Silenzio... Rumoroso silenzio... Ecco cosa mi riempiva le orecchie...
La pallida figura al mio fianco, non sembrava più Jacob, ma solo una sua pallida imitazione.
Il bronzo acceso della sua pelle, ora sembrava latte e l'ardente fuoco nero che brillava nei suoi occhi, ora era pezzi di carbone, nero come la morte. Buio come la notte... senza stelle.
«Dì qualcosa...» mormorai appena.
Ma lui restò zitto. Fissò la tomba, che conteneva i resti di Claire e ... di me...
«Come è successo?» mormorò infine, in un flebile sussurrò.
«Non lo so...» mi affrettai a rispondere.
«Andiamo, Ness!» sbottò con rabbia, incenerendomi con lo sguardo. «Hai ucciso una persona! Non te lo scordi da un momento all'altro».
La sua freddezza... Faceva eco al suo odio, che stava crescendo pian piano in lui... verso di me. Tutto l'odio che avevo accumulato in questi stupidi cento anni contro me stessa, stavano per esplodere.
«Certo che lo ricordo... solo che non vorrei» mormorai a voce morta. «Quil e... tu - credo- mi avevate lasciato in affidamento Claire, perché dovevate andare con Sam a fare non so che. Lei e scappata nel bosco... E' caduta... Si è messa a sanguinare... E poi il buio più totale» mormorai fissando il terriccio sotto la tomba. Avevo paura di quello che ero diventata in quei minuti.
«E' morta così?» biascicò con voce morta, fissando la tomba.
«Si... e me ne pento ogni santo giorno» mormorai fissando anch'io la tomba.
Calò un silenzio terribile, occupato solo dai nostri respiri. Era strano dirlo a qualcuno. Era come liberarsi da qualcosa che ti ostruiva il cuore. Come un tappo, che appena sparì, fece entrare un po' di luce nel buio tetro che la mia vita aveva assunto. Come se ogni cosa avesse portato a quel momento... con quella stessa persona.
Restammo in silenzio per minuti interi, fissandoci negli occhi. Entrambi eravamo muti, negli occhi. Come se avessimo paura di far trasparire l'emozioni. Forse per paura di mostrarci deboli l'uno all'altra.
«E' impossibile» mormorò infine, fissandomi ancora con quello sguardo morto.
Restai senza parole. A fissarlo con gli occhi sbarrati, contemplando ciò che dalle sue labbra era appena uscito.
Anche lui credeva impossibile ciò che era successo. Anche lui credeva a quella bambina dolce che tutti credevano ancora viva dentro di me... Papà aveva ragione. Gli umani credono alla menzogna.
«Per quanto tu non ci possa credere, è successo! L'ho fatto! Ho ucciso quella bambina. L'ho fatto a sangue freddo!» dissi, cercando di non piangere, ma fu impossibile evitare di piangere, mentre cercavo di evitare il suo sguardo. «Ma è successo. E non c'è attimo che me lo rimproveri!» piansi, guardandolo negli occhi con rabbia.
Mi guardò, e poi si alzò di scatto, e mi strinse contro il suo petto. Quel gesto mi lasciò spiazzata. Credevo che mi avrebbe odiata... e invece no. Non ci riesce perché mi ama.
Fu investita dalla consapevolezza che quelle stesse parole che nella mia mente trasparivano con innocenza, Mi amava, e rendermene conto fu la cosa più bella che mi potesse capitare dopo quei cento tre anni. Sembrava un nuovo inizio.
Il mio personale arcobaleno nero che mi perseguitava, pian piano si stava colorando. I sette colori stavo ricomparendo, una alla volta, piano piano. E la mia vita stava riacquistando un senso.
Amavo Jacob Black, e l'avrei amato anche se l'amore non sarebbe esistito.
Ormai era diventato il mio tutto.
Piano mi fece alzare dalla tomba, e mi trasporto all'auto, senza staccarmi dal suo petto bollente. Il suo cuore batteva forte... Era così bello sentirlo. Mi riempiva l'anima in un modo sconvolgente.
Ci separammo solamente per salire sul pick-up, e poi mi strinsi ancora contro la sua spalla, mentre lui guidava verso casa mia.
Era così caldo e confortevole. Lui era il mio sole. Emanava calore. E mi piaceva questa parte di lui... be', dire che mi piaceva lui e basta era più logico.
Sembrava che ogni cosa che fosse successa nella mia vita, mi ha portato a lui. Ogni scelta, ogni promessa, ogni avventura... mi aveva portato a Jacob. Anche Claire mi aveva portato in qualche modo a lui.
«Mi odi, vero?» chiesi di punto in bianco, stringendomi a lui, sperando a una risposta negativa.
«Per un attimo, prima, ho creduto che potessi riuscirci» iniziò a dire, posando la testa sulla mia. «Per colpa tua ho perso il mio migliore amico, la mia migliore amico, il rispetto verso i Cullen... te - e già per questo di dovrei detestare a morte. Ma poi mi sono reso conto che non ci riuscivo. Se ti avessi odiato, non me lo sarei mai perdonato» continuò con calma innaturale, posando un bacio sulla mia testa.
«Scusami per tutto il male che ti ho fatto. T-tu... non sai quando mi dispiace» singhiozzai, cercando di evitare il pianto imminente.
«Ehi... Non piangere. L'importante che ora siamo insieme...» sussurrò stringendomi a lui.
Era davvero strana quella sensazione. Tutto era al proprio posto. Jacob... Io... ciò che ci legava. Sembrava un piano perfetto. Allontanarci per farci riunire, e per farci sembrare ancora più forti... Per essere ancora più forti. Inseparabili.
Non credevo nel destino, o in dio o in qualsiasi altra credenza ci potesse essere.
Ma ora, tutto ciò che mi stava succedendo, mi stava facendo cambiare idea.
Tutto l'amore che avevo rinnegato per cento anni, ora si stava riversando su questo magnifico ragazzo, che mi aveva insegnato ad amare.
Mi piaceva sentirmi così. Come se non ci fosse più nulla da cui scappare. Come se non mi sentissi più in colpa...
Mi sentivo protetta, ecco come mi sentivo.
«Ti amo» sussurrai con felicità, stringendomi a lui.
«Ti amo» rispose, posando un ennesimo bacio sulla mia testa.
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Black Raimbow
FanfictionDopo un atroce incidente, che stravolge la vita dei Cullen e in particolare della piccola Renesmee, i Cullen sono contretti a scappare, lasciando Jacob e tutte le persone a loro care. Cento anni dopo, compaiono di nuovo nella vecchia Forks. Non è ca...