Luce.
Poteva sentirla tiepida sui polpastrelli, manipolarla, plasmarla a suo piacimento, a suo rischio e pericolo.
Pura luce, globi scintillanti che partivano dalla bacchetta, che seguivano i suoi movimenti come tanti minuscoli insetti ammaestrati.
Chiuse gli occhi e si concentrò su sé stesso, isolando il pubblico di ragazzini che in quel momento lo stava osservando. Allargò le braccia e la costellazione del Toro si formò tra le sue mani, alzandosi verso il soffitto e andando a creare insieme alle altre una piccola galassia.
Gli astanti mormorarono la loro approvazione.
Aprì i palmi e tese le mani davanti a lui, per formare il fascio della cometa. Sentiva la presenza di Dimitar da un lato e di Mariyka dall'altro, ricordava anche i loro movimenti a memoria, perché non si intralciassero.
Riaprì gli occhi d'un colpo, perché i tamburi avevano iniziato a suonare, e questo poteva significare una sola cosa.
Daniil e Nadja, i due caposcuola, avevano fatto il loro ingresso in Sala Grande, correvano verso di loro a velocità sostenuta, con la loro corte di stelle al seguito. Loro erano i favoriti per quel torneo, i più amati e popolari della scuola, quelli più belli e potenti, le gemme sulla corona di Durmstrang.
I tamburi aumentarono il ritmo mentre lui, insieme agli altri, faceva esplodere una pioggia di scintille, sinché il suono incalzante d'un tratto non si fermò.
Daniil e Nadja saltarono in avanti, e a metà salto divennero una splendida tigre siberiana e un elegante leopardo delle nevi, che atterrarono in mezzo al semicerchio formato dai compagni passando per il mulinello di stelle che fluttuava a mezz'aria.
Fabian chiuse le mani a pugno e abbassò la bacchetta, come Dimitar, Mariyka e tutti gli altri accanto a lui, e la galassia svanì. I due felini fecero un inchino abbassando la testa e piegando appena le zampe anteriori, e la folla proruppe in in fragoroso applauso.
Fu allora, ansimante, alzando gli occhi sul pubblico, che lo vide. Al tavolo degli studenti di Beauxbatons, la scuola francese, stava un ragazzo che lo osservava. Era pallido per un mediterraneo, aveva due grandi occhi azzurri stupiti e lo fissava affascinato, come se fosse stato Fabian a trasformarsi in una tigre siberiana dalle zampe forti il ruggito che faceva tremare i vetri alle finestre.
Come se lo vedesse lui, non attraverso di lui. Come se si fosse accorto che lui esisteva.
Sotto il peso di quello sguardo, si convinse a piegarsi, e si arrese portando i suoi occhi verso Dimitar. Il suo migliore amico aveva un grande sorriso stampato in faccia, ansimava dall'emozione, ma sembrava soddisfatto. La folla di Hogwarts gridava, fischiava e applaudiva, il loro spettacolo sembrava esser stato un successo, e tornarono al loro posto sicuri di aver fatto il loro lavoro a presentare la scuola come si conveniva.
Vide il professor Popov annuire soddisfatto, la professoressa Zubareva sorridere sotto i baffi. Almeno, si disse, non avevano fatto una brutta figura.
Fu il turno di Hogwarts di presentarsi, intonarono l'inno della scuola con il loro coro polifonico insieme a qualche rospo a fare da basso. La canzone era un po' banalotta ma le voci intonate, e anche se la loro esibizione non era stata altrettanto impressionante si ritrovò ad applaudire alla sua fine, seppure in modo tiepido.
Daniil, dalla fiera tigre che era stato, era tornato umano. Sedeva qualche posto alla sua sinistra, e Fabian ogni tanto gli lanciava occhiate indiscrete. Il ragazzo non era solo il caposcuola, uno dei più abili con gli incantesimi, il più popolare. Era anche lo studente della scuola col sorriso più bello, luminoso, e Fabian si ritrova spesso a guardarlo e sperare che lo notasse, prima o poi.
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Figlio della Luna
FanfictionHogwarts, settembre 2023 Si aprono le porte al primo Torneo Tremaghi dopo quello ricordato come L'Incidente di Diggory. Appena sbarcato dalla nave di Durmstrang c'è Fabian Dąbrowski. Ha solo due amici in tutto il mondo, è nato babbano, la sua famigl...