Capitolo 27

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- La stanza degli ospiti da oggi in poi sarà la tua camera - il signor Castro apre la porta d'ingresso e io entro con Alec e Meredith.

- Grazie - gli dico cauto. Conosco questa casa come le mie tasche, ma mi sto guardando attorno come se fosse la prima volta che mettessi piede qui. Da oggi in poi vedrò questo luogo sotto un altro punto di vista.

- Fai come se fossi a casa tua - mi sorride la signora Castro.

- Cioè comportati come sempre - aggiunge Alec dal mio fianco.

Gli annuisco sentendo dei passi uscire dalla cucina.

- Signorino Cody - Ivy ha lo sguardo afflitto mentre mi si avvicina e mi abbraccia forte.

Ricambio debole il saluto e lei si stacca dicendomi di elencarle tutti i miei piatti preferiti e cosa voglio per colazione. Mi assicura che me li preparerà con la massima premura e io la ringrazio.

Il signor Castro mi informa che Ivy ha già preparato la stanza per me e mi chiede se ho bisogno di qualcosa. Gli rispondo che sto bene e lui insiste dicendo che qualsiasi cosa io abbia voglia posso dirlo ad Alec o direttamente a lui.

Gli sono grato, i signori Castro sono molto gentili come li ricordavo. Si sono sempre sentiti in colpa nel lasciare Alec da solo in questa enorme villa, perciò sin da piccolo hanno cercato di non fargli mai mancare nulla.

Poi una volta ho detto ad Alec che doveva smetterla di comportarsi come qualcun altro per piacere a tutti, che non c'era bisogno di fare così tanto. Era un consiglio in buona fede e non credevo che lo ascoltasse davvero, ma da quel momento in poi mi è sempre rimasto appiccicato, e i suoi genitori un giorno mi ringraziarono rivelandomi di vederlo realmente felice.

Alec non si lamenta più del fatto che i suoi sono sempre assenti, e ora che ci penso, sapere almeno che sono vivi e ti vogliono bene dovrebbe essere qualcosa di cui essere già grati.

I signori Castro mi fanno qualche raccomandazione senza toccare mai certi argomenti e vanno via.

Io mi faccio una doccia e Alec mi presta una tuta. Di solito non indosso mai maglie a maniche corte per non lasciare che si vedano i segni sulle braccia, e lascio scoperti appena gli avambracci. Ma Alec mi ha portato solo una maglia a mezze maniche, e ora che la situazione è saltata fuori immagino che non sia più un problema che ne vedano qualcuno, almeno quelli più lievi. Mi guardo allo specchio. I lividi si vedono e continuano dentro la maglia, ma non sono davvero niente in confronto a quelli che ho davanti e dietro la schiena, e penso che vada bene.

Esco dal bagno e nella mia nuova camera trovo Alec che mi ha portato un suo cambio di vestiti e un pigiama per la notte.

Lo ringrazio rimanendo alla porta e alzandomi di tanto in tanto il pantalone che continua a scivolarmi dai fianchi. Non è la prima volta che Alec mi presta dei suoi vestiti, ma questi li trovo più larghi degli altri.

- Vuoi riposare? - mi chiede il mio amico.

Sono finalmente uscito dall'ospedale dopo una settimana costretto a letto, no che non voglio riposare.

- Vorrei andare al rifugio - ammetto, e Alec dice che è un'ottima idea.

Per le scale del secondo piano scendo lentamente, Alec non mi dà fretta rimanendo uno scalino sempre dietro di me. Sento i suoi occhi indagatori su di me, ora mi pento di essermi messo la maglia a maniche corte, e quando mi giro a guardarlo, il suo sguardo freddo diventa all'istante il sorriso di sempre, facendomi dubitare del fatto se mi fossi immaginato o meno la faccia di prima.

Mi siedo sul comodo divano del rifugio e Ivy ci porta una torta mentre Alec fa partire una puntata di una serie che stavamo guardando assieme giorni fa. Mi ha fatto un elenco di proposte e sono stato io a scegliere cosa fare, ma per qualche ragione non sto seguendo la puntata per nulla. Continuo a perdermi nelle parti più importanti e a un certo punto guardo lo schermo sapendo di non stare per nulla prestando attenzione.

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