[ Dal prologo...
"Cosa farnetichi, Wendy?," rise
leggermente, "Io sono Peter Pan,
e Peter Pan non fallisce mai." ]Le ore calde colpivano ora l'isola che non c'è, e l'afa cominciava a espandersi come una macchia d'olio, ovunque. Tara rimaneva ferma, tra le foglie e i rami dei cespugli, piegatasi sulle gambe e sostenendosi con le mani strette sul terreno. Cercava un'appliglio, una spiegazione logica a ciò che aveva appena assistito.
"Peter Pan non fallisce mai."
Per quanto ne sapesse, poteva trattarsi semplicemente di un sogno, una fantasia che solo la sua mente poteva partorire.
Ma per qualche strana ragione, a lei ignota, il suo inconscio la spingeva a credere in quella follia. L'eterno bambino se n'era andato da qualche minuto, portandosi dietro i suoi Bimbi Sperduti.
La Salvatrice fece leva sulle braccia e si mise diritta, raggiunse Wendy, seppur barcollando, che era stata sistemata nella posizione originale: Sempre nella gabbia di legno, appesa in alto, forse più di prima.
«Tara...» sussurrò la ragazza intrappolata, provando a spiegare.
«No,» rispose la mora, scuotendo energicamente la testa in segno negativo, «non posso sopportare tutto questo.»
Tara cominciò a camminare avanti e indietro, con passo agitato e delirante.
«Tara...»
«Mi volete fare impazzire vero? È l'unica alternativa! Da quando esistono ragazzi volanti magici, fate, sirene e pirati?»
«Tara...»
«Perché se siamo realmente nel mondo di Peter Pan, ci sono tutti! Non riesco a crederci. Sto sognando, può essere solo così...»
«Tara!» sbraitò la bionda, perdendo la pazienza.
«Che c'è?» rispose l'interessata.
«Ascoltami attentamente,» le sussurrò la giovane Darling, afferrandosi alle aste di bambù della sua prigionia, «non è un caso che tu sia qui; il punto è che devi capire perché. Ma io da qui non posso parlartene, è troppo rischioso, Peter Pan potrebbe arrivare da un momento all'altro. Di sicuro sa già che tu sei qui.»
Quasi venne un coccolone alla Salvatrice, che si sedette per evitare un'eventuale caduta.
«Dobbiamo trovare il modo di nasconderti...» e ci pensò sù.
Poi, s'illuminò d'un tratto, «Vai da Trilli, dille come ti chiami e che ti mando io, lei ti spiegherà tutto. Rimani con lei, lei saprà cosa fare.» decretò alla fine.
«Come ci arrivo?» domandò Tara, arrendendosi all'evidenza; aveva ancora qualche difficoltà a credere di essere su Neverland e sopratutto a credere che quel ragazzo era davvero chi sosteneva di essere, ma era più che chiaro: Quello non era un sogno. E, in qualsiasi posto si trovasse, voleva solamente fare di tutto per tornare a casa. Il suo istinto le suggeriva che avrebbe fatto qualche passo avanti se avesse dato retta a Wendy.
«Vai per di là,» sorrise la giovane da lassù, indicando un punto indefinito oltre la mora, «e cammini per un pò sempre dritto, non posso dirti altro, ma ti assicuro che la troverai.»
Il tono fiducioso che aveva assunto mentre le dava le indicazioni l'aveva rassicurata in un modo inaspettato.Era ormai pomeriggio inoltrato, quando Tara cominciò a pensare seriamente di essersi persa. Dopo aver camminato per quasi due ore verso la direzione che la stessa Wendy le aveva indicato, non aveva ancora trovato nulla. Della fata con la chioma dorata non c'era ombra.
Il sentiero che da poco aveva imboccato era caratterizzato da una distesa di terriccio rossastro, gli arbusti che lo affiancavano rimanevano gli stessi; alti, rigogliosi e dalle sfumature verdastre e marroncine vivaci. Il vento soffiava leggero, sostituendo l'aria afosa e rendendo il percorso più piacevole.
Lo sguardo vitreo di lei si spostò più in alto; la luna era già alta bel cielo tenue, leggermente trasparente per la presenza della sfera luminosa, prossima a morire ad Ovest. Le striature rosso vivo nell'atmosfera, vicino ad esso, richiamavano il colore del sangue.
Il pensiero tempestivo di una ferita che le partiva dalla tempia e che terminava sullo zigomo destro la fece avampare e produrre i sudori freddi.
Cambiò tipologia di pensieri solo nel momento nel quale il suo corpo venne spinto violentemente contro il tronco di un albero dietro di lei, un'arma puntata alla gola. Tara gemette dolorosamente al contatto con la pianta dura poi spalancò visibilmente le palpebre alla vista dell'arma. La ragazza che l'aveva aggredita portava uno chignon biondo grano.
«Tu chi sei?» sputò velenosa quest'ultima, l'inquietudine a sorbirne I tratti somatici.
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Queens and Kings || Peter Pan (OUAT)
FanfictionCos'è successo nei duecento anni, non descritti nella serie, che ha vissuto Peter su Neverland? Cos'ha tramutato Pan nel mostro che abbiamo conosciuto noi? Cos'ha trasformato il suo cuore in una gabbia oscura di malvagità e perversione? Il punto cr...