Nessuno dei suoi specializzandi disse niente. Primo anno, pensò Harry con un ghigno.
"Nessuno?" li spronò Louis, incrociando le braccia al petto. "Avvicinatevi, ditemi almeno cosa devo fare o come posso muovermi."
Era affiancato da un infermiere, uno che Harry non conosceva e non aveva mai visto prima: un ragazzo moro dalle lunghe ciglia e dallo sguardo intelligente di chi sapeva esattamente quel che doveva fare. Si accordarono su qualcosa con un semplice cenno, perché il moro annuì e sparì tra le varie barelle, schivando un'asta porta flebo con eleganza ipnotica. Louis non si muoveva, non aveva visto Harry, teneva un cipiglio determinato in viso.
"Avete studiato e siete i migliori, ma scoprirete che la teoria non vi basta. Allora, idee?"
Una ragazza prese a balbettare una risposta, mangiandosi le parole e tremando come un foglia. Un altro si avvicinò ed esaminò il paziente con una smorfia disgustata, senza nemmeno allungare una mano per visitarlo.
Louis li guardava con incredulità. Diede qualche altro secondo di tempo, che non servì a far sbloccare nessun temerario.
"Beh, che delusione", concluse Louis, scuotendo la testa e guardando l'uomo come se potesse farsi aiutare da lui. "Non pensate di trovare sempre qualcuno pronto a dirvi cosa fare, non quando i medici sono tutti occupati. Se fosse stata un'emergenza, questo sarebbe il vostro primo cadavere. Senza offesa, signor Grant."
Harry sorrise, mordendosi il labbro inferiore per trattenersi. Avevano imparato entrambi quella stessa lezione tanti anni prima, ed era stato Louis stesso a farsi avanti e a trattare il suo primo paziente dopo una minaccia simile. Quello era poi deceduto per le troppe ferite, ma almeno avevano fatto una buona impressione con il primario.
La sera, dopo un pianto straziante, Harry l'aveva portato in un pub e insieme avevano annegato il ricordo della prima vittima con tante bottiglie di vodka quante ne erano riusciti a tenere tra le mani. Stavolta, invece, nessuno interveniva. La situazione non era grave, altrimenti Louis non ci avrebbe pensato due volte a mettersi all'opera, però quello gli specializzandi non potevano saperlo, non se rimanevano fermi e distanti.
Tutti e cinque fissavano la scena a bocca aperta e con gli occhi fuori dalle orbite, mormorando risposte inesatte e mancando di fare l'unica cosa che avrebbero dovuto fare: muoversi. I secondi passavano e c'erano sempre più probabilità che l'uomo riportasse sintomi più gravi, ma...niente.
L'infermiere era tornato con un carrello di strumenti e Harry si mise all'opera prima ancora di prendere in considerazione le volontà di Louis. Sorpassò gli specializzandi e si portò accanto al paziente, infilandosi un paio di guanti presi dal carrello. La sensazione del neoprene sulla pelle fu come una carezza.
Non c'era tempo da perdere, voleva fare una bella figura davanti ai nuovi colleghi, davanti a Louis in particolare.
"Signor Grant, giusto?" salutò il paziente con un sorriso felice, "sono il Dottor Styles, cosa la porta qui oggi?"
L'uomo distolse lo sguardo e borbottò qualcosa riguardo ad un dolore addominale, così Harry si mise subito al lavoro. Fece diverse domande per capire la gravità della situazione, tastò la zona in questione, visitò il paziente seguendo l'insegnamento di base. La chirurgia generale non era più il suo campo, ma non poteva certo tirarsi indietro davanti a un'occasione simile.
Sentì vagamente Louis che sgridava gli specializzandi e li spingeva a guardare cosa Harry stesse facendo, chiedendo loro di illustrare ogni passaggio. Il dolore addominale era una delle cause più frequenti segnalate dai pazienti in pronto soccorso, la procedura era molto semplice.
"L'addome è palpabile, non sento nulla di ostile, i valori rientrano nella norma", concluse Harry dopo pochi istanti, posando lo sfigmomanometro sul carrello degli strumenti e poi rivolgendosi all'infermiere moro. "Facciamo una radiografia addominale, esami del sangue e delle urine, e se non troviamo nulla passiamo all'endoscopia."
STAI LEGGENDO
The Broken Hearts Club || [larry stylinson]
FanfictionLouis tornò al presente di colpo, con un sapore acido in bocca e la mente invasa da reminiscenze che non avrebbe voluto ricordare per nessun motivo al mondo. Guardò Harry dritto negli occhi. "Non sai più niente di me." Harry sbatté lentamente le pal...
2. Il fascino dei biondini pallidi
Comincia dall'inizio