Trentaquattresimo giorno - II volta
Corsi a perdifiato facendomi spazio tra la massa e ricacciando indietro le grida disperate in cui sarei voluta esplodere dopo ogni passo.
I viaggiatori che si erano radunati in quei pochi minuti provenivano dai piani superiori e si immettevano in unico flusso diritto verso la biblioteca. Troppi vigevano increduli e svogliati, mentre dentro di me mi sentivo impotente: dovevano essere più celeri. Avevo bisogno dell'aiuto di Valek per smuovere la situazione.
Pregai affinché Sander venisse ascoltato, poiché la mia destinazione sarebbe stata un'altra: nel lontano quadrante est la voce dell'evacuazione poteva non essere ancora giunta. E loro erano tutti lì. Tutti tranne James.
Strinsi i denti e serrai le palpebre. Sperai che almeno in quella diversa versione della storia si fosse già messo in salvo.
Continuai a testa bassa raggiungendo la camera di Kit. Bussai con veemenza affinché coloro che erano rimasti indietro potessero aprire le porte in metallo e prepararsi alla fuga.
«Chi è che sta facendo tutto questo baccano?» JJ ne uscì disturbata e con un cipiglio sul volto. Un groppo mi si formò in gola. Lei era lì. Mi ci buttai incontro stringendola tra le mie braccia, ma la ragazza non sembrava gradire la mia esternazione di affetto.
«Ti dispiacerebbe?» aveva pronunciato tra le labbra arricciate facendo un passo indietro. Osservai tutti i componenti della squadra che mi scrutavano preoccupati.
«Stai bene, Dely?» Sol rise notando la goffaggine dei miei gesti. Trattenne la lingua tra i denti facendo segno a Lake di prendere nota del volto avulso di JJ.
Mi staccai dalla bionda con la voce rotta e tremante. L'effetto dell'adrenalina era scomparso e la mia carne cedevole. Le iridi smeraldine iniziarono a confrontare le due realtà vissute sovrapponendo le immagini dei miei compagni alle orribili che avevo vissuto e che ancora non avevo avuto tempo di processare.
Fissandoli a uno a uno mi prese il panico. Il colore scarlatto sostituì la luce nei loro occhi, facendomi rapidamente accorciare il respiro.
Mi tenni la testa tra le mani cedendo al terreno, inspirando affannosamente.
Stavo rivivendo tutto nella mia mente. Il cuore trafitto di JJ, Sol accasciata sul corpo di Sander, il rumore delle ossa disintegrate della piccola Lake, lo sparo che aveva bloccato Max e il sangue che aveva riempito i miei polmoni. Era tutto così vivido. Era ciò che era accaduto. Non era solo un incubo. Era il destino.
«Delaney, cosa ti succede?» Christopher si inginocchiò scrutando le mie pupille e afferrando il mio volto scarno e spaventato. I capelli ambrati gli si posarono sparsi sulla fronte, facendomi ritrovare un contatto con la realtà.
«Io... io sono morta» ammisi tra le lacrime salmastre che offuscarono la mia vista. Notai il disappunto e lo stupore crescente dei presenti. Persino Kit si mise ritto, nonostante i dolori del suo corpo glielo impedissero. Max si premurò di aiutarlo issando un braccio attorno la sua schiena, mentre dubbioso ricercava qualcosa nelle tasche dei suoi ampi pantaloni. Quando la tastò, il suo volto venne invaso dal terrore.
«Come è possibile?» domandò tra sé e sé.
«È uno scherzo di pessimo gusto! Sei qui con noi!» JJ non voleva capire anche se nel suo cuore sapeva già dove risiedesse la verità.
Christopher posò il suo palmo caldo sul viso cercando di arginare il mio pianto. «Possiamo impedirlo?» mi aveva domandato. Mi morsi le labbra accennando una risposta positiva con il capo.
«Dobbiamo fuggire, il prima possibile. L'Accademia sta per subire un attacco da parte dei ribelli... e se dovessimo rimanere verremmo sterminati. Abbiamo poco meno di una manciata di minuti dall'inizio dei bombardamenti.» Dovevo essere sintetica e dare tutte le informazioni possibili.
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Travellers
Science FictionTempo. Intuizione e rappresentazione della modalità secondo la quale i singoli eventi si susseguono. E se i singoli eventi potessero essere mescolati? Quale sarebbe il corretto ordine, chi detterebbe legge e chi soccomberebbe? Se neanche il tempo h...