''Coraggio, lasciare tutto indietro e andare, partire per ricominciare..''
_______________________Sabato 17 gennaio
Headley's Pov
«I passeggeri del volo per Boston sono pregati di effettuare tutte le procedure per l'imbarco.»
La voce robotica di una donna mi giunge chiara dagli altoparlanti.
Mi alzo riluttante dalla sedia in plastica blu, afferro il manico del borsone che mi sono portato dietro e mi incammino verso il check-in, passando sotto i controlli senza nessun intoppo.
Ad accogliermi sono due hostess, con un' uniforme blu elettrico e un fare professionale.
«Benvenuto su questo aereo, signore. Ci auguriamo che il viaggio sia di vostro gradimento.» dice una, sorridendo.
Annuisco in risposta e mi accomodo nel comodo sediolino vicino il finestrino.
Mi sistemo per bene e inizio a pensare a cosa mi aspetta.
Sono partito, scappato il prima possibile. Nessuno lo sa, eccetto mia madre che ho salutato questa mattina.
Ho dovuto, ho sentito il bisogno di dare una svolta alla mia vita.
Taylor e io non siamo più insieme ed è colpa mia.
Ci ho provato ad essere migliore per lei, migliore per chiunque mi circondi ma non so come gestire la cosa. Faccio due passi avanti e tre indietro e se all'inizio Taylor mi è stata vicina anche durante i passi indietro, ora è stanca.Ho cercato per giorni di addossare la colpa a mia sorella, attribuendole la responsabilità di ciò che è successo solo perché, entrando in quella, ha riportato alla mente di Taylor cose che con fatica avevamo sepolto.
Poi, ripensandoci, sono giunto alla conclusione che la colpa è solo la mia.Mia e del fardello che mi porto dietro; la scelta di avere rapporti con tutte quelle ragazze, di lasciarmi controllare dall'alcool sono tutte cose che mi pesano sulla coscienza e per questo, voglio liberarmene.
Mi sto dirigendo a Boston per creare un altro Headley, un'altra anima di Headley - considerando quanto la mia sia sgangherata.
Non vado fiero di quello che sono diventato, un corpo senz'anima che vaga alla ricerca di qualcuno che lo ami. Anche se non lo ammetterei mai, sento il bisogno di essere amato e di amare. Non so cosa voglia dire innamorarsi di qualcuno, amarlo con anima e corpo, apprezzarne i difetti e odiare qualunque cosa possa fargli del male.
E pensandoci, ora sto lasciando anche l'unica donna da cui mi sia mai sentito davvero amato sin da piccolo: mia madre.
Arriva un momento per ognuno di noi, a chi prima a chi dopo, in cui avvertiamo il bisogno di modificare il nostro essere e anche se con un po' di ritardo, a me è arrivato.
Non so cosa aspettarmi da questa nuova vita che sto cercando di crearmi, non voglio dimenticare nulla del mio passato, piuttosto imparare a conviverci; non ho avuto un'infanzia felice a causa di mio padre, ma avrei potuto evitare tante cose, scegliendo tra i modi più disparati per superare i miei ostacoli, magari stando vicino a mia sorella o consolando mia madre, che ha dovuto sopportare in casa due figli moribondi e all'apparenza senza speranza di sopravvivere all'uscita di scena dalla loro vita del padre.
Non mi ha fatto più di tanto male che mio padre se ne sia andato, non ho provato nulla e ho guardato con un certo distacco apatico la scena in cui Richard prende le sue valigie e va via. Ero solo un bambino e avrei dovuto piangere l'assenza dell'uomo che avrebbe dovuto insegnarmi ad andare in bicicletta, a giocare a calcio o a conquistare una ragazza, ma poiché nulla di tutto questo è accaduto, non meritava nient'altro che la mia più totale indifferenza.
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» False Brother «
Teen Fiction« Amore era sofferenza per Everthy Winter, Amore era freddo per Everthy Winter. E mai, avrebbe più mostrato Amore verso nessuno » DAL CAPITOLO 33°: «Ora arrivava la parte in cui mi spiegava perché aveva preferito una condanna a morte piuttosto che l...