Capitolo 8

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Un lampo luminoso contrastava il cielo che sembrava diventare ogni secondo più scuro, come un buco nero sul punto di risucchiarti ed è ciò che fece, quel nero mi inghiottii in un tormento senza fine.

Sollevai la testa per vedere la tempesta sopra di me, permettendo all'incessante pioggia di stagliarsi aggressivamente contro il mio viso.

E subito dopo sentii delle urla che dominarono il silenzio notturno, talmente forti da occludere il mio udito.

Corsi, cadendo poi sull'asfalto freddo e bagnato, e rimasi in ginocchio nell'oblio mentre un corpo crollava lentamente tra le mie braccia ferite, sentii il suo respiro affievolirsi sempre più finché non cessò definitivamente.

«Thomas.» questa fu la sua ultima parola sussurrata poco prima di sentire la vita abbandonare il suo corpo.

Mi svegliai di soprassalto, bagnata fradicia dal sudore, i battiti accelerati e le mani che tremavano.

Cosa diamine avevo appena sognato?

Strinsi gli occhi sperando di sentire il dolore alla testa alleviarsi.
Decisi di alzarmi scossa e di dirigermi verso il bagno, magari per darmi una rinfrescata, ne avevo decisamente bisogno.

Quello era il mio primo giorno all'Accademia e non avevo la più pallida idea di cosa aspettarmi, e inoltre il risveglio che mi aveva turbata e non poco non mi aiutava di certo a vivere meglio la giornata.

Pensai alla mia famiglia, ad Alexandra, e una lacrima solitaria solcò il mio volto.

Dovevano essere tutti preoccupati per me, dovevo contattarli al più presto.

Pensai che il prima possibile sarei andata dal signor Lewis per chiedergli quel piccolo favore innocente, non credevo gli sarebbe costato qualcosa, in fondo ero venuta all'accademia senza protestare, più o meno, e nonostante io non stessi capendo un bel niente della mia vita e di tutto ciò che mi circondava, non mi stavo lamentando, era il minimo che lui potesse fare.

Sobbalzai nell'udire la voce lieve di Cher, «Già sveglia Alyx? Le lezioni iniziano tra un'ora e mezza, hai ancora tempo.»

Guardai le sue piccole mani che strofinava sui suoi occhi socchiusi e quell'azione mi fece pensare a quanto fosse tenera.

«Buongiorno Cher, scusa, non volevo svegliarti» le sorrisi «Credo che questo risveglio anticipato sia dettato dall'ansia del primo giorno.»

«Oh ma tranquilla, ti starò vicina tutto il giorno! E comunque ti farò conoscere i miei amici, ti ameranno!» mi fece un sorriso a trentadue denti.
Ma non le viene una paralisi facciale sorridendo costantemente?

Per carità, mi faceva piacere che lei fosse felice, ma io a quell'ora del mattino non riuscivo a parlare con qualcuno senza rischiare di tirargli un pugno sul viso, figuriamoci sorridere.

«Sei pronta? Dannazione Alyx sei sveglia da ore ma hai deciso di prepararti solo gli ultimi dieci minuti?» mi chiese irritata Cher, e in effetti non aveva tutti i torti.

Avevo sprecato tempo a non fare nulla e a fissare il vuoto sperando che fosse tutta una stupida allucinazione.

«Si dammi un attimo, finisco di mettere la camicia e arrivo» sospirai guardandomi meglio allo specchio, «ma non avete divise più carine? Questa è un pugno all'occhio!» esclamai disgustata alla vista di quei colori sgargianti, io volevo solo indossare il mio amato nero.

«No, abbiamo solo questa e quelle per gli allenamenti, che per la tua felicità puoi modellare a tuo piacimento, ma a te non serviranno per adesso dato che non sai che potere hai, quindi non puoi allenarti» mi disse, uscii dal bagno ed aggiunse «inoltre stai benissimo!»

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