"Questa credeva di scappare" puntualizzò Paul una volta raggiunta la donna esanime. Le sparò ancora, per pura rabbia, poi si dedicò alla bambina delirante. La afferrò per un braccio e le scansò i capelli biondo cenere dal volto. Si sedette sul cadavere della donna e accese una sigaretta. "Se tu..." disse rivolto alla piccola "...non sei l'Angelo della Morte, mi mangio lo stomaco."
"Abbiamo finito, signore." Annunciò uno dei suoi sottoposti.
"Molto bene, occupiamoci dei testimoni, che nessuno parli."
Qualche ora prima, Primus aveva concesso a Jack l'autorizzazione per l'eliminazione di tutte le bambine bionde presenti nello stabile, ignaro che la maggior parte degli inquilini provenissero dall'est Europa. I soldati erano penetrati nel condominio senza difficoltà. Erano riusciti ad eliminare due bambine, ma la terza si era accorta di loro e aveva pianto come un'ossessa svegliando i familiari. A quel punto si rese necessario eliminare anche gli scomodi testimoni e Paul aveva aperto la battuta di caccia per eliminare le due bambine rimanenti.
"Paul!" Jack li aveva raggiunti. "Sbrigati con quella bambina, dobbiamo sparire prima che arrivino le forze dell'ordine."
"Guardala bene..." Le mostrò il volto della bambina. "Le somiglia, potrebbe essere lei."
Jack le prese il viso tra le mani. "Già, potrebbe..." disse convinto. "Il problema è che il Presidente e i membri del Consiglio non lo ritengono possibile. Per loro la futura assassina si trova in Finlandia. Per fortuna ho avuto l'autorizzazione per la purificazione." Guardò un'ultima volta il viso della bambina, poi si ritrasse. "Finisci il lavoro." Si allontanò di qualche passo. "E questa volta non combinare guai."
Paul gli rifilò un'occhiata burbera. "Non dirmi ciò che devo fare."
Jack tornò sui suoi passi. "Paul, sarai anche un agente dell'Ordine, ma in quanto tale lasci molto a desiderare. Ti hanno messo a capo di cavalieri valorosi, che non hanno nulla da spartire con te."
Paul si adombrò.
"Se avessi eseguito i miei ordini alla lettera, non si sarebbe creato questo caos, e avremmo lasciato lo stabile in tranquillità prima dell'alba. Invece, a causa di una tua disattenzione, saremo costretti a farci vedere dai condomini e spiegare la nostra presenza qui. Spera vivamente che nessuno sia tanto avventato da insistere con la sua testimonianza, altrimenti sarai in guai seri con l'Ordine."
"Mi sembra che le bambine siano morte, non è quello che volevi?" disse sarcastico.
Gli occhi di Jack divennero due fessure di fuoco. "Non ho idea di come siate abituati ad agire negli Stati Uniti, ma a Roma vige una disciplina ferrea. In mezza Europa il tuo comportamento è incompatibile con gli standard dell'Ordine. Se l'Ordine venisse a conoscenza di quanto è accaduto oggi....saresti purificato."
Il pomo d'Adamo di Paul andava su e giù.
"Capisci quello che ho detto, stupido yankee?"
"Sissignore" rispose con un filo di voce.
"Bene, molto bene" si rasserenò. "Ho conosciuto cavalieri senza cuore, macchine per uccidere, e sono stato messo al loro fianco. Mi sono fatto rispettare nonostante la loro indole. In confronto a loro, io sono uno zuccherino." Gli voltò le spalle e si incamminò verso l'uscita posteriore, con l'obiettivo di parlare al capo della polizia, che non avrebbe tardato ad arrivare, e risolvere la situazione complicata da Paul. "E ricorda di far sparire le nostre tracce prima di andare via" gli disse appena ebbe voltato l'angolo.
"Sissignore!"
Jack udì lo sparo che sanciva il termine del suo incarico, ancora una volta aveva portato a compimento con successo la missione. I soldati erano in giardino ad attendere nuovi ordini e al suo passaggio gli uomini scattavano sull'attenti. Jack sorrise compiaciuto. Dopo anni di duro lavoro aveva guadagnato la fiducia dei Cavalieri che avrebbero appoggiato la sua eventuale candidatura come presidente dell'Ordine di Raguel.
Il cellulare squillò e Jack fu percorso da un tremito. Recuperò l'apparecchio e lesse il numero. Rientrò nello stabile, non voleva che i soldati assistessero alla telefonata.
"Sono io."
La voce di Primus dissipò tutta la sfrontatezza che aveva acquisito nella sfuriata contro Paul. Qualcuno aveva parlato, l'Ordine era a conoscenza dell'accaduto. "Abbiamo sistemato tutto." Deglutì.
"Molto bene. Volevamo accertarci che avessi risolto il piccolo inconveniente..."
Il cuore di Jack divenne un cubetto di ghiaccio. "Sì, l'ho risolto..." Si stava chiedendo come avessero scoperto quanto era avvenuto.
"Lo sai che sei sempre sotto osservazione."
"Sì, lo so."
"Noi ci fidiamo di te, ma ricorda che c'è sempre qualcuno in cui riponiamo una fiducia maggiore." La voce di Primus era profonda e chiara, rilassata. "Non vogliamo mine vaganti." Fece una pausa, abbastanza lunga da permettere a Jack di afferrare il concetto. "Ci siamo capiti?"
"Non ho alcuna colpa di quanto accaduto..." tentò di giustificarsi.
Primus sospirò. "Sei il responsabile dell'operazione, qualsiasi cosa accada, anche se a commettere l'errore è un tuo superiore, sarai tu a risponderne. Risolvi la faccenda e parti immediatamente per Tampere, voglio quella bambina qui entro la fine del mese." Riagganciò.
Jack dovette reprimere la rabbia, avrebbe desiderato distruggere l'odioso cellulare così come la faccia del suo acerrimo nemico. Ma non poteva farlo, c'era qualcuno che osservava le sue mosse e un passo falso lo avrebbe condannato. Uscì dallo stabile e percorse il vialetto del giardino che lo separava dalla strada. I soldati avevano abbandonato il campo e l'ultima squadra si apprestava a partire, tra loro c'era anche Paul. Jack guardò la causa della sua strigliata con occhi gelidi e salì sul furgone insieme al "compagno". I due uomini si fissarono per alcuni secondi, mentre i loro corpi oscillavano per l'andatura instabile del furgone. In quel fugace sguardo, Jack ebbe la certezza che fosse Paul l'informatore, l'uomo che mirava a distruggerlo. Aveva compromesso l'operazione di proposito per gettare ombra sul rivale.
Jack gli sorrise, pensando che presto gli avrebbe servito lo stesso trattamento.
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L'Angelo della Morte
ParanormalL'Angelo della Morte è un'assassina che molti considerano immortale, vaga sulla Terra da secoli per mietere le anime di coloro che ritiene impuri. Ma è davvero così che stanno le cose? Mosca, 1987 Diana è ferita e si nasconde dai soldati che la ins...