Il suo dannato asma la tormentò nel momento meno opportuno. Aveva ancora vivida quella follia, che vedeva come protagonista le labbra di Becky sopra le sue, e ripensarci in continuazione non faceva altro che peggiorare il suo umore.
Steph credeva di essersi abituata alla propria salute piuttosto fragile e cagionevole, ma ogni volta che arrivava un attacco d'asma si piegava per l'insopportabile sensazione di soffocamento.
Per fortuna c'era Markus a casa con lei, mentre la gola le si sigillava e gli occhi rossi continuavano a lacrimare, in preda ad un forte crisi asmatica. Sapeva benissimo che la maggior parte della colpa era il suo pensiero fisso, e l'enorme paura di quello che aveva fatto.Aveva trascorso due giorni in casa, senza uscire nemmeno a comperare il latte. Usò la scusa di star ancora male, preparando una cena calda e umile al marito che rincasava preoccupatissimo per lei. Profonde occhiaie le scavavano il viso dolce e infantile, pallida come neve, più magra del solito. La camicia da notte che la madre le aveva regalato per le nozze, assieme ad un vasto corredo di lenzuola e biancheria, le andava molto più larga del previsto.
Era stata davvero un'idiota, una pazza impulsiva, da dove gli era saltata in mente un'idea del genere? Stava tradendo il marito? Stava venendo meno alle proprie promesse coniugali? E se Markus, con tutta improbabilità, sarebbe venuto a sapere di quel bacio?
Chiamarlo col proprio nome era ancora troppo strano per lei.Eppure una sensazione simile non l'aveva mai provata, con tutte le contraddizioni e i pentimenti del caso, Steph lo aveva fatto perché se lo sentiva. E tutto poteva dire, ma non che non le fosse piaciuto.
Rise in silenzio, rossa in viso e soddisfatta, quando pensò al piccolo risucchio che Becky le aveva fatto sulla lingua. Come aveva sopportato la vita senza tanti baci come quello, fino a quel momento?
Improvvisamente si sentì pentita di aver sprecato tutto quel tempo, di essersi persa così tanto, anche se lei in fondo era ancora una ragazzina. Lo poteva sembrare fisicamente, ma nella testa, nonostante il suo ingenuo silenzio, i pensieri erano già chiari e maturi.
Buon Dio, era tutto completamente scombussolato. Eppure l'unica sensazione predominante che la corteggiava era la contentezza. Steph era più felice di quanto potesse mai immaginare, e quella pazzia era anche lontana quarantott'ore. Figuriamoci, pensò, quanto avrebbe sorriso se una cosa simile l'avrebbe assaggiata ogni giorno.
Alla tempesta di domande che le si sedettero sulle ginocchia in quei due giorni una che la tormentò maggiormente fu quel dannato matrimonio. Perché non poteva essere sposata con Becky?
Perché le persone dovevano sempre essere prepotenti, e decidere loro? Su te, sulla tua vita, sui tuoi amori. Anzi, no, Steph voleva un solo amore, e questo sembrava proprio essere Becky.
Ridicola, si ammonì; lei di amore non ne capiva niente, forse non aveva nemmeno il permesso di dire una cosa simile. Cosa ne sapeva, Stephanie, dell'amore?
Solo poesie, solo racconti.
E quello vero com'era fatto? Lei non ne aveva avuto nemmeno uno immaginario, ma il problema sorgeva proprio quando a quella noncuranza si metteva in conto Becky. Ecco, non era amore, ma la cosa più vicina che gli si avvicinasse, secondo Steph.
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Petals ||Fem!Stucky||✔
FanfictionA Stephanie Rogers non va a genio la sua vita; giovane moglie del prestigioso ed affascinate Markus Carter, la ragazza sente di non appartenere a quella proiezione del matrimonio, di un futuro monotono e già scritto per lei. Nei primi anni quaranta...