Capitolo 4.

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"Può nascere dovunque, anche dove non ti aspetti, dove nulla avresti detto, dove nulla cercheresti. [...]
Può invadere i pensieri, può andare dritto al cuore. [...]
L'amore non ha un senso, l'amore non ha un nome. L'amore bagna gli occhi, l'amore scalda il cuore."
- Francesca Michielin, L'amore esiste.

«Trilli, la situazione si sta per evolvere. Resta solo sa capire come.»
La sirena veggente si era seduta comodamente su uno scoglio, con uno sguardo preoccupato rivolto alla fata. Quest'ultima camminava nervosamente avanti e dietro sul terreno sabbioso, bagnato dalle acque cristalline che lo accarezzavano.
«Non riesco proprio a calmarmi,» sbuffò la bionda, «sopratutto ora che mi hai raccontato che Peter Pan e Tara sono psicologicamente collegati, e che hanno sognato il loro futuro.»
Poi continuò, parlando principalmente tra sè e sè, impegnandosi a credere a ciò che la creatura mistica la aveva rivelato e che aveva quindi predetto, «Se ciò che dici è corretto, sono destinati ad avvicinarsi...»
Si toccò le guancie, credendo di sognare, non prima di aver sgranato gli occhi intimorita, «Per l'amor di Dio, povera Tara, poveri noi! Come potremmo mai essere tanto egoisti a tal punto da permettergli di adempiere a codesto destino? Saremmo spregevoli.»
La sirena le bloccò il fiume di parole che le stava per fuoriuscire dalle labbra, come un turbine.
«C'è poco da fare, Trilli. Che noi vogliamo o no, non possiamo interferire con il loro avvenire. Quel sogno è solo il primo di tanti, e ha molte interpretazioni, non é detto che interferiranno i sentimenti,» aspettò un poco, prima di continuare a spiegare, notando la maschera di terrore che avvolgeva il viso candido della creatura fatata, «sento che Pan si sta dirigendo in questa direzione, e anche piuttosto in fretta. La tenda nella quale lui e Tara hanno dormito non è più protetta dalla magia del ragazzo. Probabilmente lei verrà a cercarvi. Mettetela in salvo, Trilli, trovate il modo
La fata smosse le gambe, che quasi cedettero per quanto erano rimaste tese e fissate al suolo.
«Ora raggiungi Wendy, và! Salvatela.»
In un battito di ciglia, la ragazza con lo chignon le obbedì e corse lesta, scomparendo tra la vegetazione fitta delle foreste e dallo sguardo divenuto profondo della sirena; non aveva idea di cosa le sarebbe aspettato, ma percepiva un miscuglio emozionale forte e astioso in una certa figura che la stava per raggiungere.

Peter Pan aveva paura del contatto.
Peter Pan temeva inconsciamente Tara.
L'eterno bambino era ricoperto da peccati e colpe indissolubili e marchiati sulla sua pelle; lui non provava affetto o anche solo un sentimento che si avvicinasse vagamente all'amore.
Come avrebbe potuto, anche se solo avesse voluto? Il suo cuore non era stato formato per provare sensazioni positive o benevole.
Lui era un demone sanguinario e la cosa non l'aveva mai toccato o preoccupato. Fino a quella notte. La notte nella quale la sfera lunare aveva investito con i suoi raggi quei due ragazzi dormienti, che l'indomani increduli si erano scrutati, rifiutandosi di credere al sogno premonitorio che avevano da poco fatto. Non seppe esattamente cosa lo costrinse ad abbandonare la tenda e a spezzare l'incantesimo che la infestava; forse voleva osservare la reazione della Salvatrice in sua assenza, graziata da un'illusiva occasione di fuga.
In ogni caso, non ne era così sicuro.
Purtroppo, il fatto che gli provocava un bruciore ferente nell'orgoglio non era la situazione in sè, ma il fatto che il fato potesse prendersi beffe di lui in quel modo. Fate e danze al chiarore di luna assieme a Tara? La sola atmosfera che aveva caratterizzato quel sogno lo disgustava fino alle radici più profonde della sua anima.
La rabbia lo stava logorando fino all'osso e ora si liberava nel cielo tenue dell'Isola che non c'è, planando sempre più in basso, tra gli arbusti e le piante, con un unico ardente desiderio: Fare a pezzi quel pesce che si era permesso di insinuarsi nei suoi pensieri notturni e distorcerli in modo meschino.
Perché lui così vedeva l'affetto o una qualsiasi sensazione che gli si avvicinasse minimamente: meschine.
Meschino, come l'amore di Tremotino; quel figlio che per colpa di quel sentimento gli aveva quasi impedito di ottenere la gioventù eterna e il potere.
Il solo pensiero non fece che alimentare i terribili propositi che stava riservando per la creatura veggente.

Queens and Kings || Peter Pan (OUAT)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora