45. Fiducia e Illusioni.

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Abby. 


Non sei un mostro. Sei umana, Abby. Tu sei umana!

Le parole di Jared mi riecheggiano nella mente, pesanti, dense. Rintoccano nella testa come un fastidioso ticchettio d'orologio in una stanza completamente silenziosa. Mi rimbombano nelle orecchie e mi premono sulle tempie, facendomi stringere i denti.

Non sei un mostro.

Se non lo sono, allora in cosa mi sono trasformata? Cosa devo aspettarmi di vedere, quando troverò il coraggio di riflettermi in uno specchio? Sono ancora la Abby Lorelaine di qualche mese fa? Quella ragazza sarcastica che nessuno voleva avere attorno, a eccezione di Paige? O mi sono tramutata in una nuova forma di me, sicuramente più distorta e spaventosa? Di cosa dovrei avere paura, adesso? Posso ancora fidarmi di me stessa, o devo iniziare a pensare che nel mio corpo scorre il sangue di un'assassina?

Jared mi ha detto di non essere troppo dura, che tutto quello che è successo in città e con Finnick sia solo una reazione normale a delle provocazioni. Gli avrei quasi riso in faccia per la disperazione: quindi, avere l'istinto di far fuori qualcuno, ed effettivamente farlo, è un comportamento lecito e sano? Uccidere un Sottomesso, per loro, è solo una mera questione di lavoro, un obbligo sociale, diciamo, e nessuno oserebbe ritrarsi di fronte a dei doveri imprescindibili. Ma avere la voglia di uccidere un compagno ed essere sul punto di farlo non è un pensiero che passa spesso nella mente di un Guerriero. Nessuno ucciderebbe un proprio compagno, semplicemente per il fatto che non sarebbe normale farlo.

Qualche minuto fa, io ho desiderato di uccidere Finnick Spencer. Lo volevo davvero, è inutile che cerchi di camuffare i miei processi mentali. Sono stata lì lì per strangolarlo, anzi, per indurlo a strangolarsi, e sono sicura che avrei riso fino a farmi venire le lacrime agli occhi, se solo ci fossi riuscita. Non avevo mai odiato Finnick Spencer fino al punto da desiderarlo morto. Non fino a questo momento. Ma ci sono delle soglie che forse sarebbe conveniente non superare mai, se non ci si vuole trovare con le mani strette attorno al collo, a pregare per un alito di aria nella gola. Finnick sapeva che prima o dopo avrei raggiunto il mio limite massimo di tolleranza. Anche Jared lo sapeva, come lo sa anche ogni altro abitante della Caserma che mi guarda ancora scettico e con poca tolleranza. Lo sanno tutti, qui dentro, che non è saggio scherzare con un mezzo Demone. E adesso lo so anche io.

Non so di preciso quando ho iniziato a sentirmi diversa, a tratti guasta. Forse, è cominciato tutto con la presenza nella mia mente di Cornelius, o forse dovevo pensare che sarebbe successo comunque... che il mio processo di maturazione in termini demoniaci sarebbe emerso in ogni caso, senza preavviso, come un fulmine in un cielo piatto e grigio.

Mi piace pensare che sia diventata una sorta di bomba a orologeria: tutti sanno che prima o poi scoppierò, ma nessuno è in grado di prevedere quando succederà. Così, la gente mi ronza attorno senza starmi troppo vicino, per paura che possa farlo proprio in quel momento, proprio accanto a loro. La gente che mi cammina al lato mi fissa impaurita, per poi abbassare gli occhi a terra e sperare che non me la prenda con loro. Mi temono, probabilmente, e ci ho impiegato tanto, troppo tempo, per arrivare a questa conclusione: i Guerrieri di questa Caserma sono in soggezione a causa mia e, nonostante potrebbero uccidermi con facilità, se volessero, non lo fanno, perché c'è qualcuno che glielo impedisce. Qualcuno che mi vuole viva. Ma perché David Clint ci tiene così tanto a farmi sopravvivere? Perché un Celeste dovrebbe mostrare clemenza verso un essere nemico?

Perché, perché, perché. La mia vita è grande, gigantesco punto interrogativo. Vedo succedere cose accanto a me di cui non capisco la ragione; vedo cadere le mie domande una a una nel baratro delle dimenticanze, prese troppo poco seriamente da tutti; vedo la mia vita scorrere verso una destinazione indefinita. Cosa farò qui dentro? Rivedrò mai più Paige o mia zia? Tornerò più a frequentare il liceo? Morirò?

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