Lentamente, i miei sensi si risvegliano e la prima cosa a colpirmi è l'aroma di caffè.
Sono sdraiato su un letto morbidissimo, anche troppo, risulta scomodo, ma poi mi rendo conto al tatto che è il nostro divano di pelle. Sono messo di lato, quasi in posizione fetale e avverto una presenza vicino a me e una mano che mi accarezza il braccio. A volte, scende più giù, mi prende la mano, poi risale. Inoltre, a ogni movimento segue un tintinnio di bracciali e quando le palpebre si dischiudono è il suo sorriso che mi viene incontro.
Lorenzo.
Ha le guance ancora un po' rosse e i capelli incollati dal sudore.
«Ben svegliato».
«Marco?».
È la voce di mio padre. Riesco a mettere a fuoco la scena e a sollevarmi di schiena.
Sono tutti in cucina. Zia Silvana si massaggia le tempie, i bigodini tra i capelli, mentre suo figlio Matteo sta mangiando un budino con un cucchiaino. Maria è seduta in un angolo a leggere un piccolo libricino; la frangetta nera è così lunga da coprirle pure gli occhi. Suo padre, zio Orazio, le sta seduto di fronte con un braccio appoggiato alla spalliera della sedia e lo sguardo perso nel vuoto mentre sua madre, zia Martina, affonda il nasone in una tazza enorme di caffè. Zio Giuseppe, invece, è seduto a capotavola che legge la nuova edizione del Vox Veritatis. Nonna Rosalba è al suo fianco e sta sbucciando delle noci, alcune delle quali le passa a Matteo che, tra un boccone di budino e un altro, le accetta volentieri. Ovviamente, zia Teresina è ai fornelli e sta preparando un'altra caffettiera. Ha i capelli legati, il viso bagnato di sudore e non le ho mai visto così tanta stanchezza addosso. Mancano all'appello Antonella e Sofia che ritrovo addormentate, l'una sull'altra, ai miei piedi, occupando il resto del grandissimo divano. Quando mi sposto, anche Antonella si desta un pochino, ma non fa alcun movimento brusco per evitare di svegliare la nostra sorellina.
Infine, papà si avvicina a me e si inginocchia davanti ai miei occhi. Allunga le mani e abbraccia il mio viso. Sento la ruvidità dei suoi calli, ma anche un calore che mi incendia le guance. I suoi occhi neri sono lucidi e pieni di... cosa? Un sentimento positivo. Forse, gioia?
«Stai bene?», mi chiede.
Lorenzo ha smesso di accarezzarmi il braccio, ma sono felice che sia rimasto seduto accanto a me.
«Sì», rispondo piano, poi mi accorgo che ha un graffio su uno zigomo e che l'avambraccio sinistro è fasciato.
Un odore di affumicato sovrasta quello del caffè e allora realizzo che le fiamme hanno raggiunto anche le scale, perché i bordi della porta che conducono al piano superiore sono tutti anneriti.
«Cosa è successo?», domando, anche se in realtà so già la verità, ma c'è qualcosa che mi sfugge, come se fosse passato un'infinità di tempo da quando ho perso i sensi. «Dov'è mamma?».
La mascella di mio padre si indurisce e le sue mani abbandonano il mio viso.
«Se ne è andata».
«Cosa? In che senso?».
«Nel senso che se ne è andata!», urla nonna Rosalba continuando a sbucciare le sue noci. «Prima mette in atto un piano assurdo per nasconderti i poteri, poi sparisce appena quella pazza di sua sorella dà fuoco alla nostra casa...».
«Mamma, basta», la rimprovera mio padre, ma il tono di voce di nonna Rosalba sveglia la piccola Sofia.
«Mamma? Mamma?».
«Tranquilla, Sofi», le sussurra Antonella baciandole la fronte e cullandola sul suo grembo. «Torna a dormire».
«Dov'è la mamma?».
STAI LEGGENDO
1 - Il Serpente e la Fenice (Parte Due)
FantasySECONDA PARTE DEL Primo volume della saga dello Spezzavoce. Marco Pitrelli sa bene che la magia è un dono, non un diritto, e che come tale deve essere presa. Tuttavia, la comunità magica è abbastanza selettiva e vivere in una famiglia in cui la magi...