Elia

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Esco dal garage di casa dei miei con le mani unte di olio motore.
Edoardo non si è fatto vedere stanotte, il che mi fa incazzare enormemente; dove avrà dormito e soprattutto con chi?
Sono arrivato qui ieri sera, convinto di fargli una sgradita sorpresa restando a cena con tutti loro, tuttavia lui non è mai tornato. L'ansia unita all'incazzatura mi ha portato in garage, passando tutta la notte a revisionare la mia moto.
Il mio hobby è qualcosa che mi aiuta a staccare, a riprendere fiato.

Ma da quando Edoardo non c'è ogni giorno è come vivere in apnea.

Getto a terra lo straccio unto e mi stiracchio all'aria fresca del mattino, i polmoni si ripuliscono dopo una nottata passata tra chimici e gas di scarico.

Non passano nemmeno dieci minuti che vedo arrivare la macchina di Edo, esce in tutta fretta dall'auto ed entra in casa senza nemmeno notarmi.
Il mio cuore mi fa un balzo e mi arriva in gola. Sto sudando.
Che cazzo di effetto mi fai, pezzo di merda.

Vorrei salire e chiedergli con chi si è visto stanotte ma non mi dà il tempo di far niente perché dopo ulteriori dieci minuti è già fuori alla porta di casa, cambiato d'abito e bello come solo Dio sa. E non si volta nemmeno adesso, anche se si gratta la nuca prima di andare, magari il mio sguardo astioso gli ha fatto il solletico.

Sono stufo di sembrare un guardone, un extra nella sua vita.
A natale gli parlerò seriamente e non avrà né tempo né modo per scappare da me.

Il resto della giornata la passo in palestra, non riesco a stare troppo tempo dai miei, una volta che vai a vivere da solo è una tortura stare più di dodici ore sotto lo stesso tetto con i tuoi, per quanto puoi amarli. Non so come faccia Edoardo, evidentemente uscire di notte aiuta.
Scuoto la testa per quel pensiero cinico, ormai quel bastardo si è insidiato dentro ogni parte di me, ogni pensiero, ogni ricordo.

Mi basta passare in una strada che abbiamo fatto insieme mezza volta per riportare la mente a quel momento, a lui.
È una tortura senza fine, un inferno.

"Oi, mi ascolti? Che cazzo Elì!"
Lorenzo mi scuote per la quarta volta, sono consapevole di sembrare un completo coglione.
Mi siedo a bordo ring, smonto i guantoni e sospiro, mi sento... Stanco, solo stanco.
"Stasera andiamo a bere fino a farci scoppiare il fegato, non riesco più a vederti così, sembri un idiota"
E io sorrido, perché so che ha ragione.

Qualche ora dopo siamo in un locale di cui non so pronunciare nemmeno il nome, ma Lorenzo dice che è un posto figo. In verità non ho nemmeno molta voglia di socializzare, ma se non l'avessi assecondato mi avrebbe fatto le palle a mongolfiera.

Mi avvicino al bancone, sedendomi su uno sgabello alto e ordino il primo dei molti drink della serata. Mi giro a osservare le persone, si strusciano, sorridono, sembrano davvero felici per qualcosa ma io vedo solo maschere indossate male. Da quando quel pezzo di merda è uscito dalla mia vita non riesco più a vedere il bello in niente.

Belle erano le sue labbra, morbide e leggermente carnose.
Belle erano le sue risate a qualche mia battuta scema.
Belle erano le sue braccia quando mi stringevano forte.
Belli erano i suoi gemiti di piacere.

Ma ora che cazzo mi resta di bello?

Sbatto il bicchiere sul bancone e mi alzo, intravedo Lorenzo attaccato stile cozza a una tipa, non sembra nemmeno il suo genere, più alta di lui e poco formosa, di solito sceglierebbe più... Beh, una come quella alle sue spalle, bassina e con le tettone.
Sorrido e quella pensa sia diretto a lei, perché mi sta fissando. Non è male ma non ho voglia di sentire i lamenti di una donna, la voce è troppo acuta, il petto troppo morbido, semplicemente nessuna di loro potrà mai essere lui.

La tipa non sembra nemmeno interessata comunque, si volta dall'altra parte e tira via la ragazza da Lorenzo, forse sono amiche.
Ma quel coglione ha deciso di non mollare la presa, così si ritrovano tutti e tre al bancone dei drink, proprio accanto a me.

"Sei troppo ubriaca Sara, dobbiamo andare" Dice la tettona.
A vederla da così vicino non è davvero niente male, non capisco perché Lorenzo ci stia provando con quella meno figa.

"Eddai, stavamo solo parlando, sembri mia madre"

Beh, ci sono poche cose che fanno incazzare una donna, ed essere additata come vecchia e antiquata è una di queste.
Tuttavia la tettona mi sorprende e scoppia a ridere.

"Ehy tu, ma lo sai che ci stai provando con una che è maggiorenne da un anno?" Lorenzo sbianca visibilmente, mi viene da ridere. Non riesco a frenare la risata spontanea che mi esce fuori, beccandomi una brutta occhiata dal mio amico.

"Complimenti, hai occhio per i guai" Lo sfotto. So che ha capito che mi riferisco alla sua ex. Non è mai stato brillante con la scelta delle partner ma la sua ultima storia è stata davvero un disastro, conclusasi con una bella denuncia per violenza domestica. Lorenzo si era beccato sette punti in testa, ormai nemmeno i capelli ricrescevano più in quel punto.

"Sei uno stronzo, lo sai?" Sorrido alle sue parole, perché per me essere uno stronzo è un complimento, vuol dire che il mio lavoro anti-sociale sta funzionando. I miei sforzi si vedono.

Noto che la tettona mi osserva, mi scruta quasi.
"Che hai da guardare?" La sfido. Non so nemmeno perché, in realtà, tuttavia il suo sguardo mi dà ai nervi. 

"A che giorno sei?"
Mi chiede, ma non capisco la domanda.

"Di cosa?" Pessima mossa, la vedo sorridere di sbieco, segno che sono caduto come un idiota nella sua trappola.

"Del ciclo" Mi sorride sfacciata, Lorenzo e quella Sara ridono come asini.

Resto senza parole per la prima volta in vita mia, davvero, sono una statua di sale.
C'è qualcosa in questa stupida che mi attira e mi innervosisce al tempo stesso.

"Siamo pari amico, battuti entrambi da due ragazzine" Gli faccio il dito medio.

"Magari avessi ancora diciannove anni, ma grazie per il complimento" La tettona fa un sorriso e Lorenzo cade nel suo incantesimo, quando sorride le si formano due fossette sui lati del viso.
Non so perché noto questo particolare, forse quella strega ha incantato anche me.

Con te o con nessuno.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora