«Non mi importa se voi non ne avete, ma io ho fame, quindi pretendo del cibo, adesso.»
Non sapevo per quanto tempo avrei resistito senza urlare, ma probabilmente mancava davvero molto poco.
Mi sentivo come chiusa in una gabbia con un bambino che non smetteva di urlare e piangere.
«Tyler, sto per tirati un pugno in grado di farti tornare in Accademia in pochi istanti» sibilai irritata.
Mi fece il verso e continuò a lamentarsi imperterrito, scatenando gli sbuffi da parte di tutti i presenti.
Ci trovavamo sopra una sorta di mezzo complicato da descrivere che a quanto pare Adam era riuscito ad accaparrarsi.
«È il bello di fingersi il capo» aveva detto appena eravamo usciti dall'Accademia e ci eravamo trovati davanti un mezzo simile a una navicella spaziale che si vede solo nei film.
Era di una grandezza esorbitante, in grado di ospitare metà delle persone che frequentavano l'accademia e all'esterno i colori erano sgargianti, variavano dal rosso, al blu, fino ad arrivare pure al giallo, all'interno invece era molto semplice, era quasi tutta sulle tonalità del blu, e sembrava un vero e proprio appartamento, ma con dei sedili morbidi che avevano le cinture.
Non mi stupivo più di nulla.
Non mi trovavo in Accademia da tantissimo tempo, quindi non potevo pretendere di conoscere ogni buco di quel luogo, ma ero consapevole del fatto che anche tra diversi anni, avrei avuto altre sorprese inerenti a quell'istituto.
L'Accademia era una continua sorpresa.
«Dai, facciamo una sosta? Ho fame» borbottò Tyler con la fronte aggrottata.
«Smettila di fare il muso, sembri un bambino di due anni» lo rimproverò William, che era seduto accanto a me.
«E poi non possiamo fare soste, non siamo in un camper hippie che si ferma per fare benzina, siamo da qualche parte del mondo in aria» sottolineai.
«Se dovessi morire di fame, la coscienza sporca sarà la vostra» incrociò le braccia.
Trattenni un sorriso e lanciai un'occhiata ad Adam, che si trovava davanti, a pilotare quella specie di navicella.
Era serio, non accennava alcun sorriso o parola, sembrava immerso nei suoi pensieri.
Mi alzai, William mi chiese con lo sguardo cosa volevo fare, e gli sorrisi per rassicurarlo.
Mi diressi verso colui che consideravo ancora mio fratello.
«Se non sbaglio, da piccolo mi dicevi sempre che credevi negli alieni e che un giorno avresti voluto pilotare un UFO con me per andarli a trovare» sbucai alle spalle di Adam.
Sussultò e vidi una lieve ombra di sorriso spuntare lentamente sul suo viso.
«Magari questa non è proprio la stessa cosa, ma direi che ci si avvicina, non credi?» continuai.
Lui annuì, mantenendo fermo il sorriso.
Mi avvicinai e guardai tutta quella miriade di tasti impossibili da comprendere e memorizzare, ma che Adam cliccava come se fosse una passeggiata.
«Come diamine sai come si guida questo coso?» chiesi.
Mi guardò per un istante.
«Fingersi il capo dell'accademia per anni ha i suoi pregi, come ti ho detto» spiegò con serietà.
«Adam, ascolta, so che non ti ho proprio dato libertà di scelta per questa missione, ma vorrei sapere il tuo pensiero.»
Sbuffò, «Ho scelto io di venire, per te.»
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Post Fata Resurgo - L'ultima Fenice
Fantasy[COMPLETA] Alyx Allen non sa cosa si cela dietro al suo essere, non è consapevole di vivere costantemente nella menzogna. Crede di essere una monotona adolescente, finché diversi cambiamenti strani la sovrastano giorno dopo giorno, facendola immerge...