XXI

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Camminava per i corridoi dell'ospedale. Era agitato. Come non esserlo? Teneva la boccetta stretta nella mano e di tanto in tanto se la rigirava fra le dita, cercando di stare calmo. Ma per un semidio iperattivo come lui era praticamente impossibile.

Arrivò dinanzi la porta della camera, ma non aveva il coraggio di entrare. Buffo,vero? Il più grande mezzosangue di quel tempo aveva paura di entrare in una semplice e comune stanza. Sospirò, poi cominciò a camminare avanti e indietro, come se non sapesse esattamente dove andare.

-Sei fortunato, amico- Una voce alle sue spalle lo fece sobbalzare e lo distolse dai suoi tristi pensieri. Will stava in piedi, con il suo candito camice da dottore, con un bicchiere con dell'acqua in mano. Percy lo guardò, non capendo

-Passami la boccetta. Annabeth mi ha chiesto un po' d'acqua. Potrei versare la pozione nel liquido cosicché tu non debba costringere la tua ragazza a bere qualcosa che più che una bibita sembra un veleno mortale.-

Percy annuì e gli passò la pozione e Will fece come promesso, poi entrò nella stanza, seguito dal figlio di Poseidone, che finalmente aveva preso un po' di coraggio.

Ogni volta che la vedeva rimaneva senza fiato. Non importava cosa indossasse, in quale posizione fosse, come fossero i suoi capelli. Lei era sempre perfetta, con i suoi occhi grigi tempestosi e i boccoli biondi più spettinati del solito. Quando Will le porse il bicchiere, lei sorrise, grata e bevve il liquido. Il figlio di Poseidone intanto la guardava, aggrottando le sopracciglia. Lei poggiò il bicchiere sul comodino, come se nulla fosse successo. E Percy, cominciò a preoccuparsi sul serio. Era come se il mondo gli fosse crollato addosso. La pozione non aveva funzionato e ora Annabeth non si sarebbe mai più ricordata di lui, di loro. E, stando a quello che aveva detto Afrodite, lei non lo aveva mai amato davvero.

Fece per uscire dalla stanza, deluso e con il cuore spezzato ma la voce della ragazza lo fece voltare.

-Sei Percy, giusto? Quel tale figlio di Poseidone-

Il ragazzo si voltò, ancor più sconvolto. Quindi di lui si ricordava solo il fatto che era il figlio di Poseidone e nulla di più?

-...di cui mi sono perdutamente innamorata fin dai dodici anni?- Annabeth lo guardava sorridendo e tutti i sentimenti negativi che si erano impossessati del ragazzo svanirono all'istante. La abbracciò fortissimo, come non aveva mai fatto prima.

-Smettila, Testa d'Alghe così mi fai soffocare-

-Non sai quanto mi sei mancata, Sapientona.-

-Lo so, lo so. E adoravo quel tuo sguardo preoccupato sul tuo volto. Ti dona molto, sai?- disse lei ridendo

-Aspetta, quindi ti stavi prendendo gioco di me, non è così?- cominciò a solleticarle lo stomaco.

-Sì, è così, è stato divertente, ma ora ho imparato la lezione, quindi puoi smetterla- disse tra una risata e l'altra.

In tutto questo, Will stava assistendo alla scena in silenzio, felici per i due amici che probabilmente si era dimenticati della sua presenza. Decise di lasciarli soli. Quei due dovevano recuperare molto tempo perso.

Angolo autrice

Salve miei prodi pandacorni! Siamo quasi arrivati alla fine della storia! Ci tenevo quindi a comunicarvi che ho pubblicato la prima One-shot della raccolta di cui ho parlato nel libro precedente. Se la leggeste e commentaste mi fareste davvero un grande favore. La raccolta la potrete trovare sul mio profilo. Grazie mille e alla prossima

Percy's deathDove le storie prendono vita. Scoprilo ora