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Antiša ❤️

Scusa se ti disturbo, ma sei ancora in ufficio?

Mi sono dimenticata di avvisarti, scusami 😔 stiamo lavorando su alcuni video, ci stanno facendo impazzire e vorremmo terminarli in giornata. Mi sa che farò un po' tardi🙈

Non c'è problema! Ti aspetto comunque a casa 😘

Matteo mi ha detto di dirti che, a qualche ora, mi manda a casa perché non mi sopporta più e si chiede come tu faccia a sopportarmi 😇

Dì a Matteo che sono geloso 😝 e non so neanche io come faccio a sopportarti; forse, ho una pazienza infinita 😎

Sarà quello che dici tu, amore mio! Ci vediamo stasera, ora mi stai distraendo

Cosa vuoi che ordini per cena?

Lascio a te questo compito.. almeno non bruci casa 😘

Se non fossi così stanco dopo l'allenamento, proverei a cucinare qualcosa.. ma il divano mi chiama

Ecco bravo, non ti avvicinare ai fornelli!
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Ante's pov

Un bel film era tutto ciò di cui avevo bisogno, per recuperare dalle fatiche dell'allenamento. Giocando ogni tre o quattro giorni, non avevamo neanche il tempo per riposarci e ritrovare le energie per la partita successiva. Ludovica era al lavoro, avevo ancora qualche ora libera da dedicare a me stesso, prima del suo rientro e ne approfittai per guardare uno di quei film che lei trovava noiosi.

Non trascorse neanche mezz'ora, da quando premetti play e il suono del campanello interruppe la mia visione; chi mai poteva essere? Esclusi Ludovica, aveva le chiavi e non avrebbe mai tirato giù il campanello. Poteva essere Rade; di solito, ci vedevamo anche fuori dal campo ma mi ricordai che mi invitò a fare un giro assieme ad Ivana. Il cerchio delle ipotesi si strinse, esclusi anche i miei compagni di squadra; non avevamo quel genere di rapporto fuori dal campo. Poteva essere Lucas. Anzi, quasi sicuramente era lui. Misi in pausa il film e guardai attraverso lo spioncino della porta.

Non potevo crederci..

«Tu cosa ci fai qua?» spalancai la porta e accolsi la mia ex, roteando gli occhi per aria. Trovai la calma interiore, solamente quando vidi il sorriso di Aleksander. «Ćaća» sollevò le braccia per aria e, quando lo strinsi al mio petto, lo sentì ridacchiare vicino al mio orecchio «srićo moja»

Nuovamente, chiesi alla mia ex il motivo della sua visita, ma non rispose e si fece strada nel mio appartamento, guardandosi attorno. Il suo sguardo si soffermò su una foto, una polaroid appesa sullo specchio vicino all'ingresso: la prima foto che scattai assieme a Ludovica, quando uscimmo per una passeggiata insieme a Snoopy. Il nostro primo appuntamento. La sfiorò con le dita e, con aria quasi disgustata, commentò «finalmente vedo la faccia della tua.. ragazza» disse, a denti stretti, facendo fatica a pronunciare l'ultima parola.

«Viktorija» mi stavo innervosendo, ma cercai di contenere la mia rabbia per non spaventare il bambino «che cosa vuoi?»

«Riprovarci..» si mise a sedere sul divano, accavallando le gambe. No, non sarei mai caduto nella sua trappola. I suoi giochetti da tentatrice non funzionavano più. Faceva parte del mio passato e lì ci doveva restare. «Tentativo inutile. E non solo perché sono innamorato di un'altra ragazza; se fossi stato single, ti avrei comunque detto di no, perché non siamo destinati a stare insieme. Fine della storia» tagliai corto, concentrandomi sul bambino.

Lo specchio dell'anima ∽ Ante RebićDove le storie prendono vita. Scoprilo ora