Parte senza titolo 3

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Ti direi dell'uragano che c'è stato, dentro di me, quando mi hai mandata via, da dentro di te.

Ti direi di come il vento ha spazzato via la vita davanti ai miei occhi, di come scompigliava i miei capelli senza che io mi potessi muovere, completamente ferma e bloccata davanti al dolore. Di come ho scoperto quanto potesse fare male l'anima quando si apre una voragine senza fine dentro di te, e non c'era più luce ma solo un gigante e rumoroso buio profondo.

E' un silenzio assordante quello che può aprirsi nel petto, fa quasi male sentire questo peso muto. Io ero solo una spettatrice dietro le quinte della mia vita, guardavo con sofferenza la felicità che correva lontana da me, sentivo le farfalle nel mio stomaco perdere le ali, non c'era proprio più niente per cui volare. I sogni si spezzavano e i secondi scorrevano davanti a me interminabili, senza più tempo, senza più significato.

E' così struggente quando ti guardi allo specchio e devi fare i conti con te stesso, quando devi accettare di aver rovinato l'ultimo briciolo di speranza che avevi, quando quella barca salpa lontano e non hai la forza di raggiungerla, anche se sai che vorresti solo buttarti e nuotargli dietro non hai più le forze di muoverti; non riesci a mandare quel semplice comando al cervello e lasci che la tua incapacità di risucchi, lasci che la vita scorra via e che la barca vada così lontano da non riuscire più a vederla, la perdi all'orizzonte e perdi la consapevolezza di te stesso. Guardi quel bene allontanarsi sempre di più e capisci che non puoi farne niente della tua misera esistenza, che tutti i tuoi sforzi sono stati vani e che con le tue mani hai lasciato che questo dolore ti colpisse.

E mi ha colpita, mi ha colpita così profondamente che non so più reagire, lascio solo che si impossessi di me. 

Ti direi.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora