79. New reality.

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Dovevano essere passati un paio di mesi dall'ultima visita dello zio Kors.

Lui intavolava sempre splendide conversazioni con me e James, raccontando di come fosse entusiasmante viaggiare per il mondo e osservare le bellezze che la natura avesse da offrirci.

Da che ricordassi, eravamo sempre stati invidiosi delle sue storie, tant'è che ci eravamo promessi che quando saremmo stati abbastanza grandi saremmo partiti anche noi per la nostra grande avventura!

Fino a quel momento, però, ci saremmo beati delle sue parole: facendoci rapire dal suo peculiare modo di catturare l'attenzione.

«La conoscenza è potere. Basterebbe così poco per realizzare tutti i nostri sogni» pronunciò mellifluo mettendomi a fuoco sulle sue iridi ambrate.

Quei piacevoli momenti in compagnia ero sicura sarebbero stati gelosi ricordi in un futuro non molto lontano.

Ero così fortunata: con una famiglia come la mia come potevo non esserlo?

«Zio, quando partirai nuovamente?» chiese James tra un boccone e un altro. Gli luccicavano gli occhi, sapevo che il suo più grande desiderio fosse quello di seguire le orme dell'uomo che più di tutti ammirava.

Kors si prese il mento fra le dita. «Oggi stesso... e avrei due biglietti» rispose con noncuranza.

Avvertii James fremere per l'emozione. Ero felice per lui come mai prima d'ora.

«Allora sarebbe possibile che James...» iniziai cauta, ma quando mi voltai nella sua direzione per cercare la sua approvazione, il ragazzo sembrava non essere più interessato.

«Dovresti andare tu, Dely!» mi precedette.

Noora gli pose una mano sulla spalla incoraggiando il suo commento.

Stephan annuì convinto. «Ma certo! Sarebbe una magnifica idea!» annunciò entusiasta quell'ultimo.

Le gote mi si tinsero di rosso per l'imbarazzo. Deviando lo sguardo degli altri commensali iniziai a balbettare. «Sarebbe bellissimo, ma manca così poco per terminare i miei studi-»

Quando levai gli occhi verso Kors, l'uomo inarcò un angolo della bocca verso l'alto. «Le tue capacità sono sprecate per questo posto, dovresti venire con me.» Le sue parole aleggiarono nella mia mente come echi lontani.

Ero oltremodo lusingata.

Ma allo stesso tempo sentivo di star ferendo i sentimenti di James, nonostante lui non lo desse a vedere.

Sembravano tutti genuinamente contenti di quella proposta.

«E poi potremmo fare altre riunioni come queste!» convenne il mio fratellino.

«Esatto. Ogni mese vi aspetteremmo per ascoltare i racconti sulle vostre avventure per il mondo!» aggiunse mio padre.

Noora si portò una mano alla bocca per la commozione. «Sarebbe magnifico avere la famiglia riunita... per sempre.»

«Non è ciò che hai sempre desiderato?» domandò una vocina al mio io interiore.

«Io- Io...» balbettai interdetta.

L'idea della mia famiglia unita e felice era tutto ciò di cui mi era sempre importato. Per quello facevo fatica a pensare di dover lasciarli indietro. Non sarebbero potuti venire con noi?

Cosa avrei dovuto fare?

«Accetta, tesoro!» Stephan ripeteva convinto ed estasiato.

Ma perché?

«Un'occasione del genere non ti capiterà più nella vita!» Noora diede man forte alle parole di mio padre.

E la mia vita qui a New York?

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