Capitolo 23

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"E perché mai dovrei aiutarti!?"

Nonno non sembra molto contento della proposta di Safa, ovvero improvvisare una collaborazione, e ci credo: neanch'io mi fiderei di una come lei. Il fatto che abbia deciso di giocherellare con un pugnale mentre espone le sue idee non aiuta certo. Tra l'altro, considero con un accenno di preoccupazione, così rischia di mozzarsele e far arrivare un'ambulanza in questo posto dimenticato da Dio la vedo una cosa difficile.

"A voi servono le mie conoscenze e a me serve... uno sguardo esterno alle tracce del libro" continua lei, tranquilla ma ferma nella sua presa di posizione "Non è da tutti riuscire a interpretare la scrittura del mio avo e i suoi ragionamenti. Hai capito perfettamente quando e dove guardare per intercettare la dea Cajal. Com'è possibile?"

Nonno si gratta l'orecchio interno e ne riesuma del muco che scaccia via, poi alza le spalle.

"Comunque..." Safa fa una smorfia "Mettiamoci subito all'opera. Non c'è bisogno di nascondersi, mostrami i tuoi appunti. Da sola non sono riuscita decifrarli del tutto."

Nonno assottiglia le palpebre, dubbioso, poi si rivolge a me e Francesco.

"E voi, ragazzi? Vi fidate di questa tizia?"

"Assolutamente no" rispondo senza esitazione e, al movimento irritato del sopracciglio di Safa, continuo subito con: "Però non mi sembra che abbiamo molta scelta."

"Sì, insomma," Francesco mi rivolge un'occhiata titubante "o si fa così o Damiano continuerà per sempre a leggere nel pensiero, no? Se ho capito bene tutta la situazione."

"Ma chi se ne frega di Damiano!" sbuffa nonno, scocciato "A me interessa il potere! Spetta a me, e che cavolo."

"Certo, ovvio" bluffa Safa, in modo alquanto palese. Lei mi lancia un'occhiata ammonitrice per non farmi spiccicare parola. Beh, si dà il caso che non lascerei a mio nonno la possibilità di esprimere un desiderio nemmeno se ne andasse della mia stessa vita: prevedo già qualcosa di disastroso, viste le idee folli che partorisce. Un'Apocalisse zombie come minimo.

Nonno sputa sul palmo della mano e lo offre a Safa.

"Allora è un patto".

Safa fa una smorfia e annuisce, poi ci incita a seguirla via di lì se non vogliamo essere abbandonati a noi stessi nella foresta in mezzo ai lupi. Francamente, no, non voglio. E spero che quell'uscita sui lupi fosse uno scherzo, perché ora non posso far a meno di sobbalzare a ogni movimento anomalo di un cespuglio.

Porto io il borsone del nonno con la sua roba mentre lui si lancia nella radura al seguito di una sempre più irritata Safa, prossima al punto di rottura per colpa del mio progenitore che le saltella attorno e a tratti ondeggia la tunica stellata davanti la sua faccia con uno swooosh.

"Nonno, la lasci stare?"

"Ha firmato per tutto il pacchetto, mi sembra."

A questo non posso ribattere.

Raggiunta casa del nonno, quest'ultimo ci porta tutti nella sua stanza folle, quella da evocazione demoniaca standard. Safa tira fuori da chissà dove il libro magico e lo apre sul tavolo. Sul serio, dove lo teneva? Questa tizia non è normale.

"Quello che ho pensato" nonno porta le braccia dietro il busto e dondola sui talloni "è che potremmo trovare la caverna dove Tizio è entrato in contatto con la dea. Con un po' di fortuna potremmo riuscire anche noi a parlarle e spostare il desiderio."

"Ritrovare la caverna?" alza un sopracciglio Safa "Ho sempre pensato che la dea si sia manifestata a lui perché ne era degno. Dubito che uno di voi lo sia, ma forse con me potrebbe funzionare."

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⏰ Ultimo aggiornamento: 2 days ago ⏰

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