"2 settimane"

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2 giorni dopo
POV DUSAN
Parcheggiai la macchina in garage, tirai giù il borsone e poi entrai in taverna.
"Sono a casa" Dissi sulle scale per farmi sentire.
"Ei amore" Vidi Julia che stava sistemando dei giochi di Isabel.
"Ciao, com'è andata?" Mi diede un bacio e sorrise.
"Bene, sono stanco abbastanza oggi. Isa dov'è?"
"In camera sua, stava giocando con la casetta che gli ha regalato Paulo"
Sorrisi e andai da lei.
"Posso?" Aprii la porta e appena mi vide mi saltò addosso.
"Com'è andata all'asilo oggi?"
"Bene, solo che le mie compagne sono tutte antipatiche!"
"Perché?"
"Perché non vogliono giocare a calcio, dicono che è da maschi"
"E allora tu digli che s-"
"Non dirlo" Arrivò Julia che capì cosa stavo per dire.
"Che sono delle stupidine" Rimediai subito.
"Posso?"
"No, papà stava scherzando"
"Mh, ok"
"Quando mangiamo?" Cambiò immediatamente discorso e sorrise con quella faccia da furbetta.
"Tra poco, intanto metti a posto le cose che hai lasciato in giro signorina"
"Va bene mamma" Le diedi un bacio sulla guancia e le scompigliai i capelli.
Isabel era una delle bambine più intelligenti che avevo mai conosciuto, anche le maestre all'asilo avevano notato questa cosa. Era cambiata abbastanza ma la somiglianza a me era sempre presente.
I capelli le si erano schiariti e tendevano al biondo, gli occhi erano diventati quasi blu, ed era bellissima.
Aveva qualche lentiggine qua e la, che la caratterizzavano molto.
"Sei andata alla pista oggi?"
"Si, ho dovuto fare l'allenamento all'under 6"
"Piccoline"
"Si, sono tutte delle pesti" Accese il fornello e mise l'acqua per la pasta.
"Amore, come la vuoi la pasta?" Chiese a Isa.
"In bianco, posso?"
"Certo amore"

"Papà, mi puoi leggere una storia?"
"Certo, dammi 2 minuti e arrivo" Andai a mettermi il pigiama e poi mi misi nel letto insieme a lei.
Dopo una decina di minuti si addormentò, le lasciai un bacio sulla fronte e spensi la bajour sul comodino.
"Si è addormentata"
"Amore, io devo parlarti"
"Dimmi" La guardai, sembrava in ansia.
"Ho un ritardo di una settimana, ho aspettato ma non arriva, oggi ho comprato il test ma non l'ho ancora fatto"
Rimasi sbalordito ma sorrisi nello stesso momento.
"Volevo dirtelo, non volevo fare come l'ultima volta"
"No hai fatto bene, vai a farlo, ti aspetto qui"
Sorrise e andò in bagno per poi tornare dopo 2 minuti.
Mise il test sul divano e mi prese la mano aspettando.
"Se fosse positivo?"
"Tu lo vorresti?"
"Si, penso sia il momento giusto" Rispose.
"Si, anche io lo penso"
Prese anche l'altra mano e poi abbassò lo sguardo.
Spalancò la bocca e lo guardai anche io.
"2 settimane" Disse a bassa voce.
Mi guardò e nel mentre gli occhi gli si inumidirono.
Io spostai lo sguardo da lei al test.
"Avremo un altro bimbo"
La misi sulle mie gambe e la strinsi a me.
Le sue mani tremavano.
"Sei felice?" Mi chiese.
"Come potrei non esserlo"
Avevamo provato un po' di tempo fa, ma non ci eravamo riusciti.
Aveva fatto molte visite, dopo l'aborto spontaneo ci era stato detto che non era semplice avere altri figli, ma ce l'avevamo fatta.
Appoggiai la fronte contro la sua e sorrisi.

"Come lo diciamo a Isa? Per me lo capisce da sola"
"Direi di andare a fare una visita prima, poi glielo diciamo"
"Si, va bene" Rispose.
Mi chinai sulla sua pancia e le diedi un bacio.
"Benvenuto o benvenuta fagiolino"
"Dusan"
"Dimmi"
"Non mi lascerai, vero?"
"Perché dovrei lasciarti?"
"Non lo so, ma ho paura per come è finita l'ultima volta"
Le presi il viso e le diedi un lungo bacio.
"Saremo insieme, e sarà tutto più semplice"

-
3 giorni dopo andammo a fare la visita.
Prima portammo Isabel da Paulo, siccome era sabato e non andava all'asilo.
"Ma voi dove dovete andare?"
"Dobb-"
"Zio!" Corse incontro a lui e a noi non ci calcolò più.
"Ciao amore mioo" Le diede tanti baci e lei si mise a ridere.
A Paulo avevamo detto che gli avremmo spiegato tutto più avanti.
"Allora ti passiamo a prendere sta sera, va bene?"
"Va bene mamma" Scese dalle braccia di paulo e ci venne a salutare.

