twenty-one

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Ester's POV

«Ballerini in gradinata, c'è una busta blu per Ester» ci convoca Maria, a pomeriggio inoltrato.
Un mezzo sorriso mi attraversa il volto. «Lo sabía» mormoro, uscendo in giardino per prendere il compito.
Quando torno trovo tutti i miei compagni seduti, compresa Francesca: la ballerina entrata ieri nella scuola di Amici al posto di Sienna, che ha perso la sua sfida. Mi è dispiaciuto per l'australiana, perché portava una ventata di allegria in casetta, tuttavia ho parlato con Francesca ieri sera e mi è sembrata una molto alla mano.

«Entonces» esordisco, schiarendomi la voce e prendendo il foglio in mano. Con la coda dell'occhio vedo Vybes appoggiarsi al muro appena prima delle gradinate.
«Ciao Ester, come va? Innanzitutto volevo complimentarmi per la tua terza posizione di ieri, anche se non credo fosse meritata. Prima di iniziare con il parlarti del compito di oggi, ci tengo a dirti anche che mi è piaciuta l'educazione che hai mostrato ieri nel sentire il mio parere. Come ti ho già detto in puntata mi è mancata la parte emotiva della tua esibizione, ma in realtà di tutte quelle che ho visto fino ad ora. Tuttavia, so che potresti dare di più in questo settore, perché hai un bel viso e una buona espressività nella vita di tutti i giorni, devi solo riuscire a trasportarla nella danza. Ho deciso di affidarti un compito di hip-hop livello quasi principiante per vedere come te la cavi in uno stile opposto al tuo, seppur con una coreografia semplice, e per portare avanti un percorso che ti faccia sviluppare l'espressività. Buon lavoro, Emanuel Lo» leggo, inciampando di tanto in tanto.

«Eh, peso. Soy curiosa» mormoro, mentre la televisione della sala delle gradinate si accende, mostrando la figura di Federica, la professionista di hip-hop.
"Miami" di Will Smith si diffonde nella stanza, mentre muovo la testa a ritmo e la ballerina inizia a muoversi.

Alla fine mi volto verso Alessio per sentire il suo parere. «Credo che tu lo possa fare, forse devi concentrarti sul discorso di un movimento più sporco di quello che hai di solito, ma non è difficile»
Annuisco, d'accordo. «Sì, creo que lo posso fare. Farò atención all'espressività e al movimento, como ha detto Ale»

Dopodiché Maria si scollega con la casetta e tutti ritornano alle loro cose. Rimango seduta sul gradone più in alto della gradinata, rileggendo il foglio. Un'ombra mi compare vicino.

«Hey, stella. Preoccupata?» chiede Gabriel, facendomi alzare lo sguardo verso di sé.
«Un poco, ma con i professionisti puedo hacerlo» annuisco, più che altro per convincere me stessa.

Sospiro profondamente, prima di circondare il collo del ragazzo con le braccia.
Restiamo abbracciato per un po'. Un bel po'. Le sue mani vagano dolcemente su e giù lungo i miei fianchi, infondendomi una sensazione di tranquillità in tutto il corpo.
«Resterei así per sempre» sussurro, all'altezza del suo orecchio.
È la vera verità, come dice mia sorella.
«Anche io» risponde Vybes, dandomi poi un bacino a lato delle labbra.

Ci sdraiamo sulle gradinate, avvolti dal solito mormorio della casetta.
«Como è andata oggi?»
Gabriel alza lievemente le spalle. «Bene, stasera esce il pezzo, sono stra gasato» annuncia, senza riuscire a contenere un sorrisone. Imito il gesto.

Stasera, infatti, tutti i pezzi dei ragazzi verranno pubblicati sulle piattaforme streaming, dopo giorni di di pubblicità. In casetta, infatti, si respira un'aria di eccitazione e agitazione.
Sono contenta che tutti possano ascoltare "Standard".

