Verita' Nascoste

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«Paura di non essere abbastanza» rispose Penelope con un filo di voce. «Paura che alla fine ti stancherai di me. Io non sono come Cressida o le altre ragazze dell'accademia. Non sono perfetta, non sono... adatta a questo mondo.»

Colin si fermò, il cuore pesante al sentire quelle parole. «Pen, tu sei più che abbastanza. Sei tutto per me. Non importa cosa pensano gli altri, o quanto sia difficile. Io ti amo.»

Penelope lo fissò negli occhi, cercando disperatamente di credere alle sue parole. «E se un giorno cambierai idea? Se deciderai che non valgo la pena?»

Colin scosse la testa con decisione, prendendo finalmente le sue mani tra le sue. «Non cambierò idea. Mai. Sei la mia Penelope, e niente potrà mai cambiare questo.»

Penelope sentì le lacrime pungerle gli occhi, ma questa volta non erano di tristezza. Si avvicinò a Colin, stringendo le sue mani. «Ti amo, Colin» sussurrò. «E ho paura di perderti.»

Colin sorrise, abbassandosi leggermente per incontrare il suo sguardo. «Non mi perderai mai. Non finché sarò in grado di tenerti con me.»

Si abbracciarono stretti, lasciando che il mondo intorno a loro svanisse per un momento. Era tutto ciò di cui avevano bisogno: l'uno dell'altra.

Nel frattempo, nell'angolo più nascosto dell'accademia, Cressida camminava nervosamente avanti e indietro. Il suo piano non era andato come sperava, e la frustrazione le bruciava dentro.

«Allora?» esclamò infine, rivolgendosi a Debling, che la osservava con un'espressione indecifrabile. «Hai parlato con Penelope? Sei riuscito a farle capire che Colin non è quello giusto per lei?»

Debling sospirò, incrociando le braccia sul petto. «No, Cressida. Ho deciso di smetterla con questi giochetti. Non voglio più far parte del tuo piano. Te l'ho gia detto.»

Cressida lo fissò incredula. «Scherzi vero?»

Debling scosse la testa. «Penelope non merita di essere ferita, e nemmeno Colin. Non posso continuare a manipolarli solo per il tuo tornaconto personale.»

Cressida lo fissò con occhi fiammeggianti. «Tu mi hai promesso che mi avresti aiutata!»

Debling scosse la testa. «Lo so, e me ne pento. Ma non posso più andare avanti così. Vuoi che ti dica la verità? Se fosse ti impegnassi come si impegna Penelope avresti anche tu un ragazzo che ti ama, e forse saresti la protagonista in qualche spettacolo.»

Cressida lo guardò con disprezzo, le labbra sottili in una linea dura. «Sei un codardo, Debling. E alla fine, vedrai che lei ti lascerà comunque indietro.»

Debling non rispose, semplicemente si allontanò, lasciando Cressida a rimuginare sulla sua sconfitta. La ragazza stringeva i pugni, decisa a non arrendersi.

«Non è finita, Penelope Featherington» sibilò tra sé e sé. «Non è affatto finita.»

Mentre la giornata si avviava alla conclusione, Penelope si ritrovò nella sala musica, seduta accanto a Benedict, che strimpellava una melodia al pianoforte.

«È tutto a posto?» chiese lui, lanciandole uno sguardo curioso.

Penelope annuì. «Credo di sì. Colin e io abbiamo parlato, e... stiamo bene.»

Benedict sorrise, continuando a suonare. «Sapevo che avreste sistemato le cose. Colin è testardo, ma quando si tratta di te, è disposto a fare qualsiasi cosa.»

Penelope rise leggermente. «Lo so. Ma non è sempre facile.»

Benedict annuì, poi alzò un sopracciglio, cambiando improvvisamente tono. «A proposito, parlando di cose non facili... Hai per caso notato la tua governante Sophie ultimamente?»

Penelope lo guardò confusa. «Sophie? Sì, la vedo ogni giorno, perché?»

Benedict abbassò lo sguardo, un sorriso malizioso affiorò sulle sue labbra. «Diciamo solo che... potrei avere un piccolo interesse per lei. Ma ogni volta che provo ad avvicinarmi, succede qualcosa di disastroso.»

Penelope scoppiò a ridere. «Benedict! Non posso crederci!»

Benedict si strinse nelle spalle, sorridendo a sua volta. «Eh, sì. Anche i Bridgerton hanno i loro problemi di cuore.»

