Elena's pov
«Allora Elena, ho già le assegnazioni per questa settimana, per ora sono due» cominciò subito Rudy non appena arrivai in sala 4.
«Le canzoni sono "Il filmografo" di Kid Yugi, perché me l'avevi chiesto se non sbaglio la scorsa lezione, e "Halo" di Beyonce». Spiegò il mio prof.
Wow, niente male queste canzoni.
«Credo che tu possa farle benissimo entrambe, pur essendo completamente diverse». Lo ringraziai e iniziammo subito a lavorare.
«Beh, niente male, questa settimana spacchiamo di nuovo eh». Mi diede il cinque a fine lezione, lo vidi come un gesto divertente e affettuoso allo stesso tempo.
Mi trovo abbastanza bene su entrambe le canzoni, però quella in inglese mi viene meglio perché ha più tecnica e mi sento più "nel mio".
L'altra ho come un blocco, per quanto io ami quella canzone faccio fatica a cantarla come vorrei. Non la canto male, però voglio fare di più, non è il massimo questo. Quando arrivai in sala relax presi il mio mp3 e feci partire "Il filmografo".
Ascoltai la canzone e mi persi in quel testo così familiare. Mi resi conto di quanto, a volte, ci si possa rispecchiare totalmente in una canzone o persino nell’artista che l’ha scritta. Lui e io, in fondo, abbiamo le stesse passioni: raccontare storie. Se non avessi avuto la possibilità di cantare, sarei forse stata una scrittrice o sceneggiatrice. La scrittura, proprio come il canto, mi fa sentire viva, libera di raccontare emozioni e momenti speciali. Forse non posso dedicarmi a entrambe le cose, ma spero sempre che, in qualche modo, riesca a trasmettere quella stessa autenticità che sento nella sua musica.
Appena mi feci una doccia, dato che per oggi ho finito le lezioni. Poi andai sul retro, pensando fosse vuoto, ma trovai qualcuno.
«Ei Pie', disturbo?» Aprii la porta e lo guardai, in attesa di una risposta.
«Ele, no no, vieni» dissi velocemente, facendomi spazio accanto a lui. Notai che si passava le mani sul volto spesso, forse aveva pianto prima.
«Che succede?» Domandai con cautela.
«Eh che succede, succede che sono in sfida». Capisco che sia arrabbiato e deluso, ma io non c'entro nulla eh.
«Lo so, Pietro, immagino anche come ti senti, però riuscirai a superare anche questa». Lo rassicurai, mettendogli una mano sulla spalla.
«Però ho paura, chissà quanto sarà forte lo sfidante, con la fortuna che ho mi capita pure uno che mado mi smonta».
Vidi una lacrima scendere sulla sua guancia, ma non dissi nulla a riguardo. So che gli dà fastidio farsi vedere così, sono contenta però che io ora possa farlo.
«Ci sta, è normale che tu abbia paura per sta cosa, sei pur sempre in sfida. Però non devi scoraggiarti, anzi, tornerai più forte di prima. Poi non puoi sapere chi sarà lo sfidante, quindi impegnati e basta».
«Grazie, non so come tu faccia a sopportarmi». Mi abbracciò e appoggiò la testa sulla mia spalla.
«Figurati, vedrai che spaccherai».
«E scusa per prima, se ti ho risposto male. Solo che sono agitato e nervoso per sta roba». Disse, staccandosi dall'abbraccio.
«Fa niente, l'avevo capito» mi sorrise «Che dici, andiamo di là? Anzi, perché non vai a cercare la tua Chiara?» Proposi.
«Ha detto che sta in sala fino alle 21 stasera».
«Aiuto, perché così tardi?»
«Finisce lezione tipo alle 20, ma poi vuole provare ancora, ha detto».
«Ah, comunque voi due ora, cosa siete? Insomma, è successo qualcosa?» Chiesi curiosa.
«In realtà, ci siamo baciati».
«Aiuto, lo sapevo!» Esclamai euforica.
«Posso andarlo a dire anche a Gabri?»
«Vai vai, se lo trovi poi tornate qua, oppure state da soli se volete».
«Lo porterò qua, poi io e lui dovremo anche parlare di ciò che sta succedendo, prima o poi». Buttai fuori la verità. Pietro fece una faccia mezza sconvolta, però che sembrava dire anche "già lo sapevo".
«Perché che è successo tra voi?»
«Allora, l'altro ieri eravamo qua, che prima c'eravate anche tu e Chiara. Praticamente dopo un po' Angelica è andata via e siamo rimasti da soli, io e lui. Abbiamo chiarito quella roba che era successa, perché mi ignorava-»
«Tu lo ignoravi» mi interruppe Trigno.
«Vabbè, anche lui mi ignorava. Ora zitto sennò non continuo» lo "minacciai", come se potessi realmente fargli qualcosa. È alto come un palo della luce questo. Lui si mise le mani sulla bocca come a giurare di star zitto e io continuai il racconto.
«Poi abbiamo fatto delle battutine, tipo che eravamo gelosi l'uno dell'altra. Poi ci siamo avvicinati, ma è entrato Nicolò a chiamarci per quella roba della Masterclass. Insomma al 99% ci saremmo baciati, capisci?»
«Anche al 100 mi sa» commentò lui.
«Però ora devo trovare un modo per farvi baciare per davvero».
«Ma-» provai a interromperlo.
«No, niente ma, voi due dovete stare insieme!» Disse, sottolineando bene che dobbiamo, non possiamo o vogliamo, dobbiamo.
«Okok ho capito, però ora dovrei andare a preparare cena, se vuoi mangiare, sennò possiamo stare qua a parlare» ironizzai, sapendo che avrebbe sacrificato anche me per del cibo.
«No no vai pure, ci vediamo, "baby"». Mi girai di scatto, dato che ero già dalla porta. Era un caso? Come faceva a saperlo? Lui sembrò leggermi come un libro aperto.
«Vi hanno mandato nel daytime, oggi, come "amicizia speciale". Tu te lo sei persa perché eri a lezione, ma lui l'ha visto».
«E che ha detto?»
«Ehh non si infamano i bro, chiedilo a lui».
La curiosità mi sta mangiando viva. Pietro ti odio. Prima fai incuriosire la gente e poi la lasci così.
Intanto mi diressi in cucina, pronta a cucinare per quindici persone.
Spazio autrice
Pubblico ora perché non so se riesco a farlo dopo, sto a scuola fino alle 17🔫
Cosa potrebbe fare Pietro? E chissà cosa pensa Gabriel ora...Se vi è piaciuto lasciate una stellina.🌟
Su Instagram mi trovate come @bookss._lover
🤍📚
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STANDARD - Vybes
Fanfiction🅂🅃🄰🄽🄳🄰🅁🄳 - 𝑙𝑎 𝑙𝑖𝑛𝑒𝑎 𝑒̀ 𝑠𝑜𝑡𝑡𝑖𝑙𝑒 Gli standard sono nascosti tra i riflettori e le apparenze. Basta un passo falso o una parola di troppo per scoprire quanto possa essere brutale la linea che divide il sogno dalla realtà. Elena...