18 - Lara - Oggi

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Quando rimase sola, Lara andò verso lo specchio per osservare il proprio riflesso. Come aveva detto quel viscido di Nero? Magnifica? 

Indossava un semplice abito nero, senza gioielli. I capelli corvini le ricadevano sciolti sulle spalle e attorno a lei gravitavano le fate mosche come un'ossessione. Dolore si appoggiò sulla sua spalla ma Lara lo scacciò.

"Oh, no, povero Dolore, non devi trattarlo con sdegno o piangerà giorno e notte, allora sì che lo odierai."

Lara ignorò il suo doppio e tornò a guardare nello specchio, dove due sfere bianche avevano preso il posto dei suoi occhi. Di che colore erano, i suoi occhi, prima? Faceva fatica a ricordarlo.

"Dobbiamo prepararci" disse Lara. "Non abbiamo tempo per i capricci delle fate, ora." 

Con un gesto deciso si strappò alla vista della sua immagine riflessa, uscì dal salotto e salì alle sue stanze, dove l'attendeva la più giovane accolita della congrega. Si chiamava Nina e aveva diciassette anni, ma il saio di lana candida che indossava la faceva sembrare ancora più giovane.

"Sono qui per aiutarvi nella vestizione, regina" disse chinando il capo.

"Oh, Nina, smettila. Alza quella testa e non chiamarci così. Il nostro nome è Lara, ricordi?"

La ragazza alzò timidamente il capo. "Ma vostro zio è stato molto chiaro."

Lara sbuffò. "Vorrà dire che sarà il nostro segreto, d'accordo? Chiamaci Lara quando siamo soli e ci renderai più felici."

"Va bene" acconsentì la ragazzina, "se vi renderà felice."

"Grazie. Allora, dov'è il vestito?"

A quelle parole il volto di Nina s'illuminò. "È bellissimo" cinguettò e corse all'altro capo della stanza. Sul tavolo di quercia era disposto con cura un abito bianco. Quando l'accolita glielo portò Lara vide che era intessuto di fili d'argento e decorato con una miriade di piccole perle. La forma era molto semplice, anche se probabilmente non troppo comoda, ma tutto sommato incontrava il suo gusto. La gonna era ampia e vaporosa, le maniche sottili e la scollatura a barca avrebbe messo in risalto il suo colo esile.

"Bene, abbi pazienza ancora un attimo mentre ci laviamo."

"Certo" rispose l'accolita con voce dimessa.

Lara mosse un passo verso il bagno, ma un pensiero le attraversò la mente. "Nina" iniziò con voce gelida, "perché non usi il nostro nome?"

"Come?" sussultò la ragazza.

"Prima ci chiamavi signora, ci chiamavi regina, ora invece rispondi solo di sì, rispondi certo, mai una volta che dalla tua bocca esca un sì Lara, certo Lara. Il nostro nome è Lara, non è vero? E noi ti abbiamo appena chiesto di chiamarci col nostro nome ma tu non lo fai. Perché?"

"Amica mia, stai esagerando, la ragazza è spaventata. Perché ti curi di queste sciocchezze?"

Lara sentiva il cuore che le batteva forte, come prima di una rivelazione spaventosa ma necessaria. Scacciò la voce con uno scatto del polso e si portò la mano sull'orecchio. Fissava con astio l'accolita che tremava, lo sguardo rivolto a terra.

"Non c'è niente di cui aver paura, Nina, devi solo risponderci. Dicci perché."

Le fate, rannicchiate in ogni pertugio della stanza, iniziarono a fremere.

Lentamente la ragazza alzò lo sguardo a incontrare il suo. "Vostro zio, Alfonso Beccaria in persona, ha detto che..."

"Non ha importanza ciò che dice nostro zio! Non lo capisci? È solo a noi che devi obbedienza. Ora dillo, è vero Lara."

"È vero" la ragazza esitò, "Lara."

"Così va meglio."

Le fate ridevano sguaiate, mentre Lara si avviava al bagno con passo deciso. Aveva nel cuore un turbamento sconosciuto e nella mente il brusio del suo doppio che la rimproverava. Ma soprattutto, non avrebbe dovuto interrompere la ragazza. Che cosa aveva detto suo zio? E perché?



)) Parte autrice ((

Lara è sempre più inquietante, vero? 🖤✨ 

Cosa ne pensate del legame con lo specchio e dei segreti dello zio Alfonso? Condividete le vostre teorie nei commenti, sono curiosissima! 🕯️

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