«Cosa significa para ti questo pezzo?» domando, portando le mani sotto il mento per ascoltare la risposta.
«Significa tanto. Rappresenta un momento particolare della mia vita in cui ero insicuro su qualsiasi aspetto di me, sia estetico che emotivo. E i social non aiutavano, visto che mi facevo le pare a vedere le vite perfette delle altre persone. Stavo molto male, il confronto mi stava uccidendo. Anche a sentire i discorsi dei miei amici che uscivano co' le pischelle e le giudicavano in base all'aspetto mi davano fastidio, capito? Forse perché io non ero mai quello che veniva scelto dalle ragazze, ma anche gli amici miei mi facevano venire i brividi per come descrivevano le loro conquiste della serata»

Gli occhi di Gabriel sono lucidi, come se stesse per scoppiare a piangere da un momento all'altro. Rapidamente si asciuga le lacrime che minacciano di uscire.
«Non devi vergognarti di llorar, okay? Non con me» mormoro, appoggiandogli una mano sul volto. Un'ombra di barba gli avvolge la mascella, solleticandomi il palmo.
«Sei forte, yo por il discorso del confronto con otros y il giudizio sono caduta nell'anoressia. Non so que conseguenze abbia avuto su di te, ma sei fortissimo ad averlo aprobado» aggiungo, inchiodando i miei occhi nei suoi.

Azzurro e azzurro.
Un azzurro scuro, quasi tormentato, come il suo misto ad uno più vispo come il mio.
La tempesta e il mare.

«Depressione» sussurra.
E il mio cuore si accartoccia.
Ora sono i miei occhi a riempirsi di lacrime.
«Gabriel...scusa, yo no lo sabia...» farfuglio.
Vybes mi rivolge un sorriso. «Non preoccuparti, non potevi saperlo. Ormai l'ho superato davvero, ciccia, è tutto apposto»

Ora è la sua di mano ad accarezzarmi il volto, per infondermi forza.
Non dovrei essere io a piangere. Non è giusto.
«Ti stimo mucho, Gabriel» mormoro.
«Io a te, ciccia. Un sacco. Entrambi ne abbiamo superate tante, eppure siamo qui. In piedi, a realizzare i nostri sogni»
Annuisco. «Ci siamo trovati»

«Quando mi è stata trovato questo disturbo, mi ricordo che a scuola stavamo studiando un quadro di Van Gogh. Avendo fatto un liceo artistico, ci soffermavamo anche per tanto tempo su un quadro e in questo caso era "Sulla soglia dell'eternità", di Van Gogh Appunto. Rappresenta un uomo seduto su una sedia con le mani sul volto. Mi aveva fatto riflettere molto, perché era esattamente come mi sentivo. Le mie giornate erano vuote, non trovavo stimolante più nulla, ero costantemente in ansia o in un momento down» racconta, riferendosi alle cose che mi aveva detto pochi giorni fa.

«Solo la scrittura mi faceva andare avanti. Ho scritto così tanti pezzi che spero un giorno vengano pubblicati perché rappresentano tanto per me, forse pure più di "Standard". Ho superato la depressione grazie all'aiuto di mamma e della musica»
Una lacrima solitaria scorre sul suo viso. La guardo scivolare lungo la guancia, senza asciugarla.
Non ne seguono altre, si permette di far andare soltanto quella singola lacrima.

«No sé que dire, veramente. Hai avuto tanto coraggio a trovare una cosa que ti ha fatto uscire da un momento tan obscuro» le lacrime che scendono a me, le asciugo.

Le sue labbra si posano sulle mie, di punto in bianco.
Al contrario di tutte le volte, sento una scintilla diversa dal solito. Qualcosa che non so descrivere ma che fa fare dieci capriole al mio cuore e al mio cervello.
È un bacio casto, intimo come pochi.
E capisco che è finita, per tutti e due.

«¿A qué se lo debo?»
«Non voglio vederti piangere, specialmente se è per colpa mia»

𝓤nwritten [𝘝𝘺𝘣𝘦𝘴]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora