"I sogni a volte si trasformano in incubi, e tu sei stato decisamente il mio incubo migliore"
A Torino, Sofia crede di star finalmente realizzando il suo sogno più grande, ma non immagina quanto presto tutto cambierà.
Kenan Yildiz, giovane talento...
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"La vita è una continua trasformazione, come il fiume che scorre." -Rainer Maria Rilke
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Kenan
Non riuscivo ancora a capire cosa mi fosse successo ieri sera.
Era come se, per la prima volta, avessi messo da parte il mio orgoglio e avessi agito seguendo il cuore.
Senza esitazioni, senza pensarci troppo. Ed era strano, perché quel Kenan, quello che agisce senza dover dimostrare nulla a nessuno, non lo conosceva davvero nessuno tranne, appunto, Sofia.
Lei aveva visto qualcosa in me che persino io avevo sempre nascosto.
Non avrei mai pensato che una ragazza come lei, così forte e determinata, portasse con sé un passato così pieno di dolore.
Perdere la mamma da così giovane... non è qualcosa che puoi davvero comprendere finché non lo vivi, e io, per fortuna, non ci ero mai passato.
Entrambi i miei genitori stavano bene, e speravo di poterli avere accanto ancora per molto tempo.
Ma dopo aver condiviso quel momento con Sofia, il suo dolore, avevo capito almeno una parte di quello che doveva aver provato.
Infatti, mentre cercavo di immaginare cosa potesse significare perdere una madre, mi rendevo conto che anch'io, in un certo senso, avevo perso la mia.
Non nel modo in cui l'aveva persa Sofia, ma in un modo diverso, più sottile e straziante allo stesso tempo.
Da quando la mia carriera era decollata, da quando ero entrato a far parte della juventus e la mia vita era finita sotto i riflettori, era come se mia madre si fosse allontanata.
Eppure di solito è proprio in questo momento che i genitori che per tutta la vita ti hanno trascurato, improvvisamente si rifanno vivi...
Con me, era avvenuto l'esatto opposto.
Non c'era stato uno scontro, nessuna parola pesante o litigio, solo un progressivo distacco.
Non era più lei a svegliarmi la mattina con il suo solito buongiorno.
Non era più lei a prepararmi la colazione come faceva una volta, quando il calcio era solo un sogno e non una realtà che ci aveva portato via anche quei piccoli momenti.
Quello che ora mi fa più male è che non c'era stata una ragione chiara dietro tutto questo.
Il suo distacco è stato talmente silenzioso, talmente graduale, che all'inizio nemmeno mio padre se ne era accorto.
