43. Un giorno saremo felici

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Voglio evitare preamboli.

Vorrei poter raccontare di quel diciassette marzo con più attenzione, ma sarebbe tutto vano. Posso spiegarlo breve e conciso.

Avvenne l'inevitabile. Ci lasciammo.

Ma non di comune accordo. Non avrei mai avuto l'audacia di dire: "Non possiamo andare avanti, è ora di ricostruirci una vita, su queste rovine..."

Voglio dire, entrambi eravamo consapevoli che continuare sarebbe stato impossibile: per quanto tempo, poi? Non avevamo neppure idea di quando ci saremmo rivisti, o di cosa ne sarebbe stato delle nostre strade, in un futuro più prossimo.

Terminò così come era iniziata. Veloce, dirompente. Speravo accadesse il più tardi possibile.

Nikolaj inventò un espediente. In un giorno qualsiasi, una chiamata qualsiasi.

Ancora mi domando come ebbe il coraggio di strappare tutto così, dal nulla. Se avessi dovuto farlo io, soltanto ascoltando la sua voce, avrei rovinato ogni proposito.

"Andrej, io... nuovo fidanzato".

Sapevo che era una bugia. E lui stesso sapeva che io sapevo che mi stava mentendo.

Nikolaj non mi avrebbe mai lasciato, in pochi mesi, per un altro.

Finsi di credergli, perché era la via più semplice per mettere fine a quel supplizio.

Il cuore come un macigno.

"Spero che starai bene con lui" dissi, in tono apatico.

E, sempre tacitamente, Nikolaj comprese il doppio senso della frase. Spero riuscirai ad essere felice anche senza di me.

"Io... sì... e anche tu, Andrej. Tu bene?"

Scelsi di non rispondere. Piuttosto, mi morsi le labbra per resistere, trattenere l'attacco isterico che stava per esplodere.

"Addio, Nikolaj".

Riattaccai. Così, di botto. Scagliai il telefono contro il muro e strinsi forte i capelli alla cute; misi tutto all'aria, scaraventai libri, la lampada, cuscini, la sedia, qualsiasi cosa che facesse rumore.

Non piansi. Non che mi trattenni o non volessi.

Avevo finito le lacrime.






_ _ _

Non uscì per non so quanto. Come avrei potuto? Mi sembrava che la mia intera esistenza si fosse fermata in quel momento.

Addio, Nikolaj.

Addio.

Addio...

Ogni tanto mi pensi? Lo so che mi pensi. Me l'avevi promesso. Per quanto lontani, il tuo cuore sarebbe rimasto sempre con me. Il tuo cuore è qui? O te lo sei ripreso?

Il mio è ancora con te. Non ti lascerà a breve. Non vorrebbe lasciarti mai.

Mi manchi e mi mancherai. Dovrò abituarmi a convinvere con questa mancanza, con questo buco nel petto, se voglio sopravvivere.

Se potessi tornare indietro, lo rifarei. Lo rifarei all'infinito, pur a costo di soffrire all'infinito.

Avere la possibilità di amarti è la cosa più bella che mi sia capitata; l'amore ha tante sfaccettature, io sono disposto ad accettarle tutte.

Sono felice di soffrire per te. Se soffro ora vuol dire che ho goduto appieno ogni momento in passato.

Soffro perché ho nostalgia. Soffro perché mi manca il tuo profumo, la tua voce, il tuo tocco leggero, i tuoi occhi chiari, fissi su di me, il tuo sguardo che mi contempla come la cosa più preziosa al mondo.

My strange love //(boyxboy)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora