry capì che la figura aveva una voce acuta e sottile... una voce che conosceva, che aveva già sentito tante altre volte...
«HARRY!» urlò una voce.
Harry aprì di scatto gli occhi e scoprì di non avere gli occhiali. Percepì sotto di sé i pungenti fili d'erba, e realizzò che era caduto dalla scopa.
Non ebbe nemmeno il tempo di elaborare il tutto: si accorse che il profondo dolore che sentiva non era causato dalla caduta, ma si concentrava su un preciso punto della su fronte. La cicatrice gli faceva male di nuovo.
«Harry, stai bene?» gli chiese Hermione con voce rotta. Aveva in mano la bacchetta, stretta in un pugno, e lui capì che doveva aver rallentato la sua caduta con un incantesimo, come un tempo aveva fatto Silente.
«Sto bene, Hermione.»
Vide Ron che lo guardava da lontano, pallido come un cencio.
«Ginny è andata a chiamare la signora Weasley.»
«No... no, Hermione... sto bene» protestò Harry, cercando di mettersi seduto.
Era vero; non gli faceva male nulla, a parte la cicatrice. La prontezza di Hermione gli aveva salvato la vita.
La signora Weasley apparve da nulla a qualche metro da loro. Aveva i capelli scompigliati e teneva in mano un cucchiaio di legno.
«Harry, caro» ansimò, correndo verso di lui. Ginny vide che Harry era seduto e aveva gli occhi aperti, e lasciò andare un sospiro di sollievo.
«Sto benissimo, signora Weasley» la rassicurò lui. «Sono caduto da pochi metri, non mi sono fatto niente.»
Si mise in piedi e le sorrise.
«Oh, grazie al cielo» sospirò. «Mi sono spaventata. Beh... torno a...»
Si passò una mano aperta sui capelli nel vano tentativo di pettinarseli, poi guardò distrattamente gli altri ragazzi con un sorriso vuoto e si smaterializzò di nuovo.
«È diventata proprio strana» mormorò Ron, osservando il punto in cui sua madre era sparita.
Hermione lo guardò con apprensione. Harry sapeva cosa avrebbe voluto dire: che Molly Weasley aveva appena perso un figlio, che stava cercando di abituarsi alla sua assenza e che era normale fosse così spenta; però non disse niente, e si limitò a camminare verso la Tana seguita da Ginny, Ron e Harry.
«Harry, dobbiamo parlare» disse Hermione seria, una volta raggiunto il pianerottolo. Spalancò la porta della camera di Ron e aspettò che lui e Harry entrassero - Ginny stava aiutando la signora Weasley in cucina - poi se la chiuse alle spalle.
«Cos'è successo poco fa?»
«Sono caduto dalla scopa.»
Hermione alzò gli occhi al cielo.
«E perché, Harry, sei caduto dalla scopa?»
Harry non rispose.
«Ti ho visto, quando sei caduto. Ti tenevi la cicatrice... ed eri già svenuto. Quando sei caduto, eri già svenuto.»
Era stato Ron a parlare. Era ancora molto pallido e le sue lentiggini risaltavano più del solito.
«Harry, abbiamo cercato gli Horcrux con te. Ti abbiamo aiutato a sconfiggere Voldemort... santo cielo, Ron, è morto, non devi avere più paura del suo nome... non pensi che sia il caso di dirci la verità, invece che nasconderci le cose?» chiese Hermione con le sopracciglia sollevate.
Per un breve, folle momento, Harry provò una rabbia immensa alle parole di Hermione. Sentì l'impulso di alzarsi di scatto, sbattere la porta e lasciare la Tana per qualche ora, magari tornare al campo e provare la Firebolt senza svenire. Però, una frazione di secondo più avanti, guardò gli occhi stanchi dei suoi amici e sospirò.
«Avete ragione. Ve lo devo.»
«Harry, io intendevo... voglio dire, siamo i tuoi migliori amici! Non ce lo devi, ma apprezzeremmo se lo facessi" balbettò Hermione, improvvisamente paonazza.
«No, Hermione, hai ragione» sbottò Harry. Ron trasalì. «Ci sono stati dei periodi in cui non vi dicevo niente... e alla fine le cose sono andate male. Non voglio che ci siano segreti.»
Harry inspirò profondamente e raccontò agli amici di ciò che aveva visto, della cicatrice che gli bruciava come una volta e della voce che aveva sentito.
«Non pensi sia... vero?» chiese Hermione ansiosa. «Voglio dire, è morto. E poi, la McGranitt...»
«Hermione, con tutto il rispetto» disse Harry con impazienza «la McGranitt non sa come funziona la cicatrice. Può solo immaginarlo, e si basa sul fatto che Voldemort sia morto.»
«Ma Tu-Sai-Chi è morto, Harry» osservò Ron, che aveva ripreso un po' di colorito.
«Tu pensi che...»
«Non lo so. Non ne ho idea.»
E stava dicendo la verità; se nella sua mente appariva sbiadito il ricordo del corpo di Voldemort, caduto come un mortale, come un essere umano, ucciso dalla sua stessa maledizione, nella sua testa sentiva ancora la cicatrice bruciare.
«Hai riconosciuto la voce?» chiese timidamente Hermione.
Harry annuì.
«L'ho riconosciuta» disse «ma non riesco a capire di chi sia.»
«Lo capirai. Lo capisci sempre» disse Ron.
Harry gli sorrise.
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Harry Potter e il Mistero di Godric's Hollow - Ottavo Libro (non ufficiale)
FantasyCosa succederebbe se l'ultimo capitolo "19 anni dopo" non esistesse, e il trio tornasse a Hogwarts per l'ultimo anno di studi? Cosa succederebbe se Voldemort avesse un'altra, ultima occasione di tornare? Se vi manca Harry Potter, se avete riletto i...