La settimana alla London Music Academy era più intensa del solito. Penelope si sentiva stanca, sia per la pressione delle lezioni sia per l'attenzione che Debling continuava a riservarle. Ma non c'era tempo per pensare troppo: oggi avevano lezione di danza con Gregorio, il temuto insegnante dal carattere esplosivo. Era noto per non avere pazienza e per considerare gli studenti come mediocri ballerini senza talento.
«Buongiorno, sciocchi,» esordì Gregorio entrando nello studio di danza con il suo solito sarcasmo. Indossava una sciarpa lunga e colorata, che agitava in aria come per enfatizzare ogni sua parola. «Spero che siate pronti a dimostrare che almeno uno di voi non è un completo disastro.»
Penelope cercò di nascondere la sua inquietudine. Sapeva di non essere una ballerina eccelsa, e Gregorio l'aveva ripresa molte volte nelle lezioni precedenti. Colin le lanciò uno sguardo incoraggiante dal lato opposto della sala, e lei gli rispose con un sorriso debole. Quel gesto, anche se piccolo, le diede la forza di affrontare la lezione.
«Iniziamo con il riscaldamento,» ordinò Gregorio. «Penelope, vieni al centro. Mostra agli altri come NON si fa una pirouette.»
Penelope deglutì, già sentendosi umiliata prima ancora di iniziare. Si alzò e cercò di concentrarsi sui suoi passi. Fece un respiro profondo e si preparò a eseguire la pirouette. Ma nel momento in cui spinse il piede, perse l'equilibrio e quasi cadde, recuperando all'ultimo secondo.
Gregorio sbuffò. «Patetico. Non riesci neanche a girare su te stessa? Come pensi di esibirti su un palcoscenico?»
Il volto di Penelope diventò rosso per l'imbarazzo, e abbassò lo sguardo. Colin si alzò e intervenne senza esitazione. «Forse dovreste dare istruzioni più chiare, Professor Gregorio. Non tutti sono al vostro livello... di sarcasmo.»
Una risata soffocata attraversò la classe, ma Gregorio non sembrò divertito. «Molto divertente, Colin Bridgerton» replicò l'insegnante, freddo. «Visto che hai così tanto da dire, perché non vieni a dimostrare come si fa?»
Colin si avvicinò al centro della sala e con sicurezza eseguì la pirouette perfetta, senza sbagliare un passo. Il suo movimento era fluido e preciso, e anche Gregorio non poté fare a meno di annuire con approvazione, anche se a malincuore.
Penelope lo osservava con un misto di ammirazione e frustrazione. Colin era sempre perfetto. Che fosse nel canto, nella danza o anche nei suoi rapporti sociali, sembrava che niente lo mettesse mai in difficoltà. Eppure, quando la guardava, le faceva sempre sentire come se anche lei potesse essere alla sua altezza, perfetta come lui.
«Vedi, Penelope? Cerca di imparare da Colin. O forse ti serve che ti tenga la mano?» disse Gregorio, con un sorriso maligno.
Colin, ancora al centro della sala, si voltò verso Penelope. «Sarei felice di farlo» disse con un sorriso, facendo arrossire Penelope all'istante.
Dopo la lezione, Penelope e Colin uscirono insieme dallo studio. Colin la osservava mentre cercava di allacciarsi la borsa, ancora un po' scossa per il disastro in classe.
«Non ascoltare Gregorio,» le disse Colin. «È solo un frustrato. Sei stata bravissima, Pen.»
Penelope rise debolmente. «Bravissima? Hai visto come sono quasi caduta? Sembravo una dilettante.»
Colin la fermò, mettendole una mano sulla spalla. «Non importa. Non devi essere perfetta, Pen. Sei già... tu. E questo basta.»
Penelope lo guardò, il cuore che batteva più forte. Era questo che la faceva sentire così confusa. Colin aveva un modo di farla sentire speciale, come se non avesse bisogno di dimostrare nulla a nessuno.
«Grazie» mormorò. «Ma tu sei sempre così perfetto. Non sbagli mai.»
Colin rise piano. «Non sono perfetto. Tu non sai quante volte inciampo anche io... solo che lo nascondo meglio.»
Penelope alzò un sopracciglio. «Davvero? Non ti ho mai visto inciampare, nemmeno una volta.»
Colin sorrise di nuovo, con uno sguardo che la faceva sentire al sicuro. «Beh, magari non quando mi guardi tu.»
Il cuore di Penelope saltò un battito. Cosa intendeva dire con quella frase? Stava solo scherzando, o c'era qualcosa di più dietro quelle parole? Forse Colin cercava di essere alla sua altezza? No questo era impossibile. Colin era un Bridgerton non poteva soffrire di quei complessi inutili.
Mentre attraversavano il cortile per andare a pranzo, furono interrotti da Debling, che li raggiunse con il suo solito entusiasmo. «Penelope! Hai un minuto? Volevo chiederti se ti va di fare una sessione extra di danza con me. So che Gregorio ti ha dato del filo da torcere, ma possiamo allenarci insieme. Ti prometto che ti aiuterò a migliorare.»
Colin guardò Debling con un'espressione difficile da decifrare, ma Penelope notò una leggera tensione nelle sue spalle. Geloso? Si chiese ancora una volta se fosse davvero possibile.
«Sì, ci penserò» rispose Penelope, cercando di essere gentile. Ma il sorriso di Debling le fece sentire un brivido di disagio.
Colin non disse nulla mentre Debling si allontanava, ma la sua espressione parlava chiaro. «Debling sta cercando di avvicinarsi troppo» commentò alla fine, con un tono quasi indifferente.
Penelope lo fissò, sorpresa dal suo tono. «E cosa c'è di male? È solo un amico.»
Colin si strinse nelle spalle. «Sì, un amico. Vedremo. Sai Pen sei ingenua non credo che voglia essere amico tuo, ma se ti piace tanto fai lezione con lui.»
Penelope scosse la testa, ancora incerta su come interpretare quel sottile strato di gelosia. Colin non poteva essere geloso, vero? Eppure, il suo comportamento era cambiato negli ultimi giorni. Se non era geloso, l'altra opzione era che stava impazzendo.
Nel frattempo, non lontano da loro, Cressida osservava la scena con crescente frustrazione. «Colin continua a difenderla, e sembra geloso. Come si fa ad essere gelosi di Penelope Featherington... Ma stiamo scherzando. » sibilò, stringendo i pugni. Marina, seduta accanto a lei, ascoltava senza troppo interesse.
«Li devo dividere. Colin deve essere mio non esiste che quella gatta morta, color carota mi rubi l'uomo della mia vita.» continuò Cressida, gli occhi fissi su Penelope e Colin. «Troverò un modo per distruggere quella loro connessione. Colin sarà mio, costi quel che costi. Mi stai almeno ascoltando Marina? Ti prego lascia stare il fiorai. »
Marina si limitò a scuotere la testa, il suo sguardo rivolto altrove, non aveva minimamente sentito quello che diceva Cressida. Phillip, il nuovo arrivato, stava parlando con Eloise, e questo sembrava interessarla molto più delle paranoie di Cressida.
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POLIN
RomancePensate se il mondo di Bridgerton incontrasse il mondo di Violetta, non sarebbe bellissimo? ho unito in questa storia due delle mie serie tv preferite Violetta & Bridgerton, i protagonisti sono Colin e Penelope. Ma immaginateveli come Violetta e Leo...