20 - Lara - Oggi

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Lara avanzò decisa verso il folto degli alberi, ignorando lo zio che le suggeriva prudenza. I suoi nuovi ospiti erano arrivati, finalmente, e aveva il dovere di accoglierli. Nero accennò a seguirla ma Lara lo scoraggiò con un gesto imperativo della mano candida.

I tacchi affondavano nel manto nevoso e il gelo le mordeva le caviglie. L'impazienza e l'eccitazione la spingevano a muoversi sempre più in fretta e quando fu certa che la sua corte non poteva più vederla iniziò a correre. I lupi erano l'espressione più pura dell'amore per l'Ibrido: era questo che pensava mentre il fiato si condensava nell'aria gelida.

Giunse trafelata alla radura dove solo un anno prima aveva officiato il rito e si fermò. Qui trovò ad attenderla una volpe bianca, immobile e quasi invisibile nella neve.

Subito l'animale le si avvicinò e prese a osservarla con curiosità. Lara si chinò per incontrare i suoi occhi di fuoco e le mostrò lentamente le mani, i palmi rivolti in alto, per mostrare di non essere pericolosa.

"Chi sei tu, piccola amica?" chiese in un soffio.

La volpe non rispose ma si avvicinò e le leccò le dita.

"Lei viene dall'altro mondo, Madre" rispose una voce profonda.

Le fate, messe in allarme da quella nuova presenza, iniziarono a vorticarle attorno per proteggerla. Lara si voltò. Dagli alberi scuri stava uscendo una figura possente.

Era un uomo molto alto, con le spalle ampie e le mani possenti. Aveva dei folti capelli grigi striati di bianco e occhi di pietra. Lara rimase senza fiato ammirando quella bellezza ferale. Gli abiti erano logori e semplici ma puliti, scarponi da montagna, giacca di montone, jeans. Dietro di lui, cauti, venivano tre lupi con uno sguardo attento e gioioso.

"Benvenuti" disse Lara, concedendosi finalmente di tirare un sospiro di sollievo. "Siate benedetti."

"Grazie, Madre" rispose il nuovo ospite che aveva forma umana. 

Gli venne accanto un lupo più piccolo degli altri e con un manto rossiccio. Quando si fu avvicinato abbastanza, Lara capì dalla stazza e dal portamento elegante che era una femmina.

Quando tutti e quattro le si pararono davanti, Lara provò un sollievo indicibile notando che nessuno di loro accennava a prostrarsi al suo cospetto.

"Vi abbiamo aspettato a lungo e accogliamo con gioia la vostra venuta, la nostra corte ha bisogno di voi" disse.

Io, ho bisogno di voi, pensò nel segreto della sua mente.

"Siamo qui per onorare colei che ha generato l'Ibrido, la Madre del mondo e sorella della luna. Il Branco della Volpe Bianca è con te per restare."

Lara congedò con un gesto spazientito le fate mosche che continuavano a ronzarle intorno. Si sentiva inadeguata, nel suo vestito tempestato di perle, così lo slacciò con rabbia e lo lasciò cadere ai suoi piedi. Tolse le scarpe e la biancheria fino a restare completamente nuda.

"Danzate con me, allora" disse sentendo il freddo pungerle la pelle e assaporando con gioia quella sensazione.

I lupi la circondarono, si volsero il volto alla luna e colui che aveva forma umana intonò un canto rauco che penetrava nelle ossa della terra:"Hayee'aargh mha, Phil'doi, leh'mah! Bha'mno rani lho'tar, Phil'doi, leh'mah!"

Lara iniziò a muoversi nel piccolo circolo tracciando con le dita nell'aria i simboli dei mondi. Danzò alla luce della luna, circondata dai lupi che ululavano per lei. Avrebbe dovuto provare un freddo terribile, la sua pelle avrebbe dovuto diventare livida e perdere sensibilità. Ma niente di tutto ciò stava accadendo. Era come se dal suo corpo irradiasse un calore che si trasmetteva alla terra. Sotto i suoi piedi, la neve si scioglieva e l'erba schiacciata dal gelo prendeva nuova linfa, e nuovi fiori di campo sbocciavano tutto attorno a lei.

Quando il canto terminò, Lara concluse la sua danza e il silenzio fu assoluto. I lupi si disposero di fronte a lei. La radura candida di neve contrastava con gli alberi neri che la circondavano in quella notte senza vento.

"Io sono Deye-dar, che nella lingua del Bha'mno significa Notte nera" disse il lupo in forma umana. "Mi chiamano così perché di notte mi muovo come un'ombra. Questa è la mia compagna, Goe-Gnar" disse indicando la lupa dal pelo rossiccio, "che significa Orma della canzone, perché ama la musica."

Goe uggiolò soddisfatta.

"Lui è Hel-j'ho, Stella d'acqua" continuò, indicando una lupa che aveva un manto nero su cui s'intravedevano delle striature blu notte. "E lui è Ghion-haaye, Riflesso di sole." L'ultimo lupo aveva una pelliccia molto chiara, leonina, e un'espressione quasi umana negli occhi gialli.

Lara sorrise. "Siate nostri fratelli, ora, e possa esservi sempre pace tra il Branco della Volpe Bianca e noi. Seguitemi."

Raccolse il vestito e l'infilò in fretta, perché la riparasse dagli sguardi indiscreti della sua corte.

"Tu ami questi lupi più di tutti gli altri, più di tuo zio che ti ha salvata. Perché?" chiese il suo doppio, che aveva aspettato a lungo in silenzio.

"Perché non sono creature meschine come tutte le altre, perché sono gli unici legittimi figli dell'Ibrido e intendono amarlo, non dominarlo" rispose Lara, secca.

Lanciandosi uno sguardo alle spalle notò che le fate stavano facendo amicizia con la volpe dagli occhi di fuoco e le vorticavano intorno. Dolore si era aggrappato al suo dorso e la incitava a correre veloce. La volpe sembrava felice.

"Dove stiamo andando, Madre?" chiese Deye-Dar.

"Alla nostra dimora, così che anche la corte dell'Ibrido conosca i vostri nomi" rispose Lara, notando che le creature del parco facevano capolino tra gli alberi e da sotto i cespugli per dare un'occhiata ai nuovi venuti.

Quando emersero dagli alberi, nel giardino non c'era più nessuno. Probabilmente erano tornati dentro a bere gli amari e divorare gli ultimi dolcetti. I lupi entrarono, seguendola senza esitare, ma in brevissimo tempo si dimostrarono insofferenti alle pareti e al caldo della villa. La corte li accolse con meraviglia e garbo, segno che Nero, tutto sommato, aveva fatto il suo dovere. Nessuno si era messo a gridare o aveva fatto commenti sdegnosi e in breve tempo Lara poté riaccompagnare il Branco all'esterno, nel candore gelato della notte.

"Fate di questo parco la vostra casa, fratelli, fino a quando lo vorrete. La selvaggina qui non è abbondante, ma non dovrebbe essere troppo gravosa per voi la distanza che ci separa dalle montagne."

"Non è mai troppo lunga da percorrere, Madre, la distanza che ci separa dalle montagne" rispose Deye-Dar, e il Branco si allontanò in silenzio con la piccola volpe alle calcagna.



🔮 Parte autrice🌕

La Regina e il Branco della Volpe Bianca: il legame che forgia una nuova alleanza nell'Ibrido. Ma quali segreti portano questi figli della notte? E quale ruolo giocheranno nel destino di Lara? 🐺❄️

Lasciate nei commenti le vostre impressioni e teorie! 💭🖤 Il prossimo capitolo arriverà venerdì. Non perdetelo! 🌌✨

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