-
"Lei è incinta da quasi 3 settimane, congratulazioni"
"Grazie mille"
"La prossima visita sarà all'inizio del secondo mese, quindi verso il 17 giugno"
"Perfetto"
Uscimmo dall'ospedale e si girò a sorridermi.
"Ti va di andare a fare un giro?" Mi chiese.
"Si, assolutamente si"

"Quando finisci la stagione tu?"
"Il 28 maggio ho l'ultima partita, poi abbiamo una settimana e mezza mi pare di pausa"
"Dove andiamo in vacanza?" Mi chiese.
"Isabel voleva andare dai miei, però non so.."
"È tanto che non andiamo, possiamo andare lì appena finisci e poi andiamo al mare alla pausa che hai dopo, giusto?"
"Si, potrebbe andare bene"
"Comunque, volevo fare un regalo a Isa"
La guardai aspettando cosa dicesse.
"Volevo prenderle un cane, siccome ora abbiamo il giardino e abbiamo molto più spazio"
"Ci avevo pensato anche io, le piacerebbe molto penso"
"Allora appena vuoi ci informiamo" Sorrise.
"Volevo iscrivere Isa a calcio, è la cosa che desidera di più" Me ne uscii con questo discorso.
"Vuole fare solo quello, quindi perché vietarglielo, basta che le piaccia"
Sorrisi e appoggiai la mia mano sulla sua gamba nel mentre che guidavo.
"Io.. io ho paura, lo devo ammettere" Mi disse riferendosi alla gravidanza.
"È più che normale avere paura dopo quello che è successo, ma ci sarò io con te amore, l'affronteremo insieme"
Strinsi ancora di più la mano e dopo poco arrivammo a casa.
"Allora, cosa vuoi fare oggi?"
"Non saprei" Andò in cucina a bere.
Mi avvicinai a lei e la baciai spingendola delicatamente contro l'isola della cucina.
"Ti amo"
"Ti amo anche io amore" Dissi.
"Glielo diciamo domani a Isa?"
"Si, va bene" Mi mise le mani sulla pancia e sorrisi.
"Ti piacerebbe avere un maschio o una femmina?" Mi chiese.
"Non saprei, forse un maschietto, un'altra femmina intelligente come Isabel mi tirerebbe pazzo, è più intelligente di me"
"Noi donne siamo le migliori" Si vantò.
"Si, decisamente si"

-

"Isabel, vieni di qua!" La chiamai dal salotto.
"Arrivo"
Arrivò saltellando e sorridente.
"Vieni qui" Indicai le mie gambe e lei si mise sopra.
Julia arrivò dalla cucina e si mise di fianco a noi.
"Cos'è successo?" Chiese.
"Nulla, dobbiamo solo dirti una cosa"
Mi guardò e poi guardò lei.
"Tu volevi un fratellino o una sorellina, giusto?"
"Si" Sussurrò e poi si rese conto.
"Avrò una sorellina o un fratellino?" Chiese.
"Si amore, sei felice?'
Era rimasta senza parole, spostava lo sguardo da me a lei senza fiatare, solo con il sorriso.
I suoi occhi stavano diventando lucidi.
Iniziai a darle tanti baci e si aggiunse anche Julia.
"Vi voglio bene" Ci disse.
Julia si stava emozionando.
Ero fortunato ad avere una famiglia come loro, le amavo più della mia stessa vita.
"Facciamo un dolce a cuore?" Ci chiese.
"Va bene, tanto oggi siamo a casa tutti e due"
"Menomale, in questo periodo siete poco a casa" Abbassò lo sguardo.
"Amore, lo s-"
"Lo sai che con il lavoro siamo impegnati, lo so, me lo dite sempre" Si sedette sullo sgabello in cucina.
Rimasi zitto e guardai Julia.
"Mamma, puoi farmi la coda? Non riesco"
"Certo amore, hai l'elastico?"
"Si, ecco"
Le legò i capelli che iniziavano ad essere veramente lunghi.
"Allora, che torta vuoi fare?"
"Quella che mi ha fatto la nonna quando è venuta qui!"

"Tieni, metti queste dentro la ciotola" Le passai le gocce di cioccolato.
Lei ne prese una velocemente e la mangiò.
"Ti ho vista furbetta!"
Lei rise di gusto e io mi avvicinai a lei e le feci il solletico.
Con la mano presi dentro il sacchetto della farina e cadde per terra.
Ci bloccammo tutti e tre.
Isabel mi guardò, io guardai per terra e poi guardai Julia.
"Adesso la senti tu la mamma" Mi sussurrò all'orecchio.
Julia si guardò intorno e trattenne una risata.
"Facciamo che voi mettete la torta nel forno e io pulisco?"
"Va bene mamma"
Tirai giù Isabel dallo sgabello siccome era troppo alto e poi presi la torta infornandola.
"Andiamo di la, isa"
La presi per mano e andammo in salotto.
"Vuoi vedere qualcosa in televisione?"
"Voglio vedere una partita!"
"Brava la mia piccolina" Le diedi il 5 poi si mise tra le mie gambe.
Accesi la tv e lei scelse una partita di premier league, più precisamente Manchester United contro Arsenal.
Quando l'arsenal segnò, scatto in piedi ed urlò.
"Isabel!" Disse Julia.
"Scusa mamma" Mi guardò ridendo sotto i baffi.
Si rimise seduta e continuò a guardare la partita.
"Papà, hai una maglia dell'Arsenal?"
"Si, non l'hai mai vista?"
Scosse la testa e io mi alzai andando all'armadio.
Presi la maglia e gliela portai.
"Eccola"
"Posso provarla?"
"Certo"
Gliela misi addosso, anche se le arrivava ai piedi.
"Forse è un po' grande" Si grattò la fronte.
"Forse si"
Iniziò a correre per tutta la casa felice.
"Mamma! Guarda che bella!"
"Dove l'hai trovata quella"
"Me l'ha data papà"
"Quando sarai grande se vuoi te ne do alcune e le appendi in camera, che ne dici?"
"Posso metterne una anche ora?"

Non riesco a smettere di amarti - Dusan VlahovicDove le storie prendono vita. Scoprilo ora