Undicesimo

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Iniziarono a baciarsi sdraiate tra le lenzuola. Fra le pieghe dei cuscini e i bordi delle coperte poggiati per terra si aprirono le porte del loro paradiso.
Tutto era bianco come sulle nuvole, e nelle membra si allargava una sensazione afrodisiaca. Steph era sempre stata attratta dall'arte, per tanto faceva di tutto pur di saperne qualcosa. Quando aveva sedici anni si era recata un pomeriggio intero in biblioteca dove si era imbattuta in un manuale di storia dell'arte. Perlopiù quel libro conteneva lunghe descrizioni delle opere -sculture e dipinti- con qualche immagine stampata al lato della pagina.
Tra il calore di Becky Steph allegò uno dei lavori di Bernini; la Transverberazione di santa Teresa d'Avila.
La statua della santa la rappresentava sdraiata su un coltro di nuvole, completante abbandonata al momento di estasi causato dalla freccia dell'angelo poco più sopra di lei che le trafiggeva il cuore.
Steph lesse che l'espressione del soggetto poteva essere paragonata esplicitante ad un orgasmo. A sedici anni Steph non sapeva cosa fosse un orgasmo, ma con il profumo di Jamie contro le proprie labbra poté finalmente trovare un significato a quella particolare opera d'arte.

Le mutandine di Steph erano, in pratica, tutte inzuppate senza che lei stessa potesse rendersene conto. Una pazzia, ma desiderò che qualcuno fotografasse lei e Becky in quell'esatto momento, una sopra l'altra, a leccarsi le bocche e scompigliarsi i capelli.
Steph lo voleva, lo bramava con feroce disperazione. Era eccitata fino al limite della sopportazione e solo pensare all'orgasmo la rendeva sempre più vicina ad esso.
Becky le aveva alzato la gonna della camicia da notte, abbassandosi tra le sue gambe. Steph rimase sdraiata, straziata da un'amplificata trasmissione di gemiti.
Le gambe divaricate disperate nella ricerca di un contatto, e le mani bellissime di Becky suoi fianchi magri della più piccola. Le sfilò le delicate mutandine in pizzo e si premette con la bocca contro la sua bollente fonte di piacere.
Steph si sentì mancare; era un tipo di contatto troppo intimo e vergognoso anche solo da pensare, non credeva affatto che potesse esistere una simile iniziativa. Come faceva Becky a farlo? Lei non avrebbe mai avuto il coraggio.
Era, però, il paradiso più etereo che potesse spezzare il corpo eccitato di Steph. Dolce tesoro, quasi faceva tenerezza mentre Becky le stringeva le cosce e premeva freneticamente la lingua contro il suo clitoride bagnato.
Jamie la amava.
Era disposta a darle ogni suo pezzetto di carne pur di sentirla fremere in quel modo. Non la voleva sua, non possedeva Steph, il suo spirito era così tanto ribelle, fragile e libero che nessuno l'avrebbe mai incatenata. Però per Becky quella presenza ormai era diventata essenziale, e si ammoniva proprio perché lo era diventata in un lasso di tempo brevissimo.
Era così salata, la leccò profondamente dal basso verso l'alto, trattenendo un sorriso.

Steph flesse il busto poco in avanti, portandosi il mento sul petto e aggrovigliando le piccola dita tra i folti capelli scuri di Becky.

«Oh, Dio!»

Perfetto.

Becky non le diede l'opportunità di venire così presto. Si staccò da lei baciandole l'interno coscia, inginocchiandosi per un istante. La guardò in quello stato di pieno cordoglio e rischiò di gemere persino lei per quanto Steph era bella. Era una donna, una di quelle chiare e fresche che si intrappolano nelle tele.
Carponi si sorresse sopra il corpo sdraiato della giovane, baciandola intensamente e succhiandole la lingua come aveva fatto lievemente nel suo sesso. Le scompigliò i capelli e le accarezzò il viso. Steph la strinse in un abbraccio e la fece ricadere sopra di se.
Scoppiarono un una risata affaticata, ad occhi chiusi. Faceva davvero molto caldo.

Entrambe si inarcarono, opposte. Becky come una maestosa amazzone si rese sulle ginocchia mentre Steph allargò le gambe, e spinse il capo contro il materasso. Velocemente, senza nemmeno pensarci, nessuna vergogna, soltanto impulso, Becky tolse a Steph la camicia da notte candida e la minore fece lo stesso con gli abiti dell'altra.
I sentimenti di Steph erano talmente tanto impetuosi e selvaggi che non si poté dare un nome a ciò che stava provando. Non credeva possibile di poter rimanere senza ossigeno nel vedere Becky nuda, anche se l'aveva immaginata molte più volte di quante volesse ammetterne.

Il seno prosperoso e la pelle lievemente abbronzata. I suoi capezzoli erano scuri e turgidi, la linea della gabbia toracica le delineava la vita magra come se fossero un paio d'ali di un angelo.
Gambe forti e morbide, sode e adulte, aperte con una trasgressione molto più sfrontata di quella di Steph, rimasta sotto il ponte creato dal corpo di Becky retta in ginocchio.
Le due si guardarono negli occhi ansimando con il cuore in panne. I piccoli seni di Steph quasi sparirono nella sua posizione supina.
Ebbe un'enorme timore nel prendere quell'iniziativa ma non poté intervenire con nessuna opposizione per contrastare il proprio istinto.
Steph allungò una mano tra le gambe di Becky e accarezzò delicatamente la sua intimità, partendo dalle grandi labbra fino al clitoride. Jamie emise un forte gemito, impreparata a quella mossa.

Steph rise, boccheggiando. Far reagire Becky in quel modo forse le dava più piacere di essere toccata da lei.
Si scambiarono deboli parole solamente nell'imprecare sotto voce e mugugnare l'una il nome dell'altra.
Rotolarono nel silenzio dei loro copri accesi, gambe tra le gambe, mani sciolte nelle dita, bocche impietrite assieme e occhi chiusi.
Steph venne per prima grazie alla veloce mossa delle quattro dita di Becky che la costrinsero ad allargare le gambe più che poteva, mentre quella più grande si lasciò trasportare dal bellissimo oblio del piacere nell'inesperienza di Steph, che le andava bene così.
Jamie prese la mano di Stephanie impacciata nei movimenti tra le sue gambe. La bionda aveva le spalle contro i cuscini del letto e il corpo di Becky poggiato con la schiena a contatto con il suo petto.
Jamie respirò a tratti, accompagnando il polso di Steph a compiere dei movimenti circolari nella sua carezza leggera.

«Così, e poi va più veloce. Riesci a imitare quello che faccio io?» le disse Becky a bassa voce, poggiando le labbra su una delle sue guance pallide. Steph annuì mordendosi il labbro.
Un solo attimo di pura follia e si appropriò dell'orgasmo di Becky facendola strillare fortissimo fino a che non chiese pietà, tentando di divincolarsi dall'abbraccio di Steph che le strinse il seno, sfrontata.

«È triste.» disse Steph. Lei e Becky erano abbracciate dolcemente in una coltre di lenzuola e orgasmi.
«Cosa?» domandò stranita lei.
«Ripensare al giorno del mio matrimonio ed immaginarlo felice con te al posto di mio marito.»
Becky si rattristì, accarezzandole e baciandole la fronte.
«Lo so.»

Petals ||Fem!Stucky||✔Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora