6.

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Axel

<Ci sei a cena Axel?>

<No Shawn, vado da mia nonna> asserisco prendendo le chiavi di casa <Le vado a portare i soldi>

<Non vai dalla biondina?> mi provoca Benjamin.

<La stai nominando un po' troppo per i miei gusti> ringhio fulminandolo con lo sguardo.

<Non so cosa ci trovi di tanto bello in una ragazzina viziata> alza gli occhi al cielo Shawn per poi sbuffare.

<Non puoi dire che non sia bella> si intromette nella conversazione Flynn facendo spallucce.

<Quanto rompete il cazzo> esclamo andandome sbattendo la porta d'ingresso.

Quanto sono irritanti quando fanno così, per calmarmi accendo l'ennesima sigaretta della giornata incamminandomi verso casa della nonna.

Da quando sono uscito dal carcere non riesco a darmi pace, voglio trovare a tutti i costi i colpevoli dell'omicidio di Janette. Io e Shawn stiamo facendo ricerche senza sosta da giorni ma non riusciamo nemmeno a trovare un punto di partenza. Il sospetto principale sarebbe il padre di Charlotte, ma come potrebbe un padre uccidere o far uccidere la propria figlia? Anche se non mi stupirei se lo avesse fatto, Manuel Emerson farebbe qualsiasi cosa per mantenere la propria immagine impeccabile.

Inoltre la situazione con Charlotte, si sta facendo più complicata del previsto. L'intento era quello che una volta uscito dal carcere non l'avrei più cercata e non le avrei più rivolto la parola. Ma ho fallito in pieno. Sono andato con molte ragazze per dimenticarla ma nulla, nessuna è come lei, nessuna è lei. Ogni volta che la vedo e mi impongo di far finta che non esista, finisco sempre a un passo da lei, facendo vincere l'istinto. È più forte di me, quando la vedo con un altro ragazzo diverso da me impazzisco. E pensare che sono stato proprio io a specificare di non voler nulla di serio.

Emetto un sospiro frustato e apro il cancellino della casa della nonna. La prima cosa che noto è che nessuna luce della casa è accesa e questo mi sembra molto strano.

Busso alla porta per non farla spaventare ma non ricevo alcuna risposta, di solito è sempre pronta ad aprirmi rivelando il suo dolce sorriso contornato da qualche ruga. Entro in casa continuando a chiamare ma nulla, sembra che in questa casa non ci sia anima viva.

<Nonna!> esclamo per l'ennesima volta.

Mentre mi dirigo verso il soggiorno è lì che la vedo, distesa a terra con il telefono in mano.

Corro da lei urlando tra le lacrime. <Nonna ti prego>

Vendendole inerme digito sul telefono con le mani tremanti il numero del 112 e dopo aver spiegato la situazione all'operatore attendo l'arrivo dei soccorsi non lasciando mai sola la nonna.

-

Vuoto

Non so come esprimere a parole ciò che sto provando.

La nonna è morta

Sono fermo da un tempo indeterminato davanti l'ingresso dell'ospedale, i dottori mi hanno detto che ha avuto un arresto cardiaco e quando sono arrivato era ormai troppo tardi.

Se solo le avessi portato i soldi prima

Se solo fossi stato la con lei

Se solo...

Le lacrime continuano a scendere mentre mille ricordi mi invadono prepotentemente la mente. Nei miei ricordi la nonna è felice con un cono in mano alla fragola camminando spensierati per il parco raccontandomi tutti i disastri che combinavo da piccolo. Se dovessi usare una parola per descriverla userei sicuramente amore, si faceva in quattro per chiunque, aiutava tutti senza alcun problema. Per quanto mi riguarda è stata la prima persona a farmi capire che c'è nel buono anche nelle persone. Ogni volta che mio padre picchiava mia madre io correvo sempre da lei, mi trascinava nelle sue braccia sussurandomi che sarebbe andato tutto bene ma purtroppo non fu così. Mia madre è morta e mia nonna si è sempre sentita in colpa perché non era riuscita a salvarla dalla collera del figlio.

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