17.

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Percorsi il corridoio con estrema lentezza, cercavo di perdere più tempo possibile. Dietro di me, c'erano due guardie, uno trasportava le mie valigie e l'altro si guardava attorno annoiato, sbuffando ogni tanto. Per la prima volta da quando mi trovavo qui, non volevo andarmene. Per la prima volta, in un posto di merda, avevo trovato un motivo per restare. I suoi occhi azzurri e furbi si fecero spazio nella mia mente. Mi bloccai all'improvviso, le due guardie alzarono gli occhi al cielo.
-Styles continua a camminare, devi andare via- disse una di loro.
-Devo parlare con il direttore- affermai con certezza.
-È già stata presa una decisione, non puoi farci nulla- mi rispose l'altra. Io mi voltai a guardarli, lo sguardo più freddo e impassibile che potessi fare.
-Portatemi dal signore Irwin, devo parlargli. Fatemi parlare con lui e poi me ne andrò senza obiettare-. Si arresero quasi subito, molto probabilmente non volevano starmi a sentire, così tornammo indietro davanti l'ufficio. Lasciai le valigie fuori ed entrai dentro senza neanche bussare. Il direttore era seduto dietro la sua scrivania, alcuni fogli per le mani. Quando i nostri sguardi si incrociarono, mi fece cenno di sedermi. Io non lo feci, iniziai a camminare per la stanza prima di bloccarmi davanti a lui, poggiai le mani sulla sedia che avevo davanti.
-Perché?- domandai semplicemente. Lui si prese del tempo togliendosi gli occhiali da vista e risistemando le cose che aveva davanti.
-Harry, è stata infranta una legge molto importante, non posso lasciar scorrere la cosa-.
-Ashton, da quando sono stato rinchiuso qui, non ho fatto altro che odiare tutti. Odiavo me stesso, odiavo la mia famiglia, odiavo le guardie, il cibo, anche te. Ero pieno di rancore e rimpianti, la cosa che più mi mancava era la droga, non vedevo l'ora di uscire solo per riniziare. Ma sai che c'è? Ho incontrato una persona che mi ha dato un motivo per smettere, un motivo per cambiare le cose, un motivo per cambiare la mia vita. Louis si è inserito piano piano nel mio cuore, lui è andato oltre il mio carattere scontroso e freddo, lui, in me, è riuscito a trovare una persona fragile, una persona a cui non serviva altro che un po' di amore e comprensione. Nel mio mondo bianco e nero, lui è riuscito ad inserire dei colori accesi, colori felici. Lui è riuscito ad accendere in me quel coraggio che da tempo mi mancava. Tra di noi non c'è mai stato altro che amore e voglia di appartenersi. Da quando sono stato inserito qui, non mi è stato detto altro che trovare qualcosa che mi facesse venire voglia di andare avanti. Io ho trovato Louis, ho trovato qualcosa per cui restare, perché vuoi togliermi quest'occasione? Perché vuoi togliermi una delle cose più preziose?-. I miei occhi si erano fatti sempre più lucidi nel discorso fino a diventare vere e proprie lacrime. Ashton rimase in silenzio per molto tempo, poi si alzò dalla sedia e aprì la porta.
-Styles, mi dispiace ma le leggi non sono fatte per essere infrante. Ora prendi le tue cose e vai-. A testa bassa uscii, a testa bassa e con il cuore spezzato percorsi il corridoio e uscii dall'istituto, salii nel furgone che mi doveva trasportare e rimasi in silenzio. Sei inutile, mormorò una vocina nella mia testa e io glielo lasciai fare. I paesaggi scorrevano davanti a me ma non mi importava più nulla, qualcuno avrebbe potuto picchiarmi e io non avrei reagito, non avrei nemmeno provato dolore. Bella barzelletta che era la mia vita, ogni volta che trovavo qualcuno a cui donare me stesso, le carte in tavola cambiavano e mi ritrovavo solo. Forse era così che era segnato il mio destino, solo e senza speranze. Il centro in cui mi portarono distava un'ora dall'altro. Era più grande e sembrava anche più moderno. All'entrata presero le mie valigie e mi diedero una divisa grigia da indossare. Fecero alcuni controlli prima di farmi passare e poi venni portato davanti la mia stanza. Quando aprii la porta, vidi che c'erano due letti. In quello di destra c'era sdraiato un ragazzo, fissava il soffitto perso nei suoi pensieri. Io poggiai le mie cose nel letto di sinistra e iniziai a cambiarmi. Quando mi misi seduto, il ragazzo sembrò risvegliarsi, così si alzo e venne davanti a me. Era molto alto, quasi quanto me, biondo con gli occhi azzurri, un accenno di barba. Mi fece un piccolo sorriso prima di porgermi la mano.
-Sono Lucas Hemmings, piacere, ma puoi chiamarmi Luke- si presentò. Io controvoglia strinsi la sua mano.
-Harry Styles- mormorai.
-Prima volta in un centro di disintossicazione?- chiese. Scossi la testa.
-No, sono stato trasferito-. Forse notò la tristezza nella mia voce che evitò di farmi altre domande.
-Se hai bisogno d'aiuto, non esitare a chiamarmi-. Io annuii. Presi una valigia e iniziai a togliere le poche cose che si trovavano al suo interno. Presi la pallina e la misi sul comodino, poi il diario, l'unica cosa che ancora mi legava a Louis. Nel fondo della valigia trovai un biglietto, notai subito che la scrittura non era quella di Louis.

Harry, non pensare che io sia contento di questa scelta, so quanti ami Louis e quanto lui ami te. Farò di tutto pur di farvi rincontrare, te lo prometto.
-Il direttore Irwin

E in quel momento, dopo aver letto quelle parole, sentii un piccolo barlume di speranza farsi spazio in tutta quella malinconia che mi avvolgeva. Forse, ancora c'era una possibilità per me.

Toxic love (larry stylinson).Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora