Capitolo 3

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Louis si guardò attorno, osservando i pochi e spogli mobili che arredavano il grande appartamento di Harry. Non sembrava nemmeno una casa davvero vissuta se non fosse stato per un piatto ed una ciotola ancora piena di muesli lasciati sporchi nel lavandino. Aveva sognato di fare sesso sopra ogni superficie piana di quella casa eppure non l'aveva mai immaginata così, somigliava in qualche modo ad Harry, apparentemente vuota.
Aveva capito che, anche stando in quella casa, non avrebbe scoperto niente in più su di Harry, nessuna passione, nessun vizio, niente e lui aveva timore di chiedere, scomodare.

Harry buttò la giacca in twill sulla poltrona e si lasciò cadere sul divano vicino mentre osservava Louis guardarsi intorno, accigliato - "Puoi sederti" - disse, indicando lo spazio tra le sue gambe affusolate, strette in un jeans scuro.

Louis scosse la testa e serrò le labbra - "Vuoi davvero fare una cosa a tre?" - bisbigliò incerto, non sicuro che l'altro avesse realmente sentito tutte le parole. Nei suoi venticinque anni aveva sperimentato tanto, forse anche troppo, per quanto riguardava del sesso impersonale ma una cosa a tre, era troppo persino per lui. Si sentì di nuovo un bambino quando Harry lo osservò per qualche secondo con un ghigno divertito sul viso - "Che c'è?"

"Hai davvero creduto che potessi dividerti con Zayn?"

Sollievo.
Avrebbe voluto baciarlo, in quell'esatto momento, sentire per la prima volta le loro labbra incontrarsi e scontrarsi, un sapore diverso da quello del suo sperma. Avrebbe voluto baciarlo per dirgli grazie, per avergli sorriso anche solo per un momento mentre gli apriva la porta e gli dava il benvenuto in casa sua. Avrebbe voluto baciarlo per dirgli grazie di aver scelto lui, solo lui, seppur solo per il sesso. Ma non gli disse grazie, non lo baciò nemmeno, si sedette sulla parte del divano libera, tra le sue gambe e reclinò la testa indietro, lasciando che i capelli biondi ricoprissero il ventre di Harry.

"Sei stanco?" - chiese dolcemente l'uomo, con un tono che sembrava quasi stonare tra di loro, mentre iniziò ad accarezzargli i capelli, intrecciando delle ciocche corte alle dita.

"Sì ma se vuoi..." - lasciò la frase in sospeso, come i suoi occhi che continuavano a vagare tra le gambe dell'uomo ed il salone.

Harry si fermò dall'accarezzargli la fronte, tirandogli i capelli per ricevere la sua attenzione - "Non voglio fare nulla che tu non vuoi"

Louis alzò le spalle e puntellandosi sui gomiti si fece ancora più spazio sul grande divano, sistemandosi di fianco a lui. Era un silenzio strano, il loro, pesante. Non avevano mai vissuto così in intimità eppure in quel momento, entrambi volevano solo quello, niente sesso, solo stare allungato l'uno tra le braccia dell'altro, a guardarsi negli occhi stanchi e spenti ma vivi, mai come quel momento.

"Perchè? Di solito non ti sei mai fermato davanti alla mia stanchezza"

Harry rimase in silenzio per qualche minuto, indeciso se rispondere o meno a quell'affermazione - "È vero ma ho visto la tua espressione delusa quando ti ho detto di Zayn..."

Louis non rispose, declinò tutte le parole, si strinse solo di più a quel petto che mai aveva sentito così suo. Non importava ciò che non erano, Louis si godé il momento, baciandogli la porzione di pelle tra il collo e la spalla, mormorando di un sentimento che Harry non percepì.

Rimasero così finché il vecchio orologio a pendolo non scoccò le tre, facendo echeggiare il suono per tutto il salone - "Dio Mio! Esistono ancora quei cosi?"

"Quel coso - ribatté Harry - è stato un regalo dei miei nonni alla mia laurea!"

"E l'hai accettato? Seriamente Harry, è inquietante e di poco gusto!"

"Disse il ragazzo con i capelli ossigenati e le mutande in pizzo!"

Louis mise su una finta espressione accigliata - "Le mie mutande ti piacciono!" - ed Harry non provò nemmeno a replicare pechè, in verità, adorava vedere quel delicato pezzo di stoffa sul corpo mascolino di Louis; lo eccitava come nient'altro.

Finito di battibeccare, Harry si sistemò meglio sul divano stendendo ed intrecciando le gambe in quelle di Louis, fin troppo sorpreso di quel gesto ma ancora di più, di sentire un suo braccio avvolgerlo e stringerlo al petto, come mai aveva fatto prima.

"Mi racconti una cosa su di te, Harry?" - mormorò, nascondendo il suo viso tra l'incavo del collo del più grande, così da attenuare il suono delle parole appena pronunciate.

"Hai chiesto a Zayn"

"Lui mi ha detto solo la tua età e che vi conoscete da tempo immemore, niente di più"

"Non potevi chiederlo a me?"

"Non siamo mai stati da chiacchierate, noi due..." - ammise - "Quando sei nato?"

"Il primo febbraio compio trentadue anni, tu?"

"Il ventiquattro, ventisei"

Harry tornò ad accarezzargli la nuca, protraendosi fino al centro della schiena - "Lo festeggerai?" - domandò, calando il tono della voce, ora ancora più basso e rilassato.

"La mia famiglia verrà qui per il Natale, non sono mai venuti a Londra da quando sono qui. Tu cosa farai a Natale?"

"Lo passerò con la mia ragazza"

Louis sentì una strana pressa all'altezza dello stomaco ma decise di ignorarla e di godersi quell'abbraccio di Harry, fin quando sarebbe stato possibile - "Posso restare qui stanotte?"

Harry lo guardò sorpreso, gli posò due dita sulla guancia scavata e disegnò un piccolo, appena percettibile, sì - "Però te ne vai domani mattina".

28 Days || Larry Stylinson AUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora