Grimmauld Place N°12 , 1 Luglio 1977
Nessun posto dove andare, nessuna casa dove tornare.
Parole scritte su un taccuino che sarebbero andate perdute se non svelate al mondo, pensieri dispersi in pagine nascoste alla luce del sole per non recare scandalo. L'ultimo erede dei Black un invertito, sentivo già i giornali, un'altra delusione per la nobilissima famiglia dei Black, altri articoli avrebbero detto. La nobile casata dei Black che di nobile aveva solo il nome ormai perché l'orgoglio aveva preso tutto e aveva oscurato le menti dei membri di questa nobile famiglia che perdute si erano ormai scordate delle lettere che componevano l'unico sentimento degno di onore, l'amore.
La solitudine d'estate mi aveva fatto perdere molte cose ma mi aveva fatto apprendere delle nuove. Una di queste era la consapevolezza che non avrei avuto una vita come quella di mio fratello, questo perché lui era scappato, io ero rimasto, lui avevo scelto di non tagliarsi le ali, io ero rimasto a terra senza nemmeno provare a prendere il volo perché lo ritenevo giusto, perché il mio cuore desiderava ancora rimanere o semplicemente perché non aveva avuto il coraggio di accettare la realtà dei fatti. Le persone non cambiano, non lo faranno per te, non lo faranno per compassione o perché ti vogliono bene, rimarranno le stesse quindi non rimane che cercare di assomigliare a loro per sopravvivere. Se mi vedesse ora Sirius si vergognerebbe di avermi avuto come fratello, anche solo per poco tempo, mi guarderebbe come guarda il resto della nostra famiglia, come uno sconosciuto e avrebbe avuto le sue ragioni per farlo.
Girai la pagina ed eccola là un'altra frase che non leggerà nessuno perché voglio che sia così. Un'altra frase scritta su un taccuino ormai stanco di ascoltarmi ma che era rimasto il solo a poterlo fare.
Volevo odiarti, ma lo avevi già fatto tu e ti odiavo per questo perché volevo essere io il primo questa volta.
Non potevo odiarlo se lo faceva anche lui, non potevo odiarlo perché lo avrei imitato e non volevo imitarlo, ma allo stesso tempo mi rifiutavo di provare proprio l'emozione. Dopo tutto se non provavo niente avrei vinto perché non avrebbe significato più nulla per me, ma come poteva non significare più niente ? Come potevo odiare la persona che non ci pensava due volte a rischiare la sua stessa pelle per tenermi al sicuro? come potevo odiare quel ragazzino dagli occhi sempre così vivaci che mi faceva spazio nel letto quando mi vedeva triste? come potevo odiare mio fratello?
Mi girai e mi rigirai nel letto ma ormai il bordo del sole era appena comparso sopra l'orizzonte e non potevo far tornare indietro la luna che tanto amavo. Il freddo della notte ora era sparito per lasciare il posto alla calda stella che con la sua presenza ti ordinava di svegliarti. Mi alzai però non osai guardarmi allo specchio, non volevo vedere l'immagine di me riflessa quel giorno, desideravo solo uscire per prendere aria. Mi misi una camicia leggera, dopo tutto era pur sempre estate, com'era passato tutto questo tempo? Non ne avevo idea ma cercai di cancellare questa domanda, ne avevo fin troppe per la testa e aggiungerne una nuova non sarebbe stata la migliore delle cose da fare. Dopo aver finito di vestirmi scesi le scale con cautela, se avessi svegliato qualcuno mi avrebbe chiesto cosa facevo sveglio o dove andavo a quell'ora del mattino. Essere prudenti però non è sufficiente in questa vita perché poco dopo sentii dei passi dietro di me e ormai ero in mezzo alle scale quindi non potevo più scappare perché chiunque fosse mi avrebbe notato lo stesso. Riconobbi i passi e feci un respiro di sollievo o almeno per il momento.
«Regulus, che fai sveglio a quest'ora?» La voce non era severa ma semplicemente sorpresa. Respirai di nuovo e mi girai per vedere la figura di mio padre in piedi sopra le scale. -«Padre, avevo sentito un rumore e controllavo se fosse arrivata la posta.» La mia menzogna doveva convincerlo in qualche modo ma la sua faccia cambiò improvvisamente e mi fece indietreggiare di un passo. Fece una passo in avanti e scese uno scalino per poi fermarsi guardandomi con disapprovazione.
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Mine // Jegulus
FanfictionÈ l'estate del 1977, più precisamente è luglio, questo significa che il tempo sta per scadere per Regulus. Un tempo che sta mirando sempre di più ad unica porta senza via d'uscita. Non è facile avere 16 anni in un mondo che è sempre più predisposto...