Penelope guardò Benedict con un sorriso divertito, sorseggiando il tè che aveva tra le mani. Il clima tra loro si era alleggerito, e finalmente poteva dimenticare per un momento tutte le preoccupazioni.

«Quindi.. ti piace Sophie, eh?» chiese, cercando di trattenere una risata.

Benedict arrossì leggermente, distogliendo lo sguardo. «Non fare quella faccia, Pen. È solo... lei è diversa. Semplice, autentica. E ogni volta che la vedo, riesce a farmi sorridere anche nelle giornate peggiori.»

Penelope appoggiò la tazza sul tavolo e lo guardò con dolcezza. «Sembra che tu abbia davvero una cotta per lei.»

«Cotta? Io? Pen, per favore, io sono un uomo di classe, non ho "cotte". Ma sì, ammetto che mi piace molto. Il problema è che ogni volta che mi avvicino, qualcosa va storto.» Benedict sospirò profondamente. «L'altro giorno ho cercato di parlarle, ma sono inciampato in un secchio d'acqua e ho quasi inondato l'intera cucina. Ora credo mi veda come una specie di disastro ambulante.»

Penelope scoppiò a ridere, immaginando la scena. «Benedict! Non posso crederci! Pensavo che voi Bridgerton foste perfetti.»

«Oh sì, è tutto vero. Avresti dovuto vedere la sua faccia, sembrava inorridita. È stato così imbarazzante.»

Penelope si asciugò una lacrima dagli occhi mentre cercava di contenere le risate. «Ma sono sicura che Sophie non penserà male di te. Dopotutto, sei un Bridgerton. Chi non potrebbe essere affascinato?»

Benedict sorrise debolmente. «Be', speriamo. Ma tra me che inciampo e cado ogni volta che la vedo e Sophie che probabilmente mi considera un pericolo per la sicurezza della casa, la vedo difficile.»

Penelope gli diede una leggera pacca sulla spalla. «Non preoccuparti, sono sicura che riuscirai a conquistarla. Forse basta essere te stesso, senza tentare troppo.»

Benedict la guardò con un sorrisetto. «Forse hai ragione, ma spero di riuscire a smettere di fare figure imbarazzanti. Altrimenti potrebbe decidere di scappare alla prima occasione.»

Penelope rise ancora, godendosi la leggerezza di quel momento. In quel frangente, Benedict non sembrava il fratello maggiore serio e responsabile, ma un ragazzo innamorato e confuso come tanti altri.

«Comunque» continuò Benedict con tono più serio «parliamo di te e Colin. Come va? Sei riuscita a mettere da parte i dubbi?»

Penelope si strinse nelle spalle, il sorriso stava svanendo lentamente. «È complicato, Benedict. Lo amo, lo so. Ma è difficile non sentire le insicurezze, soprattutto quando c'è qualcuno come Cressida pronta a intervenire.»

Benedict annuì comprensivo. «Capisco. Ma tu e Colin siete forti, siete cresciuti insieme. Non lasciare che qualcun altro rovini quello che avete. Colin è pazzo di te, te l'assicuro.»

Penelope gli sorrise, sentendo il calore nelle sue parole. «Grazie, Benedict. Credo che Colin sia davvero la mia persona, solo che a volte tutto sembra così difficile.»

Benedict le fece l'occhiolino. «Le cose difficili sono spesso quelle che valgono la pena. E quando tutto sarà risolto, sarai felice di aver affrontato anche queste sfide.»

Penelope annuì, sentendosi sollevata. «Hai ragione. Colin e io possiamo superare questo.»

Benedict si alzò dal divano, stirandosi. «Bene, ora che ho dato la mia lezione d'amore per oggi, devo andare a fare un altro tentativo con Sophie. Speriamo di non far cadere niente questa volta.»

Penelope rise ancora. «Buona fortuna, Benedict. E cerca di non fare troppi disastri!»

«Ci proverò,» rispose lui, alzando le mani in segno di resa mentre si dirigeva verso la porta. «Ma non prometto nulla.»

Penelope lo guardò andare via, il sorriso ancora sulle labbra. Anche se la sua situazione con Colin era complicata, sapere che c'erano persone come Benedict ed Eloise al suo fianco la faceva sentire meno sola.

POLINDove le storie prendono vita. Scoprilo ora